Chapter 1

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Le goccioline d'acqua appannano il vetro del finestrino ed io mi diverto a puntare su quella che si dissolverà per prima.

Spesso si usano i paragoni e le metafore per descrivere un qualcosa in particolare e definirla completamente. Per quanto possa io saperne della vita, le goccioline d'acqua mi ricordano molto le persone.

Sono imprevedibili.

"Emily, hai finito di disegnare sul vetro?" Mi chiede mia madre riportandomi alla vita reale dopo un lungo stato di trance.

Il suo sguardo è attento sull'asfalto, le sue mani perfettamente curate poggiano appena sul volante. Guardo il suo vestito elegante e poi do un'occhiata al mio abbigliamento:

Jeans, le mie adorate vans nere ed una semplice maglietta bianca con una x enorme al centro. Non ho ancora capito il senso di questa maglia, ma mi attrae particolarmente.

"Siamo arrivati." Afferma mia madre trovando un parcheggio proprio fuori il Norwest Christian College, la mia nuova scuola.

Scendiamo dalla macchina e ringrazio Dio per aver fatto smettere di piovere, non avrei sopportato arrivare bagnata il primo giorno. Mamma s'incammina facendomi da guida, ma so benissimo che non ha la minima idea di dove andare.

Troviamo l'entrata e appena varchiamo la soglia della porta mia madre si ferma e allarga le narici aspirando l'aria all'interno.

"Puzza di collegiali." Afferma facendomi ridacchiare, nonostante lei sia completamente seria.

Ci dirigiamo verso quella che sembra una segreteria e sono subito sotto gli occhi di tutti, mi sento così in imbarazzo, odio essere al centro dell'attenzione. Lascio che mia madre parli da sola con il preside e resto fuori la porta con lo sguardo basso. Di tanto in tanto osservo le persone che mi circondano tentando di trovare qualcuno amichevole.

La mia attenzione si sposta però verso un angolo del corridoio, c'è una rissa in corso. Come in alcuni film che ho visto, una marea di gente va ad incitare i due che si stanno picchiando, e sussulto quando un ragazzo cade vicino l'armadietto col naso sanguinante, provocando un rumore che fa eco nella stanza.

Cerco di memorizzare i particolari del ragazzo che è rimasto in piedi, tenendo a mente di stare alla larga da lui.

Un ciuffetto biondo cenere, probabilmente bagnato dal sudore, gli ricade sulla fronte. I suoi occhi blu si distinguono anche da questa discreta lontananza fra noi. Il suo piercing è in perfetto contrasto con le sue labbra rosee, e quasi ne resto incantata. Indossa una maglia nera, dello stesso colore sono anche i suoi skinny jeans e le scarpe.

Colorato il ragazzo.

"La tua stanza è la 74, al secondo piano." Dice mia madre uscendo dalla porta affianco a me. Mi consegna le chiavi e le prendo, per poi tornare a guardare quel ragazzo. Mamma se ne accorge e con i suoi occhi attenti scruta da capo a piedi quegli 'adolescenti irrispettosi'. Rido pensando a lei che in un altro momento li avrebbe chiamati così, ma ora va di fretta. Come la maggior parte delle volte.

"Fa attenzione." Mi raccomanda e mi sorprendo per questa forma d'affetto che non mi ha mai mostrato. Annuisco e la vedo allontanarsi da me, senza nemmeno salutarmi. Insomma, vivrò qui tutto il tempo, poteva almeno dirmi un misero "ciao".

Sospiro e salgo le scale per trovare la mia nuova camera, che si rivela essere l'ultima a destra. Infilo la chiave nella serratura ma la ritraggo quando noto che la porta è socchiusa.

"È permesso?" Chiedo flebilmente aprendo del tutto la porta. Se avessi saputo prima cosa avrei trovato dentro la stanza, non l'avrei mai aperta.

Una ragazza dai capelli blu è in piedi sul letto intenta ad attaccare poster orrendi al muro, sembra far parte di una setta satanica. Il cigolio della porta la fa girare verso di me.

"Ciao." Dice rigirandosi indietro per completare il suo lavoro.

"Ehi." Rispondo a bassa voce chiudendo la porta che subito viene riaperta violentemente.

"Fottuto Jason, fottuto preside, fottuta scuola!" Urla un ragazzo che prende posto su quello che dovrebbe essere il mio letto. Porto una mano alla bocca dallo stupore quando mi accorgo che è proprio il ragazzo che ho visto prima nel corridoio. E menomale che mi ero promessa di stargli il più lontano possibile.

Quella che presumo essere la mia coinquilina balza giù dal suo letto per sedersi sul mio affianco al ragazzo senza nome. Gli accarezza la schiena mentre lui affonda la faccia fra le sue mani sbuffando. Quando rialza lo sguardo mi nota.

"Tu saresti?" Chiede notevolmente sorpreso di vedere una faccia nuova.

"Lei è la mia nuova compagna di stanza." Risponde la tizia dai capelli blu precedendomi, ho paura che non andremo molto d'accordo.

"Come ti chiami?" Mi chiede il biondo scrutandomi per bene. Se potessi guardarmi allo specchio noterei subito il rossore sulle mie guance. Non so come, ma riesce a mettermi a disagio.

"Emily, Emily Thompson." Gli porgo la mano che lui guarda per poi scoppiare a ridere. Oh.

"Io sono Jennifer." Afferma la ragazza scostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Io Luke." Dice poi il ragazzo biondo leccandosi il piercing. Avvolge un braccio intorno alla vita di Jennifer che gli sorride facendo gli occhioni.

"Luke." Ripeto nella mia testa per ricordarmi al meglio il suo nome.

Flimsy || l.hWhere stories live. Discover now