Famiglia

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Oggi la mia amata sorellina compie 25 anni, e bene si 25 anche se a volte sembra che ne abbia 15 ma è proprio questo quello che amo di mia sorella lei non ha mai perso quello spirito avventuriero di bambina e mai lo perderà alcune volte che si versione femminile di Peter Pan. Lei non sa che io sto andando a Roma per il suo compleanno quindi sarà un po' una sorpresa, mentre giro per l'aeroporto di Torino in attesa del mio volo mi vedo che ci sono diversi negozi e uno di questi è un negozio di bambini, subito in viso mi si forma un leggero sorriso solo al pensiero che tra qualche mese sarà zia per la prima volta e sinceramente ho un po' di paura spero solo di essere un ottima zia. Così entrai nel negozio e iniziai a guardare qualche cosa, ho sempre adorato i negozi per i bambini, io ho sempre amato i bambini e desideravo costruirmi una famiglia da giovane, non che io sia vecchia ma avrei voluto avere già una figlia a quest'età ma per ora mi accontenterò a essere zia, per un attimo mi immaginai la mia piccolina con indosso una di queste cose sicuramente sarà più che bella vidi diversi body uno più bello di un altro ma solo uno catturò la mia attenzione era un semplicissimo body body bianco ricoperto da tanti fiorellini così lo presi e mi diressi in cassa pagai e poi uscì girai ancora un po' per tutto l'aeroporto, sentì il telefono squillare lo presi e visti che era mio fratello Filippo <ei fratellone> dissi rispondendo a mio fratello <ei stellina> mi rispose <stai ancora aspettando il volo?> mi chiese <si ma credo che tra un po' lo chiameranno> dissi mentre continuavo a camminare <mia cognata e mia nipote come stanno> dissi sorridendo e sedendomi su una delle tante sedie dell'aeroporto <bene stanno bene anche sa la tua dolce nipotina si fa sentire> disse
<io non vedo l'ora di vederla>
<pensa io, ancora non ci credo che sto per diventare padre>disse sono molto contento per mio fratello mo merita tutto questo
<ho comprato un pensierino per la mia piccolina>
<già me la vizi da adesso? Non voglio pensare a quanto sarà più grande>
<se per un pensierino fai così non voglio pensare cisa farai quando le regalerò la casa di Barbie> dissi ridendo
<anche Camilla me lo ha accennato> disse e io risi
<tu tutto bene a Torino?>mi chiese
<si, si tutto bene> dissi
<e con> fece un colpo di tosse
<c-con Correa?> mi chiese, alzai gli occhi al cielo ma sorrisi
<con Correa tutto bene, sto bene con lui> dissi
<ti piace?>
<sì mi piace> disse senza esitazione
<sono contento per te stellina, davvero contento>disse sorrisi a quella risposta, in quel preciso momento chiamarono il mio volo <Fili hanno appena chiamato il mio volo ci vediamo a casa?> chiesi <si certo ti passa a prendere Andre> mi disse <va bene okay ci vediamo dopo> dissi, chiusi la chiamata con mio fratello e andai ad imbarcarmi, mi sedetti nel mio posto come sempre vicino al finestrino <ehm scusa> disse una voce femminile mi voltai e vidi di fronte a me una giovane ragazza poteva avere si e no 15 o 16 anni <dimmi> dissi sorridendo alla ragazza dai capelli corti e castani <nel mio biglietto c'è scritto che dovrei essere seduta qui ora mi chiedo deve arrivare qualcuno oppure si sono sbagliati? perché wow essere accanto a Ludovica Mancini> disse la ragazza nervosamente e gesticolando <calma respira> dissi sorridendo e la ragazza prese un bel respiro <viaggio da sola non ho nessuno con me e no il tuo biglietto non è sbagliato> dissi sorridendo la ragazza mise il suo bagaglio nella cappelliera e si sedette mi incuriosiva quella ragazzina di cui non sapevo nemmeno il nome ma con la coda dell'occhio vidi che la ragazza non era da sola era con tutta la classe e mi accorsi che alcune delle sue compagne la prendevano in giro così guardai la ragazza e vidi che era giù di morale, vidi che muoveva in maniera agitata la gamba e faceva dei profondi respiri stava per avere un attacco di panico, così presi la sua mano la ragazza alzò lo sguardo e vidi che già stava iniziando a piangere mi sedetti nel posto del centro e con altra mano gli accarezzai i capelli  <ei va tutto bene> dissi in un sussurro <tranquilla> continuai a tranquillizzarla il suo respiro era più tranquillo <g-grazie> disse <e di che> risposi <ho sempre affrontato gli attacchi di panico da sola non c'era mia nessuno con me> disse a quelle parole il mio cuore si ruppe a mille pezzi <quindi è una cosa nuova per me che i sia qualcuno che mi aiuti> continuò a dire la ragazza mentre qualche lacrima bagnava il suo viso <e poi quelle arpie non fanno altro che ricordarmelo> disse <ricordarti degli attacchi i panico?> chiesi <di tutto, degli attacchi di panico, che i miei sono divorziati, che vado dal  psicologo della scuola> era la prima volta che una ragazzina mi parlasse dei suoi problemi e che si aprisse con me <scusami ti avrò annoiato> disse asciugandosi le lacrime <tranquilla non mi hai annoiata> dissi <tanto non puoi capirmi nessuno mi capisce, a volte nemmeno Livia mi capisce> disse, mi ricordava la me di tanti anni fa quando non iniziai a parlare con nessuno, quando iniziai ad andare dal psicologo <invece ti capisco> dissi lei mi guardò un po' scioccata <tu? Scusami se te lo dico ma non credo che una persona come te che  dalla vita ha sempre avuto tutto può capire una comune mortale come me> disse io risi <anche io sono una comune mortale> dissi ridendo
<quando avevo la tua età inizia a soffrire di disturbi alimentari, iniziai non mangiare per dimagrire ma finì solo in ospedale>
<a 18 anni i miei divorziarono, e posso capire quanto sia difficile> dissi la ragazza mi guardò <e come hai superato tutto questo?> mi chiese
<mi concentrati su quello che volevo fare nella vita e a parlare un po' di più con le persone>
<n-non lo sapevo>disse
<mi dispiace>
<e io credevo che la tua vita era tutta rose e fiori> disse seguita da una risatina
<la frase "I soldi non danno la felicità" e vera, con i soldi puoi comparti tutto quello che vuoi ma riguardo ad una cosa siamo tutti uguali>
<su cosa?>
<l'immortalità non esiste prima o poi tutti noi c'è ne andremo, la morte non la puoi comprare e non ci puoi fare nemmeno un patto arriva quando deve arrivare> dissi, non volevo essere troppo sincera ma dovevo dirglielo
<grazie Ludovica> mi disse sorridendo
<prego?>chiesi non sapendo il suo nome
<Virginia> disse porgendomi la mano e io gliela strinsi
<secondo mia mamma questo nome urli l'eleganza> disse ridendo <ha ragione tua mamma>  dissi <Virgi, Virginia> disse una ragazza <Livia> esclamò la ragazza seduta affianco a me <ti ho certata per tutto l'aereo> disse esasperata posò lo sguardo su di me <l-lei è Ludovica Mancini?> chiese e io e la ragazza annuimmo <o mio dio> disse portandosi le mani sui capelli <se vuoi puoi sederti qui> dissi spostandomi di un posto ritornando così nel mio posto vicino al finestrino <gita scolastica?> chiesi <si è la prima volta che andiamo a Roma> disse la ragazza dai lunghi capelli castani e i gli occhi verdi <che scuola frequentate?> domandai incuriosita ancor di più dalle ragazze <facciamo il liceo classico> mi informò Virginia io ho sempre odiato il latino <wow io ho sempre odiato il latino> le informai ridendo <non dirlo a me, ancora dopo tre anni non so perché io abbia scelto il classico> disse Lavia <a te piace il latino?> chiesi alla ragazza seduta vicino a me <si mi piace anche greco sono davvero brava> disse fiera di se, dopo una manciata di minuti il capitano annunciò di allacciare le cinture e dopo una manciata di minuti l'aereo decollò

Come in un film Where stories live. Discover now