Capitolo 12 - Il Ragazzo Innamorato

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Siamo in cammino da ore ormai e non abbiamo incrociato ancora nessun tributo. La foresta è molto grande e fornisce un buon nascondiglio.
Sta per calare la sera e io non vedo l'ora, perchè c'è un caldo soffocante e stiamo sudando molto. Per fortuna abbiamo fatto scorta d'acqua alla Cornucopia e ne avremo a sufficienza per due giorni di cammino; fin'ora non abbiamo incontrato altre fonti d'acqua oltre al lago. Non penso sia l'unica di tutta l'Arena, in ogni caso molto probabilmente torneremo presto alla Cornucopia a fare rifornimento.
- Torniamo indietro? Qui non c'è nessuno.
Questa è Marina. Siamo ancora alle prime ore di Giochi e lei sta già col fiato corto.
Cato, che è in testa al gruppo, si ferma e si volta a guardarla. A Marina tremano le gambe e posso capirla, se fossi al suo posto vorrei solo che scappare a gambe levate. Lo sguardo di Cato è assassino. Ci fermiamo tutti, in attesa di vedere cosa succederà.
Ma Cato si limita a squadrarla da capo a piedi per poi rimettersi in cammino e noi con lui.
Una lite tra Favoriti dopo poche ore dall'inizio degli Hunger Games sarebbe troppo precoce e metterebbe a rischio la credibilità della nostra alleanza. Per ora ci dobbiamo guadagnare il favore del pubblico come gruppo.
Lux va dietro a Cato e gli sta appresso come un cagnolino.
- Secondo te sarà morto il ragazzo dell'11? Spero che lo sia, dopo aver rifiutato la nostra alleanza è quello che merita.
Cinguetta lei all'orecchio di Cato.
- Dubito che lo sia.
Rispondo io prima che lo faccia lui.
- E' troppo forte per essere caduto in quel tafferuglio di principianti.
C'erano più tributi disperati e affamati che altro. Uno della mole dell'11 non avrà faticato ad aprirsi un varco tra bambini che impugnavano maldestramente un'arma.
- Specialmente se chi tirava coltelli continuava a sbagliare traiettoria.
Il commento di Cato mi colpisce violento come una pugnale.
- E' sfuggita a me quanto a tutti voi.
- Era tua.
- Chi?
Si intromette Lux.
- Non sono affari tuoi.
Le rispondo stizzita io.
- Certo che lo sono. Cato, di chi sta parlando?
Insiste lei tirandogli una manica del giubbotto. Lui scosta bruscamente il braccio e continua ad andare avanti.
- Non ti riguarda.
Lux si ferma di colpo, indispettita. Io la supero e vado dietro a Cato. Non che si sia fatto perdonare tenendo segreto il nome a Lux, ma non voglio lasciarle altro terreno.
Ormai è calata la notte e infatti poco dopo ecco risuonare l'inno di Capitol.
Ci fermiamo tutti, gli occhi puntati al cielo in attesa di scoprire i volti dei caduti di oggi. Sono stati uccisi quasi tutti da noi, ma c'è pur sempre una piccola speranza che Katniss Everdeen sia morta lontano dal Bagno di Sangue.
- Facciamo a gara a chi ne ha presi di più?
Propone Marvel.
- Siii!
Risponde Lux saltellando. Io la guardo basita; dubito che arrivi a più di uno.
- E sia.
Approvo io.
- Cosa si vince?
- Un regalo dagli sponsor.
Azzardo io. E' tempo di mettere alla prova i nostri sostenitori.
- Avete sentito lì a Capitol City?
Grido al cielo. Marvel ride con me.
Dopo il sigillo della capitale appare il primo volto: Distretto 3, opera mia. E' la ragazza che ho accoltellato alla schiena.
- Mia!
- Preda facile. Non aveva l'aria molto sveglia.
Mi provoca Marvel.
- Attento 1.
Lo metto in guardia io.
Poi appare Dylan, Distretto 4, e Marina sospira sommessamente. Immagino che avere il proprio compagno di distretto accanto infonda un po' più di coraggio rispetto a stare in mezzo a un branco di assassini che non vede l'ora di vederti morta; per lei sarebbe stato meglio avere ancora Dylan accanto.
Nessuno di noi reclama la sua morte.
Poi il ragazzo del 5.
- L'ho finito io.
Dichiara Cato.
Entrambi i tributi del 6.
- La ragazza l'ho uccisa io. Ha strillato come un'oca.
Si vanta Marvel. Immagino la ragazza del 6 trafitta da un colpo di lancia ben assestato, un'espressione di terrore dipinta sul volto.
Il ragazzo invece è quello che abbiamo scovato all'interno della Cornucopia, a massacro finito.
- Mio.
Reclama Cato.
Anche il Distretto 7 non ha più tributi in gioco.
- La ragazza l'ho colpita io, con una freccia dritta in un occhio.
Esclama Lux compiaciuta. Mi sembra già impossibile che sia stata lei, figuriamoci se è riuscita a centrare addirittura l'occhio.
- Il ragazzo è stato tagliato in due dalla mia spada. Aveva cercato di mettersi in mezzo con un'ascia.
Provo a immaginare lo scapestrato che ha avuto il coraggio di mettersi contro Cato. O era cieco, o proprio stupido.
Poi viene il ragazzo dell'8, quello che ho pugnalato e che mi ha accecata con il suo sangue. La perdita della vista mi ha quasi uccisa.
- Opera mia. Un pugnale dritto in gola. Ha schizzato sangue ovunque.
Tutti e due i tributi del 9. Ecco il ragazzo che si è intromesso tra me e Katniss Everdeen. Quella ragazza gli deve la vita; io invece lo odio con tutta me stessa.
- Il ragazzo si è intomesso dove non doveva. Gli è costato un coltello nella schiena. Mio.
- La ragazza invece ha cercato di combattere. Non sapeva neanche da che parte cominciare a maneggiare un coltello. E' stata facile, lo ammetto.
La deride Marvel.
Siamo a dieci, ne manca solo uno.
Ti prego fa che sia lei.
Ma è la faccia della ragazza che stava per uccidermi, Distretto 10, a comparire per ultima nel cielo dell'Arena. Già, mancava lei.
- Mia, perchè a quanto pare stava per uccidere qualcun altro.
Mi scocca un'occhiata ma io non riesco a ricambiarla. Non voglio sembrare debole e il fatto che mi abbia salvato la vita mi fa apparire esattamente così.
- Siamo uno per Lux, tre per me, tre per Clove, quattro per Cato! Abbiamo il nostro campione!
Marvel si complimenta con Cato dandogli una pacca sulla spalla. E' una congratulazione avvolta d'invidia, è molto chiaro. Cato lo supera sempre in tutto.
Cato accoglie la lusinga con un sorriso tirato, ma non è pronto a quello che viene dopo.
Lux gli salta in braccio gettandogli le braccia al collo.
- E bravo Cato! Menomale che ci sei tu! Sei il Terrore nero dell'Arena!
Inizialmente rimane sbigottito anche lui. Poi, è come se non riuscisse a resistere, e la avvolge tra le sue braccia. Sono così vicini da fare schifo; potrebbe baciarlo da un momento all'altro.
Ed è quello che fa.
Un rapido bacio sulla guancia, ma per me è troppo.
Mi volto, non voglio più guardare.
Comincio a inoltrarmi tra gli alberi farfugliando qualcosa sulla vescica troppo piena e il bisogno di fare pipì.
Ho gli occhi offuscati dalle lacrime. Ma non colano giù, no, sono intrappolate perchè brucio di rabbia. In lontananza sento qualcuno che comincia a chiamarmi per nome, ma io continuo ad andare avanti, non vedo dove vado, nè quanto in là mi allontano.
Non ha importanza.
Sbuco in una piccola Radura. Sto già pensando di trascorrere la notte qui, quando mi accorgo di non essere sola. C'è qualcun altro, appoggiato al tronco di un albero.
Testa bionda, corporatura bassa e massiccia, posizione goffa: è Peeta Mellark.
- Oho! Ragazzo Innamorato, hai perso la tua bella?
Sguaino il coltello più affilato che ho e mi preparo a sfogare tutta la mia rabbia.
- Ti sei perso? Che ci fai qui tutto solo?
Lui sgrana gli occhi e sembra riconoscermi. Ma prima che possa dire qualunque cosa gli sono addosso.
- Non avrò pietà di te 12. Tu e la tua Ragazza di Fuoco avete dato abbastanza per quest'edizione. E' tempo di farla finita.
Gli apro uno squarcio sulla fronte, sanguinolento sì, ma non profondo abbastanza da togliergli la vita. No, mi voglio divertire prima.
- Allora Ragazzo Innamorato com'è morire senza poter dire addio alla tua bella?
Lo prendo in giro.
- O lei è qui?
Mi guardo attorno, improvvisamente guardinga; potrebbe essere una trappola.
Peeta non risponde.
- Lei è qui?
Gli chiedo nuovamente, stavolta puntandogli il coltello alla gola.
- No, ti prego. Permettimi di rivederla un'ultima volta prima di morire.
- E perchè dovrei?
Sogghigno.
- Ti prego. Ti condurrò da lei.
- Oh, questo potrebbe cambiare le cose. E come avresti intenzione di portarmi da lei, sentiamo!
- La conosco, so dove potrebbe andarsi a nascondere. Ti prego!
Un ultimo taglio, stavolta al braccio, e lo lascio andare. La brama di trovarla è troppa, e Peeta potrebbe aver ragione, lui sa dove trovarla. Inoltre ucciderli entrambi dopo averli fatti riconciliare, lo ammetto, è un'opzione allettante.
- E sia 12. Sarai mio ostaggio finchè non troveremo Katniss Everdeen. E poi, bè, ti ricongiungerai alla tua innamorata.
Sorrido all'idea della loro futura riconciliazione affogata nel sangue.
Gli sto porgendo la mano per aiutarlo ad alzarsi quando una lancia sibila vicino alla mia testa e si va a conficcare dritto nel tronco dell'albero a cui era appoggiato Peeta.
Mi giro di scatto. E' stato Cato, ha ancora il corpo proteso a dare lo slancio alla lancia. Non aveva intenzione di ferirmi, questo lo so per certo perchè altrimenti la lancia mi avrebbe trafitta da parte a parte, non avrebbe sbagliato tiro.
- Hai cambiato alleati? Adesso patteggi con gli Innamorati Sventurati?
Assottiglio gli occhi e lo guardo intensamente. Sa benissimo quello che gli sto dicendo. Gli Innamorati Sventurati potremmo essere stati noi se non fossimo nati nel Distretto 2. Se le cose sarebbero state diverse, avremmo potuto essere noi gli innamorati. Quindi si, patteggio per gli Innamorati Sventurati, ma quelli del Distretto 2.
- E' nostro ostaggio e alleato ora. Ci aiuterà a trovare Katniss Everdeen.
- E noi dovremmo lasciarlo in vita per un lavoro che possiamo benissimo fare da soli?
Esclama Lux indignata.
- Cato uccidilo!
- Per prima cosa Cato non è il tuo cagnolino a cui dare ordini. Secondo, hai una proposta migliore su come trovare Katniss Everdeen?
Lei mi guarda torva ed è indecisa su cosa ribattere ma rispondo io per lei.
- No, non ce l'hai. Quindi lascia che ci conduca lui da lei. Non so se sai come funziona l'amore, ma due persone che si amano si attraggono, sempre.
Quest'ultima parte la riservo a Cato che abbassa lo sguardo, non riuscendo a sostenere il mio una volta tanto.
- Ragazzi c'è del fumo di là! Qualcuno ha acceso un fuoco.
Esclama Marina.
Cato si riaccende.
- Qualche idiota. Andiamo a scovarlo. Per ora 12 sei sotto stretta sorveglianza. Un solo passo falso e sei morto. Vedi di fare il tuo dovere.
Viene verso di noi, per estrarre la lancia dall'albero.
E' a pochi centimetri da me; sento il suo calore raggiungermi e come sempre vorrei soltanto colmare quel poco spazio vuoto che riamane tra noi.
Ma ci limitiamo a guardarci negli occhi, intensamente, senza una parola.
Voltandosi per tornare indietro mi sfiora una mano con la sua e io torno a respirare.
Questo piccolo tocco torna ad aprire le porte, ma lascia ancora tutto sospeso.

Distretto 2: CloveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora