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Dušan

Ascoltare musica quando accanto hai Paulo Dybala è praticamente impossibile: parla, parla senza mai fermarsi. Mi volto verso Álvaro seduto accanto a me in cerca di aiuto, ma quest'ultimo é impegnato a farsi una bella risata <invece di ridere, aiutami perché non ci arrivo a Bergamo senza il mal di testa>
<L'hai voluto tu accanto, ora ne paghi le conseguenze> tenta di darmi una pacca sulla spalla
<Solo perché non c'è Federico> affermo; accanto a me l'argentino sbuffa quasi offeso dalla mia frase.
<Non apprezzi la mia compagnia, Duci?>
<Non è che non l'apprezzo, ma parli troppo amico>

Vado molto d'accordo con tutta la squadra, però sto iniziando a legare molto con Paulo e Álvaro. Entrambi, fin da subito, hanno cercato di mettermi a mio agio in questo ambiente nuovo a me.
<Bene ragazzi> la nostra chiacchierata viene interrotta dalla voce del mister <siamo quasi arrivati. Mi raccomando: tenete alta la concentrazione e disputate un'ottima partita> dice.
Affrontare l'Atalanta in generale non è mai troppo semplice, fanno un bel gioco e hanno dei giocatori fantastici, ma farlo qui a Bergamo in casa loro è ancor più difficile, soprattutto con i tifosi atalantini sugli spalti. Ne so qualcosa, purtroppo. L'ultima volta che sono stato al Gewiss Stadium con la mia vecchia squadra, i commenti nei miei confronti sono stati tutto fuorché dolci. Mi chiedo come possano, ancora nel 2022, fare cori di quel genere. Quel giorno ero sul punto di scoppiare davanti alle telecamere, ma mi sono fatto forza e mi son detto: non dargliela vinta, Dušan, sei superiore a loro.

Quando il mister torna a sedersi accanto al suo vice, Landucci, Álvaro ne approfitta per riprendere la chiacchierata, in sottoveste di pettegola di prim'ordine <a proposito, mi sono dimenticato di chiedervi l'altra sera cosa avete fatto>
Lo guardo <cosa avremmo dovuto fare? Serata tranquilla e poi a casa, praticamente abbiamo una partita un giorno sì e l'altro pure> dico. Cambiando squadra mi sto ritrovando a dover disputare in una settimana almeno due partite, no che mi dispiaccia ma i ritmi sono diversi rispetto a quelli che avevo fino a qualche settimana fa e mi ci sto abituando piano piano.
<Ho chiacchierato un po' con la cameriera del ristorante> racconta Paulo <davvero simpatica e carina, ma non ha voluto lasciarmi il suo numero>
<Mi pare ovvio visto che sei fidanzato> gli fa notare, giustamente, Álvaro.
<Dovresti smetterla di comportarti da coglione e fare il ragazzo serio> gli dico
<Ma lo sono> ribatte l'argentino <solo che...>
Lo interrompo <'solo che' niente amico. Se ami davvero la tua ragazza metti la testa a posto, se invece pensi di non amarla abbastanza allora lasciala. Nessuna ragazza merita di essere usata>

<Nemmeno portarsela a letto e poi scaricarla il giorno dopo, però> controbatte lo spagnolo
<É diverso Alva, e lo sai>
<Non lo è invece, Duci>

***

Jordan

<Malinovskij, lo sapevo! Dio, che incubo. Sempre lui!>
Ormai bestemmie e urla di disperazione nella mia famiglia, quando gioca la Juventus, sono tutte nella norma. Stasera giocano in trasferta-credo si dica così- motivo per cui sono tutti e tre a casa. <Perdono?> chiedo a mia madre entrando in cucina.
Annuisce <sai che novità> risponde sarcastica.
Posso dire che in questa stagione rare volte ho sentito mio padre e le mie sorelle essere contenti per la vittoria della loro squadra, stanno facendo davvero pena.
Vedo mia sorella Sam entrare in cucina borbottando qualcosa <il nuovo non sta brillando?> le domando; lei si volta verso di me con un'espressione per nulla amichevole <non mi provocare> mi minaccia puntando contro il dito e quasi non le scoppio a ridere in faccia per quanto la stia trovando ridicola. Io, però, non sto provocando nessuno... forse.

Sono più o meno le dieci e mezza quando sento un urlo provenire dal salone e dallo spavento, il cellulare mi casca dalle mani <dovete fare una brutta fine!> urlo mentre mi abbasso per raccogliere il mio povero IPhone; per fortuna niente di rotto altrimenti avrei ucciso uno ad uno quei tre soggetti.
<Calma sorella> Julia entra in cucina <ringrazia quei deficienti che hanno pareggiato, altrimenti ti avrei torturato per tutta la notte>
<E io che c'entro, scusa?>
Alza le spalle <devo pur romperti le palle in qualche modo. Ah te lo ha detto papà?>
La guardo confusa <dirmi cosa?>
<Venerdì vieni allo stadio con me, c'è il derby>

Suddenly you || Dušan VlahovićWhere stories live. Discover now