11 - Eddie

978 62 323
                                    

Qualcosa non va, decisamente.

È giovedì mattina, il mio primo giorno di ritorno al liceo, e tutto sembra troppo tranquillo. I ragazzi dell'Hellfire Club mi hanno circondato neanche fossi la Principessa Diana e loro la mia scorta personale, siamo una corazzata che si muove compatta per i corridoi, anche se nessuno fa caso a noi, proprio come prima di tutta questa storia.

Considerato il polverone che ha tirato su la morte di Chrissy, non riesco a credere di essere così trasparente. Negli ultimi due giorni ho fatto ore e ore di training autogeno per imparare a gestire gli insulti, le occhiate, i tentativi di violenza. E invece niente di niente.

Potrei piangere per il sollievo.

«Te l'avevo detto che sarebbe andato tutto bene» commenta Dustin sornione quando mi depositano di fronte alla classe di algebra.

Lancia un'occhiata rapida all'orologio, poi si rivolge ai ragazzi.

«Allora, Hellfire Club, organizziamoci. Mike, tu vieni a prenderlo alla fine di questa lezione e lo scorti fino a scienze. Poi è il turno di Will, tu invece lo porti a educazione fisica. A quel punto...»

«Visto come stanno andando le cose, mi sembrano precauzioni...» inizio.

Mi scocca un'occhiataccia. «Esagerate? Forse. Inutili? Assolutamente no. I nostri compagni devono capire che non sei solo, che hai sempre il nostro sostegno. Che siamo pronti a proteggerti.»

Allarga il petto e appoggia le mani sui fianchi, la posa da supereroe. Mi costringo a non ridere davanti alla sua espressione seria.

«In effetti, penso che la tua presenza al mio fianco scoraggerebbe chiunque ad avvicinarmisi.»

Jason Carver, in particolare, non mi torcerebbe un capello, se Dustin gli intimasse con la sua adorabile zeppola di togliersi dai piedi. Sicuro.

Dustin assottiglia gli occhi e mi punta un dito addosso.

«Io e te ci vediamo a pranzo, ti porto in mensa. Fino a quel momento non fare stupidaggini, mi hai sentito?»

Sospiro e alzo due dita all'altezza del cuore. «Parola di scout.»

«Tu non sei mai stato uno scout.»

«No, ma sono un fan delle loro nottate a base di birra e spinelli.»

Dustin e gli altri del primo anno si allontanano per le loro lezioni, con me restano Gareth, Jeff e il freak. A pensarci, potrebbero scortarmi loro a zonzo per la scuola, visto che frequentiamo gli stessi corsi, ma ho il sospetto che Dustin non si fidi un granché della loro soglia di attenzione. Non riesco a dargli torto.

Delle spiegazioni del prof non seguo ovviamente una parola, sono troppo attento ai movimenti e ai sussurri attorno a me. Finalmente qualcuno si azzarda a guardarmi di sottecchi, senza rivolgermi mai la parola. E così scorre la giornata, placida, fino all'ora di pranzo, anche se non smetto di stare all'erta, e prosegue fino al pomeriggio.

Le prove con la band sono state rimandate, perché Jeff ha un impegno con i genitori. Invece di tornare a casa, decido di restarmene nei paraggi, visto che verso sera dovrei tornare per la sessione di D&D. Fossi uno studente modello, mi piazzerei in una delle tante aule deserte per rimettermi in pari con i programmi scolastici, visto che sono indietro in ogni singola fottuta materia, invece salgo fino al terrazzo, dove c'è la serra del corso di botanica. Accendo una sigaretta e mi siedo sulla panchina.

Ho promesso a Dustin che non avrei dato nell'occhio finché non fossero tornati a scuola per giocare, ed è quello che farò. Me ne resto ad ascoltare musica a tutto volume nelle cuffiette e rileggere gli appunti sulla sessione di oggi, ultimamente sono così distratto che ho paura di aver saltato qualche passaggio importante. Un Master deve sempre essere pronto a far fronte all'improvvisazione e alle necessità dei giocatori.

These Cynical Eyes // SteddieWhere stories live. Discover now