Capitolo 20 - Il tema per la McGranitt e la lezione di pozioni

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Dopo due giorni da quella notte, non avevo più fatto quell'incubo e pensai che fosse lo stesso anche per Harry, dato che non ne avevamo più parlato. Tuttavia quello che avevo scoperto e quello che avevo ricordato mi avevano lasciata scossa. Le due notti passate mi ero svegliata tutta sudata, sudavo freddo, convinta che ci fosse qualcosa che parlasse e che io lo sentissi. Mangiavo qualcosa ogni tanto, ma mai abbastanza. Quell'incubo mi stava facendo impazzire e anche se non l'avevo più fatto, era marchiato come a fuoco nella mia testa. Quella mattina, mi svegliai e decisi di usare molto correttore e molto fondotinta per coprire le occhiaie per non far capire a nessuno che dormivo poco e male. Dopodiché mi vestii e mi recai in sala grande per la colazione. Salutai i miei amici con un sorriso e Draco con un bacio sulla guancia, poi presi a fissare il tavolo, guardando il cibo. Ma più lo guardavo, più mi passava la voglia di mangiare. «Anche oggi a digiuno?» disse Pansy visibilmente irritata. Io rinsavii dai miei pensieri e dissi «Che posso fare se non ne ho voglia? Ho lo stomaco chiuso» «Ma ci deve essere pur qualcosa che ti impedisce di cibarti, non è normale che ti si chiude lo stomaco così! Sei così sciupata da sembrare un cadavere» «Pansy ora non esagerare, sono solo un po' ... giù di tono, ecco. Mi passerà, credo». «Magari se ci raccontassi cosa ti succede, forse potremmo aiutarti» parlò Blaise. «È... è complicato da spiegare» dissi io, ed era vero. Rivivere tutto quanto sarebbe stato doloroso e complicato per me. «Puoi provarci almeno, siamo pur sempre tuoi amici e ti aiuteremo se hai bisogno» rispose il mio amico posandomi una mano sulla spalla e Pansy, arrabbiata, aggiunse «Senti, posso essere anche comprensiva ma se adesso non parli, giuro che potrei farti bere del Veritaserum in un qualsiasi momento e senza che te ne accorga. Poi è a discapito tuo se confessi altre cose che nessun altro dovrebbe sapere...»
«Ok, no grazie, non ci tengo. Va bene, vi racconto tutto, ma promettetemi che non direte una parola a Noah e che la vostra opinione di me non cambierà, d'accordo?»
Entrambi annuirono e io gli raccontai tutto quanto: sia dell'incubo chè della storia della cicatrice. C'era il silenzio stampa mentre parlavo e solo quando finii di raccontare che Pansy sbottò: «E TU NON VOLEVI RACCONTARMI UNA COSA COSÌ IMPORTANTE? SONO LA TUA MIGLIORE AMICA, SIAMO CRESCIUTE INSIEME E NON MI HAI MAI DETTO NULLA!» «Pansy, calmati. Non potevo, non ci riuscivo, ero bloccata. Tutte queste cose che sono saltate fuori tutte insieme mi hanno scombussolata troppo. Non ero pronta a raccontare il tutto. Poi sai come sono fatta io, tengo tutto dentro» «Non parlo di adesso, ci sono state molte occasione in cui potevi raccontarmi questo episodio e non l'hai fatto e sicuramente non l'avresti fatto se non ti opprimevo. Quando la smetterai di tenerti tutto dentro? Non capisci che fai del male solo a te stessa?» «Non l'ho fatto perché non voglio più riviverlo. Ogni volta che ci penso ... hai visto che mi succede. Preferisco tenerlo dentro e dimenticarlo piuttosto che raccontare e riviverlo ogni volta»
«Riviverlo ti dà la possibilità di affrontarlo e provare a superare quel momento per te orribile». A parlare fu Vane che era in piedi proprio dietro di me, insieme a mio fratello «Appena entrati abbiamo notato che eri strana e, tramite la capacità da legilimens di Noah, abbiamo saputo tutto. Potevamo aiutarti, se solo ci avessi informati» concluse sedendosi vicino a me.
«Non ne avevo parlato ancora con qualcuno perché non ero pronta a farlo. Quel maledetto incubo mi tormenta da tre giorni. Più provo a ricordare più mi sento peggio. Non riesco più a dormire, a mangiare... e tutto è cominciato da lì, da quel sogno di due notti fa»
«L'importante è che alla fine sei riuscita a farlo. Dicci, come ti senti ora?» mi chiese mio fratello.
«Noah, bene non sto. Potrei stare meglio. Questo è certo»
«Sempre meglio di niente. Il peso c'è ma è più leggero perché, ora che sappiamo, possiamo aiutarti a sostenerlo e a superarlo» disse Draco. «Ragazzi, io apprezzo quello che volete fare per me ma non sappiamo quanto sia pericoloso tutto questo. Non voglio mettervi in pericolo ... nessuno deve rischiare per me», poi guardai il viso di mio fratello che si incupiva e aggiunsi «Neanche tu Noah». «Essere una famiglia comporta anche questo. Non ti lasceremo da sola, promesso» mi disse Vane sorridendo e ottenendo l'approvazione di tutti. Io annuii, senza aggiungere altro. I miei amici e il mio ragazzo erano le persone migliori che avessi incontrato ma quando prendevano una fissazione non c'era modo di fargli cambiare idea, ma sapevo bene che non avrei lasciato che qualcuno di loro morisse per colpa mia. Dopo la colazione ci furono le lezioni della mattina, poi il pranzo e dopo il pranzo la lezione di Divinazione, con la professoressa Cooman che sembrava sempre più fuori di testa. Dopo la lezione di Divinazione ci recammo nell'aula della Mcgranitt, che fece un annuncio: «Buon pomeriggio a tutti ragazzi, oggi facciamo una nuova assegnazione dei posti, che manterrete nei prossimi giorni, fino alla fine dell'anno scolastico. Non si cambia posto e nelle mie ore dovrete mantenere questi posti assegnati». Io ero seduta accanto a Blaise e speravo davvero, se avessi dovuto cambiare, di stare accanto a Draco. La professoressa riprese a parlare «Bene, formiamo le coppie: la signorina Grindelwald accanto al signor Malfoy, la signorina Parkinson accanto al signor Zabini, il signor Potter accanto alla signorina Granger, la signorina Black accanto alla signorina Brown e il signor Allen accanto al signor Weasley. Bene ora che abbiamo formato le coppie ci dedicheremo alla nostra lezione di trasfigurazione, poi vi chiederò un compito diverso: dovete scrivere un tema su di voi, che poi sarà letto dal vostro compagno di banco. Tutto ciò che volete scrivere potete scriverlo. Non vi darò nessun limite». Grazie a Dio ero vicino a Draco. Comunque, per il tema, decisi che avrei parlato un po' di tutto. Dopo la lezione della Mcgranitt si conclusero le lezioni. Mi recai in sala comune per iniziare a buttare giù qualcosa. In circa 2 ore finii il tema, mi piaceva fare le cose per bene. Dopo aver finito il compito, salii in camera mia e mi sdraiai sul letto, fissando il soffitto, con le canzoni di Ed Sheeran. Pensavo a tutto quanto, a tutto ciò che era successo, a quello che Vane e gli altri avevano detto. Era vero che mi ero tolta in parte un peso ma mi sentivo come se quel fardello fosse ancora presente, come se il fatto di averlo detto ai miei amici non fosse stato abbastanza. Sentii la porta aprirsi e vidi Pansy sulla soglia, entrò rapidamente, chiuse la porta e si sedette sul letto davanti a me: «Noi due dobbiamo parlare e sappi che non accetto scuse! Cosa ti succede? prima parlavamo di tutto, ci siamo sempre confidate tutto e sostenute a vicenda mentre ultimamente ti sei allontanata tantissimo e non mi piace. Posso capire che stai passando un brutto periodo ma non puoi allontanarmi come se fossi un'amica qualunque che hai conosciuto qualche mese fa. Da quando Vane è entrata a far parte della tua famiglia, parli solo con lei, ti sfoghi solo con lei, e io resto allo scuro di tutto, passando per quella insensibile quando mi ritrovo ad alzare il gomito per forzare le cose e venire a sapere cosa affligge la mia migliore amica, quella con cui sono cresciuta e ho passato la maggior parte della mia infanzia e adolescenza, quella che credevo mi considerasse una sorella ormai...». Non mi aspettavo una reazione del genere, non l'avevo mai vista in queste condizioni. Mi faceva male, perché in realtà stavo male a pensare che Pansy stesse male per causa mia, ma ero leggermente troppo confusa in quel momento. Volevo bene a Pansy, davvero come ad una sorella, ma era vero, l'avevo trascurata, ma non solo perché c'era Vane, ma perché c'era Draco. Riflettei per un attimo sulle sue parole e pensai a cosa dire per non peggiorare le cose, poi dissi «Mi dispiace, non avevo idea che ... tu percepissi questo. Il fatto è che in questo periodo meno parlo più sto meglio e in questo periodo sto parlando più con Draco che con voi perché essendo il mio ragazzo sa meglio come volgere le cose. Ma non avrei dovuto tenerti all'oscuro di tutte queste cose. Anzi, avrei dovuto parlarne per prima a te, che sei mia sorella. Scusa» «Non conta che figura abbia quella persona nella tua vita, ma quanto conta per te! Non è perché Draco è il tuo ragazzo o Vane è tua cognata, significa che ti conoscono meglio di me e Noah che abbiamo potuto assistere alla tua crescita come persona, come non sto dicendo neanche il contrario ... se Blaise, ad esempio, un giorno dovesse chiedermi di scegliere tra lui e te, io sceglierei la mia migliore amica perché sa o dovrebbe sapere come sono e chi sono realmente. Se la stessa domanda te la farebbe Draco, è palese che sceglieresti lui... Cosa che, ultimamente hai già fatto...» «Pansy ascolta, ti voglio bene. Sei una delle persone più importanti della mia vita e soprattutto non ti abbandonerei mai, per nessun ragazzo, ne per Draco ne per qualcun altro. Tu mi conosci meglio di chiunque e ci sei sempre se ho bisogno di sfogarmi o di parlare con qualcuno. Ma ... sbagliare è umano. Ho sbagliato a trascurarti, a non parlare più con te di determinate cose e mi dispiace. Non posso cambiare il passato, per quanto lo vorrei, ma posso provare a migliorare nel futuro. E comunque, io sceglierei te, sempre. La mia migliore amica, la mia compagna di banco delle elementari, la ragazza con cui ho fatto le cose più sceme e belle del mondo, mia sorella. Nessuno mai potrebbe sostituire te. E si è vero che mi sono avvicinata di più a Vanessa ma nel mio cuore ci siete entrambe, nessuna delle due potrà prendere il posto dell'altra e soprattutto nessuno prenderà mai il tuo posto» «Sei fortunata che ti voglio comunque bene, altrimenti avresti fatto una brutta fine, lo sai vero?» «Sì lo so bene. Ti voglio tanto bene anch'io. Te lo ricordi il nostro motto?» e lei annuì e cominciammo all'unisono «Sempre insieme» poi proseguì lei «Nel bene» «Nel male» e insieme concludemmo «O nel casino più totale!». Poi la abbracciai, stringendola a me. Dopo poco lei disse «Sì, ok, tutto meraviglioso ma ora staccati per favore» ed io annuii e mi staccai dall'abbraccio. Tra una cosa e l'altra era ora di andare a cena, così ci sistemammo entrambe e andammo in Sala Grande a mangiare. I fugaci tentativi di Noah, Draco e Pansy di farmi mangiare avevano più o meno funzionato ma non abbastanza. Qualcosa avevo mangiato ma sapevo che non era sufficiente. Passò anche la cena, poi andai in Sala Comune, diedi la buonanotte a tutti i miei amici e salii in camera. Almeno riuscii a dormire serena. La mattina dopo mi svegliai con un pensiero fisso: il tema per la Mcgranitt. Lo cercai per tutta la stanza mettendola sottosopra, con il sottofondo delle imprecazioni di Pansy che, al contrario di me, era parecchio ordinata. Comunque, trovato il tema, preparammo gli zaini con le cose che mi servivano per quella giornata e scendemmo in Sala Grande per la colazione. A colazione, come sempre, nessuno parlava, eravamo tutto troppo stanchi per spiccicare parola. La prima lezione sarebbe stata appunto quella della Mcgranitt, così io e Draco ci recammo verso l'aula di trasfigurazione e prendemmo i posti assegnati dalla professoressa. Dopo circa 5 minuti entrò l'insegnante, che ci salutò e poi iniziò a parlare del tema che avremmo dovuto svolgere il giorno prima. Si decise di estrarre i nomi e, sempre grazie alla mia fortuna, fui la prima a dover leggere il tema, o meglio, il mio tema fu il primo ad essere letto. Draco cominciò:

Hate makes Love - 4° - yearsWhere stories live. Discover now