Capitolo 36

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Appoggiai le buste della spesa sul tavolo del mio appartamento e presi una bustina di Oky sperando di calmare il dolore.

Il mio telefono squillò e persi un battito nel vedere il nome di Jake sul display.

«Eve, stai bene?»

Aggrottai la fronte, non capii il perché di quella domanda.

«Io - Sì, certo. Tu come stai?» Esclamai sorridendo.

«Stai attenta, adesso devo andare.»

Attaccò la chiamata e rimasi a fissare il display confusa. In che senso "Stai attenta"?

Scacciai questo pensiero, sarà la stanchezza. Pensai.

Mi sedetti sul divano e iniziai a spulciare sui social network. Andai su Facebook, scorrendo nella pagina principale delle notifiche vidi che Greice aveva postato una foto di lei insieme ad Ashton al ristorante e sorrisi.

Ero molto felice del loro rapporto però mi sentivo terribilmente in colpa per come mi ero comportata con Greice. Ero invidiosa della loro frequentazione, probabilmente perché con Jake era un continuo tira e molla.

Assoppii sul divano e quando mi risvegliai mi resi conto che era ormai notte. Sentii la gola estremamente secca e mi versai un bicchiere di latte dal frigo.

La mattina successiva mi lamentai impastando parole in bocca per via del suono fastidioso della sveglia e controvoglia scesi dal letto.

Mi preparai come ogni mattina e scappai per evitare di ritardare al lavoro. Venni accolta dall'addetto alla sicurezza davanti all'edificio che salutai e mi diressi nell'ascensore fischiettando felice.

«Vedo che è di buon umore questa mattina.»

Persi un battito e sospirai vedendo il signor Jones mentre mi portavo una mano sul cuore per lo spavento. Mi fissava dalla sua imbattibile altezza con un sorriso bianco lucente e uno smoking blu.

«Effettivamente, sì.» Risposi imbarazzata per la gaffe.

«Come procede la stesura del romanzo?»

Aprì la borsa e cercai fra le cianfrusaglie finché agguantai la copia del romanzo che sarebbe dovuto uscire tra pochi giorni.

«Stavo giusto venendo da lei. Questa è la copia del romanzo.» Esclamai porgendogli il libro.

Lo prese con calma e mi sorrise. «Lo visionerò nel mio ufficio insieme a te.»

«Oh, certo. Va bene.»

Il silenzio imbarazzante venne interrotto dal tintinnio e dall'apertura delle porte dell'ascensore. Seguì il signor Jones nel suo ufficio per poi chiudere la porta dietro di me.

«Allora, vediamo un po'.» Esclamò sedendosi.

Lo imitai e intrecciai le mani in grembo aspettando con ansia il suo parere.

«Molto bene. L'unica pecca è la parte posteriore della copertina che presenta un errore di battitura. Dì a John di sistemarlo, per il resto è perfetto.» Concluse.

Mi alzai cercando di non combinare qualche pasticcio. «Va bene, signor Jones.»

Uscii dal suo ufficio dirigendomi verso il mio però nel tragitto vidi Greice alla reception intenta a compilare dei fogli.

Mi avvicinai.

«Buongiorno Greice.» Squittii.

Lei alzò di scatto lo sguardo e vidi un velo di rabbia nella sua espressione, al ché sospirai cercando di trovare le giuste parole.

«Scusami per come mi sono comportata. Ero invidiosa e non avrei dovuto dirti quelle bugie.» Esclamai guardandola ansiosa.

Lasciò andare di colpo i fogli rivolgendomi la sua completa attenzione.

«Quindi tu hai inventato quella storiella da horror solo perché eri invidiosa?»

Aggrottai la fronte. «Quale storiella da horror?»

Nella mia mente non vi era alcun ricordo di quel che mi stava dicendo. Sapevo di averle detto delle bugie su Ashton che non ricordavo ma non pensavo di aver esagerato in quel modo.

«Oddio, mi stai ancora prendendo in giro?» Potei sentire l'esasperazione nella sua voce.

«Io - cioè, scusa. Non mi ricordo esattamente quel che ti ho detto ma non era mia intenzione ferirti.» Dissi frettolosa temendo che non volesse più parlarmi.

«Potrei anche perdonarti. Dammi il tuo caffé.»

Sorrisi appena vidi l'ombra di un sorriso sul suo viso e gli porsi il mio caffé.

«Allora, come ti è venuto in mente di orchestrare quella storiella?» Esclamò ridendo.

Risi pure io. «Ti giuro, non mi ricordo.»

SegretoWhere stories live. Discover now