Steve

27 2 2
                                    

Sono passati tre anni da quando ho lasciato Hawkins, ormai vecna e il sottosopra sono completamente scomparsi.

Molti di noi si sono allontanati da quella città, tra cui io e Robin.

Lavoriamo entrambi in un negozio e condividiamo un appartamento in affitto.

Con Jonathan e Nancy ho perso i contatti, apparte Dustin che si è trasferito con la madre qui vicino.

Ormai abbiamo cambiato vita e abitudini, ma nessuno di noi è davvero tranquillo come si vorrebbe.

Da quando mi sono trasferito, ho riscontrato dei problemi nel dormire, ogni notte faccio lo stesso incubo.

Non ne ho parlato con nessuno, nemmeno con Robin.

Sarà soltanto un periodico di stress per il lavoro, non penso sia una cosa di cui preoccuparsi troppo.

"Terra chiama Steve, sei pronto o no? Rischiamo di arrivare in ritardo su lascia stare quei capelli." Sento dire da Robin al piano di sotto.

Mi precipito da lei con la divisa del lavoro e prendo le chiavi dell'appartamento.

"Stavi ancora pomiciando con il tuo riflesso, narciso?" Mi chiede facendo finta di limonarsi da sola.

"Cogliona non sono così egocentrico da baciare il mio riflesso, ora muovi il culo e usciamo." Le rispondo aprendo la porta.

Lei mi viene dietro e, dopo aver chiuso la porta, scendiamo andando verso l'auto.

[...]

Entriamo nel negozio.

Ora lavoriamo in un una sala giochi, sempre piena di ragazzini e a volte anche coetanei nostri.

Dustin viene sempre qui con quei altri ragazzini per giocare a D&D.

Ma tra tutti, non so per quale motivo, non gli ho mai sentito nominare il nome di quel suo migliore amico.

Forse avrà rimesso apposto la testa e starà facendo un lavoro serio.

Non che mi importi più di tanto.

"STEVE" urla Dustin.

"Henderson già di prima mattina ti metti a urlare?" Dico cercando di far funzionare di nuovo una machine sistemando i cavi.

"HO UNA PROPOSTA" dice urlando ancora.

Sbuffo e mi alzo.

Vedo lui con gli altri suoi amici insieme alle due ragazze.

Mike, Undi, Will, Max e Lucas.

"Bhe sentiamo cos'hai da propormi" dico mentre Robin si avvicina incuriosita.

"Visto che sei più scontroso e stressato del solito, ho pensato di invitarti a un concerto che si farà in un locale qui vicino domani sera" dichiara mostrandomi un volantino.

"Un concerto Metal? Mi hai scambiato per Wheeler? Io non vado matto per queste cose" dico.

"Che centro io scusa"

"Zitto che le ascolti queste cose" lo indico.

"Dai Steve andiamo sarà divertente" mi supplica Robin.

Scuoto la testa e incrocio le braccia mentre l'intero gruppo mi fissa.

Dopo qualche minuto di silenzio sospiro e cedo.

"E va bene, ma basta che smettete di fissarmi come dei cani bastonati" dico alzando gli occhi al cielo.

Tutti esaltano alla mia risposta.

LibertéDove le storie prendono vita. Scoprilo ora