4 - Steve

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Dopo il lavoro mi rinchiudo in palestra per le solite due ore e mezza. Hawkins è talmente noiosa che non saprei come passare il tempo, altrimenti. Non che non mi piaccia vedere i risultati di un'intensa sessione di palestra, però, ecco, non c'è molto altro da fare qui.

«Ehi, Steve, come te la passi?»

Mi giro verso quella voce e vedo Jason Carver entrare nello spogliatoio.

«Ehi, Jason... Al solito, tu? Come procede l'ultimo anno?»

Gli do un'occhiata veloce mentre infilo i jeans e la maglietta.

Lui butta il borsone su una panca e comincia a prepararsi. «Non mi lamento.»

«La squadra di basket? Avete trovato qualcuno in grado di sostituirmi?» cerco di scherzare. Non sono mai stato un granché negli sport di squadra, però impegnandomi duramente qualcosa di buono usciva fuori.

Jason ridacchia ma non mi smaschera. «È stata dura, abbiamo dovuto ripiegare sulle matricole. Ce n'è una che non è niente male. Lucas Sinclair, lo conosci?»

Finisco di sistemare il borsone. «È un amico di mio fratello.»

«Sinclair frequenta quegli sfigati satanisti? Scusa, amico, ma tuo fratello se le cerca, a girare con quella feccia di Munson e il gruppetto di invasati.»

«Figurati, la penso come te» sputo in un impeto di insofferenza. Non l'avrei detta proprio così, ma ultimamente Dustin mi sta dando sui nervi e poi a me non è mai andata a genio quella gente. Hanno la testa su una nuvola, vivono in un mondo tutto loro che purtroppo non è quello reale.

«Spero che Lucas decida presto a chi deve la sua lealtà» sentenzia Jason quasi fosse una minaccia.

Di colpo sento qualcosa di molto simile alla solidarietà verso mio fratello e i suoi amici. Non fanno nulla di male, dopotutto... no?

Scuoto la testa, meglio non infierire. Infilo il borsone in spalla, saluto Jason e me ne torno a casa. Sono talmente annoiato che non mi stressa nemmeno la vocetta sibilante di Dustin.

Dopo cena mi intercetta mentre mi preparo per uscire. Se ne sta sulla soglia della mia stanza come se fosse normale fissarmi dalla fessura socchiusa.

Quando mi accorgo di lui apro la porta di scatto. «Gesù, Dus, mi metti i brividi. Che vuoi?»

«Fantastico, sei già pronto per uscire! E pieno di gel, come al solito.»

Sbuffo con molto sentimento, poi però metto su un sorrisetto scaltro. «Sai cosa? Un giorno ti insegnerò a metterlo, così i tuoi capelli avranno finalmente una forma umana» lo punzecchio.

Dustin fa una smorfia che simula il bisogno di vomitare, la lingua di fuori e le labbra arricciate. «Il giorno che questo accadrà ti pregherò di uccidermi.»

«Farò dei video invece, e li mostrerò a tutti i tuoi amichetti dell'Hellfire Club, perfino a quel poco di buono di Munson. Dio, quanto sarà divertente la sua faccia sconvolta.»

Sorrido come un bambino in pace con il mondo al solo pensiero di quel metallaro con la bocca spalancata e i capelli dritti per lo shock. Il suo adepto migliore traviato dal fratello che, chiaramente, ha più stile di tutti quegli idioti messi insieme... Il paradiso.

Mi risveglio dalla momentanea trance quando Dustin schiocca due dita davanti al mio naso. Scuoto la testa e lo fisso.
«Perché sei ancora qui?» gli chiedo, seccato.

«Aspettavo che finissi di sognare a occhi aperti la tua inutile faida con il mio migliore amico.»

Okay, ora sono io quello sconvolto. «Quel brunetto riccioluto è il tuo migliore amico adesso?» esclamo. Sono fuori di me, cazzo.

These Cynical Eyes // SteddieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora