- day five

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Harry socchiuse un occhio

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Harry socchiuse un occhio. Davanti a lui un vetro era socchiuso e lasciava fluire l'aria fresca della mattina. Il sole era già alto nel cielo azzurro, qualche nuvola correva rapida in quella tela monocolore proiettando le proprie ombre sulle palme verdi ondeggianti a causa del vento.

Aveva perso l'alba da un pezzo, pensò, ma non se ne sorprese perché non aveva idea di quando si fosse addormentato. Ricordava di essersi rotolato con Louis tra le lenzuola per un bel po' di tempo, anche dopo che avevano avuto una bella chiacchierata su come fosse fatta la sua villa e su come fosse vivere a Richmond. Louis sembrava non finire mai le energie e Harry era dannatamente attratto dalla sua ingordigia. Lo faceva sentire vivo.

Impiegò qualche secondo a rendersi conto che quell'energia non aleggiava più nell'aria e che il viso di Louis era premuto contro la sua schiena nuda, un braccio intorno al suo busto a solleticargli il petto con le dita addormentate per tenerlo stretto. Percepiva il suo respiro caldo sulla propria pelle, regolare.

Harry sorrise debolmente tra sé e sé.

Non si pentiva di ciò che aveva fatto. Non si pentiva di essersi abbandonato pressoché ad uno sconosciuto, non si pentiva di aver dormito più con lui in quella stanza che da solo. Magari non si sarebbero mai più visti e non avrebbe accettato il suo timido invito per Parigi, ma avrebbe comunque conservato dei meravigliosi ricordi di quell'isola e di quella vacanza.

Louis si mosse dietro di lui. La sua mano scorse sui suoi muscoli rilassati fino alla pancia, un mugolio roco segnò che si stava svegliando. Harry chiuse gli occhi per concentrarsi su quel calore, la punta del naso di Louis che gli sfiorava la spalla, il suo respiro che veniva meno per un istante, i suoi fianchi che si sospingevano contro i suoi per qualche movimento involontario. Riaprì gli occhi e voltò il viso di lato solo quando fu sicuro che fosse sveglio.

«Ciao».

Il braccio di Louis si strinse contro il suo stomaco stringendolo contro il proprio petto, aggiustandosi e incastrandosi perfettamente contro di lui. Si sporse quel che bastava per raggiungere la sua mandibola con un bacio umido.

«Ciao» mormorò, la voce roca e strascicata nel sonno.

Harry inspirò a fondo l'odore che permeava la stanza e il profumo di Louis, un vago sentore del bagnoschiuma alla vaniglia, un dopobarba più frizzante e parecchi ferormoni.

Louis scivolò con le labbra oltre la sua mandibola, sulla sua spalla. «Non sei andato a correre».

«Avremo dormito quattro ore al massimo» sorrise Harry, nello stesso torpore.

Louis cercò di ribattere, ma mugolò qualcosa di incomprensibile e Harry rise. Ne approfittò per voltarsi verso di lui però, girandosi tra le sue braccia in un sospiro pigro e rilassato. Trovò i suoi occhi socchiusi ad aspettarlo, assonnati, mentre si inumidiva le labbra sottili. Teneva un braccio piegato sotto la testa, mentre l'altro lo lasciò scivolare sulla sua schiena.

PARADISE LOSTWhere stories live. Discover now