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Conteggio parole: 2352
Canzone per il capitolo: You and I- One Direction

Aveva detto di aver bisogno di un po' di tempo per rispondere alla mia domanda, dopotutto anche la differenza tra il nostro rapporto come colleghe e fidanzate ci aveva impiegato del tempo per prendere senso. In quel momento, mi preparai ad affrontare la conversazione che avrebbe stabilito i limiti tra noi due come spose e...tutto il resto.

<<Posso prima prendere il caffè?>>, dissi con leggerezza. Vivienne sorrise, annuendo e, prima che potessi fare qualsiasi cosa, la vidi versare la bevanda nella tazza e aggiungere latte e zucchero, addolcendolo come sapeva mi piaceva.

<<Ti prendi sempre cura di me>>, mormorai.

<<E' il mio lavoro. Mi fa stare bene>>, ammise.

<<Ti fa sentire in controllo?>>, proposi. Inarcò un sopracciglio, sorpresa e contenta in egual misura.

<<Ad oggi, penseresti che mi sia abituata a quanto bene sai capirmi. Quindi, sì...hai ragione, mi fa sentire in controllo; in controllo del tuo piacere in un modo che fa bene ad entrambe. Puoi dire che ti vizio, che mi occupo di te. Non c'è niente di più soddisfacente di sapere che vuoi qualcosa ed essere colei che te la concede>>, disse. Poggiai i gomiti sul tavolo, sporgendomi in avanti per posare il mento sulle mani e guardarla con interesse. Il modo tranquillo in cui si muoveva, ogni minimo gesto voluto e deciso.

<<Che c'è? Vedo che i tuoi occhi da artista mi stanno studiando attentamente>>, notò.

<<Mi piace essere la tua sottomessa, dentro e fuori dalla camera da letto. Adoro quando prendi il controllo con piccoli gesti simili. Mi fa sentire speciale, apprezzata. Sai come prenderti cura di me e al tempo stesso, ti fidi di me e mi lasci prendere il comando nei momenti adeguati, come durante un colpo>>, dissi, fermandomi per ridere e bere un sorso di caffè. <<E puoi sentirti in controllo con i tuoi giochi senza, diciamo...>>.

<<Avvelenarti e lasciarti a Parigi?>>, domandò, chiudendo gli occhi ed emettendo un verso gutturale.

<<Non era quello che stavo per dire>>, affermai.

<<Ma ci stavi pensando. Ti conosco>>, ribatté.

<<Ah, quindi adesso mi leggi la mente?>>, la presi in giro. Afferrò una delle riviste che aveva portato con sé, arrotolandola e colpendomi leggermente sulla mano. Risi, accarezzandomi il dorso come se mi avesse fatto male per davvero.

<<Ti lasciai perché mi stavo fidando troppo di te e dare fiducia a qualcuno, vuol dire dargli il potere di ferirti. La consapevolezza di voler condividere la mia fiducia con te era terrorizzante>>, mormorò.

<<Non più adesso, giusto?>>, chiesi.

<<No, non più>>, rispose senza un minimo di esitazione. Mi sembrò di comprendere per la prima volta perché apprezzava la nostra relazione; la dinamica che c'era tra di noi andava oltre il BDSM, era il suo modo di sentirsi al sicuro e a proprio agio. 

<<Credo che siamo un lavoro in corso. Dovremmo continuare ad avere queste conversazioni, a capire cosa proviamo al riguardo>>, dissi.

<<Mi piace come suona. Dopotutto, non c'è scritto da nessuna parte che il nostro rapporto debba avere un'etichetta immutabile. Voglio che tu mi voglia come ti voglio io, perciò fammelo sapere se senti che qualcosa sta cambiando e mi adatterò>>, mormorò.

<<Vale lo stesso anche per te, piccola. Sei la mia persona preferita e voglio che tu sia felice>>.

***

Queen of thieves (libro 3)Where stories live. Discover now