Capitolo 8

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♛Jasmine Coller

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Jasmine Coller

Apro gli occhi di scatto, sconvolta dallo strano sogno che stavo facendo. Mi tocco la fronte con una mano e scosto i cappelli sudati dalla fronte.

Sento le note di Into It dei Chase Atlantic attorno a me e ci metto svariati minuti a capire da dove provengono. Nel buio cerco il telefono che dovrei aver lasciato in mezzo alle coperte.

Afferro il dispositivo bollente e mi acceco con l'alta luminosità che mi sono dimenticata di abbassare prima di crollare a letto. Stoppo la canzone e chiudo Spotify con uno sbuffo. Mi ributto con la testa sul cuscino ma non riesco più a riprendere sonno, difatti fisso il soffitto fino a quando non si fanno le tre di notte.

Sento una strana sensazione allo stomaco.

Mi alzo dal letto con un balzo e nel buio cerco gli occhiali da vista. Una volta con le lenti addosso metto a fuoco la stanza attorno a me.

Ho lasciato un casino prima della festa di ieri sera, e quando sono tornata dalla palestra mi sono buttata a letto senza nemmeno sistemare.

Con la coda dell'occhio inquadro il bicchiere d'acqua sul comodino, mi chino per afferrarlo e portarmelo alle labbra secche.

Faccio un sorso ma il bicchiere mi cade dalle mani finendo per terra e spezzandosi in mille pezzi non appena sento una forte esplosione.

Con il cuore in gola fisso i cocci di cristallo per terra, vicino ai miei piedi nudi che tremano.

Che cosa è appena successo?

Mi giro verso il balcone e mi avvicino a piccoli passi verso la porta di vetro. Esco fuori ed il vento mi graffia la pelle scoperta dal pigiama.

Mi guardo attorno ma non noto niente di diverso dal solito, sembra tutto... fin troppo tranquillo. Sembra che non ci sia niente fuori posto.

Non è che mi sono immaginata tutto e sto iniziando a delirare? Chiudo e riapro gli occhi più volte, mentre il vento mi scombina i capelli.

Sto per rientrare in camera e tornare a letto quando una brutta sensazione mi colpisce e mi fa immobilizzare con la bocca semi aperta.

La palestra abbandona.

No, no... Rientro in camera con il cuore che inizia a battere a mille. Apro le ante del grande armadio ed estraggo una felpa con il cappuccio.

Me la infilo mentre esco dalla porta e mi trovo in sala, a cercare con lo sguardo mio padre, che ovviamente non è ancora tornato a casa.

Ignoro la sensazione di delusione che provo e mi metto le scarpe da ginnastica, prima di prendere le chiavi ed uscire sbattendo la porta.

Fai che non sia così ti prego. Scendo di fretta le scale del piccolo condominio ed inizio a correre non appena mi ritrovo in mezzo alla strada.

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