❀Una Stella mi disse❀

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❀UNA STELLA MI DISSE❀

✧・゚IwaOi*:・

14/07/2014

Lo squillo del cellulare lo detestava, per questo aveva sempre la vibrazione inserita, motivo per cui impiegò un paio di minuti per rispondere alla chiamata. Un numero sconosciuto, al quale non avrebbe proprio risposto se non fosse stato per quella sensazione allo stomaco. Aveva il presentimento che qualcosa di brutto fosse accaduto nel mondo e che lui, parlando da solo rivolto al suo stesso riflesso nello specchio, non se ne fosse reso conto.

La voce dall'altro lato era neutra, non un'intonazione che potesse farlo preoccupare più di tanto, ma poi ciò che gli venne detto fu tutt'altro che banale, anzi, gli cambiò totalmente la vita.

Una volta chiusa la telefonata, dovette trovare la parete più vicina per sorreggersi perché le gambe avevano smesso di resistere alla gravità e lo avevano piano piano abbandonato verso il suolo.

Era davvero successo.

La catastrofe che gli aveva leggermente infastidito lo stomaco, portandolo a rispondere al telefono.

Era morto.

Suo padre aveva avuto un incidente in macchina e, ora, non c'era più.

Solo il cognome gli rimaneva di quell'uomo, oltre ai beni materiali.

Iwaizumi.

Nient'altro.

Da quel momento, la sua vita prese una strada che nemmeno lui si sarebbe mai aspettato. Si era diplomato al liceo appena due settimane prima, aveva deciso di cambiare città per studiare dieci giorni prima e aveva scelto la facoltà di Giurisprudenza tre giorni prima... prima dell'incidente.

Ora, nonostante i programmi che si era imposto, dopo quell'incidente inaspettato che gli aveva portato via quell'unico genitore che gli era rimasto, aveva cambiato completamente idea. Non più Giurisprudenza, non più una città lontana, bensì uno stato completamente diverso, non più un contatto con la vita passata, con i parenti che lo guardavano con compassione, o con gli amici che gli continuavano a dare pacche sulle spalle, come se potessero aiutarlo a stare meglio.

La sua vita era completamente cambiata e lui con essa.

Dieci anni dopo – 23/11/2024

I corridoi di quell'ospedale li conosceva a memoria, non poteva permettersi di perdere tempo perdendosi. Ormai era un medico a tutti gli effetti e presto avrebbe provato a scalare la vetta cercando di accaparrarsi il posto da primario, al momento occupato da un anziano scorbutico che esercitava quella professione da più di quarant'anni.

«Iwaizumi, l'hanno chiamata in pronto soccorso» l'infermiera si era affacciata solo per informarlo e poi era sparita, lasciando Hajime di nuovo da solo con l'anziana signora con la demenza senile. Quella paziente era arrivata circa un paio di mesi prima, si era bruciata con il forno e da allora non l'aveva più dimessa perché sola a casa e pericolosa per se stessa. Hajime aveva preferito continuare ad occuparsene lui stesso, in veste di medico, ma in realtà si era affezionato per la sua stravaganza mista a dolcezza. Con lui la Signora si comportava come una nonna premurosa. Aveva iniziato semplicemente informandosi se mangiava abbastanza e aveva concluso rimproverandolo per il camice non stirato.

«Bene, ora devo andare, torno a controllarla più tardi. Mi raccomando, non faccia arrabbiare di nuovo le infermiere, Signora Lopez»

L'anziana scosse la testa ed indicò la porta aperta.

«Ha fatto la scelta sbagliata» disse con leggera agitazione.

«Che scelta?»

«Lasciare quella ragazza. Non avrebbe dovuto farlo, ora la ragazza soffrirà e così anche l'infermiera»

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