Capitolo 8

20 6 2
                                    

Odette, davanti al fuoco, sorseggiava il suo whisky. Accarezzava i capelli di Ascanio, erano morbidi. L'uomo teneva il viso appoggiato sulle sue gambe, era a pezzi per la morte di Rafael.

Ascanio Righetti era un uomo affascinante, dai tratti delicati e chiari, li aveva ereditati dalla madre. Dopo la laurea in marketing aveva tentato di avviare una società di consulenza ma, alla fine, aveva ceduto alle avances dei genitori entrando a far parte dell'azienda di famiglia di import/export a livello globale. Si occupava della logistica e pubblicità, il suo carattere pragmatico lo aiutò moltissimo nel lavoro.

Non era un debole, affrontava ogni situazione di petto proprio come gli avevano insegnato i genitori fin da bambino. Era differente da Manuel, più piccolo di lui di 4 anni. Dotato di grande pazienza, razionalità e altruismo.

L'incontro con Rafael avvenne durante un master in una nota università americana, il dottore si stava specializzando in chirurgia plastica mentre Ascanio seguiva un corso di marketing. I due si incontrarono in un bar e quella mattina condivisero il tavolo per poi scoprire che, entrambi, vivevano nello stesso stabile.

Rafael aveva il tipico fascino spagnolo, abbronzato, con gli occhi scuri e molto intensi. Ai tempi, portava i capelli lunghi fino alle scapole che raccoglieva spesso in una treccia.

Ascanio fu coinvolto totalmente dall'uomo senza che se ne rendesse conto, in maniera molto naturale e quello fu uno dei periodi più belli di tutta la sua vita.

Un aneddoto che ricordava continuamente Rafael riguardava il loro primo bacio durante una visita al Millenium Park di Chicago.

"Quel bacio mi stava costando la faccia!"

Era questa la frase utilizzata, ci rideva su ogni volta che raccontava la storia.

Era comunque vero. Ascanio non aveva preso bene il gesto e mai e poi mai avrebbe immaginato di provare attrazione per un uomo. Eppure, qualcosa in lui stava cambiando.

I giorni a seguire il giovane Righetti evitò il bar che frequentavano solitamente, non voleva vederlo. Rafael non fu insistente anzi, gli diede il tempo di metabolizzare la cosa fin quando, una sera, bussò alla porta di casa sua per un confronto.

Fu proprio quello il principio della loro storia d'amore.

Le titubanze non mancarono e si accentuarono quando Ascanio rientrò in Italia, suo paese natale. Non era pronto a confessare ai genitori di essere omosessuale. Preferì fingere e mantenne la recita per anni. Ritagliava dei weekend o settimane per scappare via insieme al suo compagno, lontano da casa riusciva ad essere sé stesso.

Fu un pomeriggio in ufficio, qualche mese prima, che Manuel, per sbaglio, scoprì la sua omosessualità ascoltando una telefonata e capendo il perché Ascanio, da anni, parlasse tanto di questo medico ispanico. Manuel provò di tutto per intimidire Rafael, prese persino un aereo per parlargli a quattrocchi...

Lo incontrò in un bar in centro a Madrid, il dottore aveva lo studio in un palazzo sulla Gran vìa. Aspettò al tavolo arrivando prima dell'ora di pranzo.

Rafael entrò dalla porta salutando il proprietario e i camerieri, era un cliente abituale del posto.

"Finalmente ci conosciamo"

Esclamò sedendosi di fronte a Manuel che scostò gli occhi dal menù per scrutarlo cercando di capire cosa ci fosse di così affascinante in lui da riuscire a far perdere la testa ad Ascanio. Non smetteva di fissarlo.

"Ordiniamo da mangiare?"

Propose il dottore cercando di rompere il ghiaccio. Fece un cenno al cameriere che arrivò al tavolo in un baleno.

Lo ChaletWo Geschichten leben. Entdecke jetzt