14| giorno delle foto

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Ormai sono passate due settimane e finalmente posso dire di essere a tutti gli effetti la nuova PR della Prema.
René mi ha fatto vedere l'ufficio con tanto di scrivania, computer e un bel pannello di legno a muro dove appunterò promemoria, post-it e orari dei meeting. Ha detto che poi col tempo potrò personalizzarlo come meglio preferisco e già mi immagino le pareti piene di fotografie e schizzi. Perché sì, prima di focalizzarmi sull'ambito automobilistico, ho frequentato un liceo artistico dove ho scoperto la passione per la fotografia e il car design. Adoravo disegnare auto o le loro parti, ma poi mi sono resa conto che era molto complicato andare avanti, lo studio era troppo e avevo tantissime ore al giorno, così ho deciso di spostarmi in un Istituto Tecnico che comprendeva Comunicazione e Grafica, per non perdere del tutto la parte artistica. A 19 anni poi avrei scelto un'università per studiare marketing, ma la mail che mi è arrivata poche settimane fa mi ha completamente stravolto la vita. Non avrei mai pensato di entrare così giovane in un vero team automobilistico; e invece adesso sono qui, a guardare l'alba dalla finestra dalla camera dell'hotel dove starò almeno fino alla fine del mese, così che i manager e tutta la squadra possano sistemarsi e trovarmi un posto definitivo.
Ho sentito delle voci mentre giravo per la sede e ora sono leggermente in ansia. Penso fossero Marcus e Callum.

«Secondo te non potrebbe venire da noi?»
«Intendi da noi, da noi
«Beh sì, lasciarla sola in hotel non mi sembra molto gentile»
«Non so Marcus, certo sarebbe carino, ma bisogna chiedere a René...»
Avevo sentito il neozelandese ridere tra sé.
«Sei proprio un egoista. Vuoi tenermi tutto per te»
«Ma cosa dici?!»

Mi ero allontanata visto che avevano iniziato ad insultarsi a vicenda, ma quello che avevo ascoltato mi era bastato.
Se fossi finita in camera coi ragazzi non avrei avuto alcun problema, anzi, averli intorno mi avrebbe rallegrato le serate e i momenti liberi; bastava che tra di loro, però, Mick Schumacher non fosse compreso.

Decido di scollarmi dai pensieri e mi vesto con la tuta rosso fuoco che Charles mi ha portato ieri in camera. Quando mi sono vestita mi guardo allo specchio e sfioro coi polpastrelli prima il logo della Prema e poi il mio nome, stampato su una targhetta cucita sulla felpa. Mi sento davvero una di loro. Tiro su i capelli in una coda altra e mi prendo dietro uno zainetto prima di uscire dalla camera e correre in sede per scoprire cosa faremo oggi visto che non mi hanno ancora detto niente.
Durante il tragitto il cellulare mi vibra in tasca. Lo sfilo velocemente, portandolo all'orecchio senza leggere il nome sullo schermo.

-Brutta cretina, perché non c'hai detto che ti avevano presa?!-
-Scusa ho avuto altro da fare...-

Soprattutto ho avuto altro per la testa...

-Sì certo, aha-
-Maggie sul serio, non ho mai trovato del tempo libero, tra i meeting, capire come funzionano le nuove cose e tutto il resto...-
-Sì sì dai, ti perdoniamo-

Dopo quella brutta giornata, quasi quattro anni fa, nonostante una vecchia parte rompiscatole di lei fosse rimasta, i suoi atteggiamenti verso di me erano improvvisamente cambiati. Era come se, per lei, fossi diventata più importante; quello che facevo la rendeva felice e mi dava consigli su come andare avanti e migliorare. Negli ultimi anni l'avevo sentita più vicina e molte volte mi ero chiesta da dove fosse potuto derivare questo suo nuovo comportamento. Forse si era resa conto dell'errore che aveva fatto a lasciarmi partire da sola per Méribel e aveva capito che in quel momento l'unica cosa di cui avevo bisogno era sapere delle condizioni di Michael e stargli vicino il più possibile.
Perché quel giorno - me lo sono ripetuta tutti i giorni a tutte le ore dopo quello che era successo - ero andata là per sostenere Michael. Solo e solamente per lui.
Mick... Mick era stata soltanto una scusa.

-Aley? Pronto?-

Sbatto ripetutamente le palpebre e mi rendo conto di avere gli occhi lucidi.

-Sì... scusa-

Me li strofino coi polpastrelli della mano libera e sospiro cercando di non farmi sentire dall'area parte dello schermo.

-Allora, ti stavo chiedendo quando mi presenterai i membri del team, se mai sarà possibile. Sembravi molto entusiasta e penso siano persone simpatiche, no?-
-Sì... molto...-

Ripenso a Charles e Antonio, a Marcus, Callum e gli altri ragazzi della F4 e della F3; ma poi mi torna alla mentre lui.

-Beh, appena riesci richiamarci, magari con una videochiamata, ora devo scappare, ciao-
-A dopo-

Mentre chiudo la chiamata sento la voce di mio padre che mi augura una buona giornata e un lieve sorriso compare sulle mie labbra.
Tiro su col naso, rendendomi solo ora conto che stavo per piangere in mezzo alla strada. Infilo il cellulare nella tasca dei jeans e prendo un fazzoletto dalla tasca più piccola dello zaino.

Quando arrivo davanti alla sede prima di spingere il cancello verso l'interno ed entrare faccio un respiro profondo e chiudo gli occhi.
«Stai meditando?»
Una voce da dietro mi fa sobbalzare.
«Marcus, stupido, l'hai spaventata»
Sono solo Callum e i piloti di F4.
«Tranquillo, non fa niente...»
Il solo vederli accende qualcosa dentro di me, come se avessero il potere di rallegrarmi.
«Come mai qui con loro? Gli altri dove li hai lasciati?» chiedo a Callum riferendomi agli altri piloti di F3.
«Sono già dentro. Marcus ha voluto che l'accompagnassi a prendere qualcosa al bar»
«Cos'ho fatto 'sta volta?» chiede il neozelandese allargando le braccia con faccia confusa.
Lascio entrare i ragazzi, trattenendo una risata. Prima Enzo, Juan, Juri - un ragazzo estone che ho potuto conoscere solo una settimana fa visto che stava male e non era venuto in sede -, Lukas e per ultimi Callum e Marcus.
Mi chiudo il cancello alle spalle guardandoli camminare verso il portone d'entrata e sorrido. Affretto il passo e li raggiungo oltrepassando la porta e ritrovandomi davanti René e  Guillaume, che da quello che ho capito è come il suo braccio destro.
«Oh Aley, ti stavamo aspettando»
Mi avvicino a René facendomi spazio tra i ragazzi.
«Angelina è andata fuori, ma mi ha consegnato questa dicendomi di darla a te» allunga le mani verso di me porgendomi una macchina fotografica.
«Oggi è il giorno delle foto!» esulta Marcus da dietro facendomi sorridere.
Prendo la fotocamera dalle mani di René e la provo subito, prendendo alla sprovvista i piloti alle mie spalle.
«Ehi, fammi almeno vedere se sono venuto bene» sbuffa il neozelandese.
«Dopo vi farò vedere tutto» lo tranquillizzo abbassando l'obbiettivo verso terra e mettendomi la macchina fotografica al collo.
«Durante l'anno, inoltre, seguita sempre da Angelina, organizzerai live su Instagram e farai foto e riprese che monteremo per il video di fine anno»
Annuisco super emozionata.
«Venite, abbiamo già sistemato tutto per le foto di rito»
Seguo il gruppo finché non entro in una stanza scura di cui è illuminato solo un lato dov'è stato appeso un telo bianco; probabilmente i ragazzi dovranno mettersi lì per le foto.
«Bene, potete cominciare, io e Guillaume dobbiamo andare»
I piloti si fiondano sul telo spingendosi per trovare la posizione migliore per venire in foto.
«Ehi, uno alla volta. Prima i ragazzi di formula 4, Callum tu cerca di capire dove sono gli altri, ok?»
L'inglese annuisce ed esce dalla stanza scrivendo qualcosa al cellulare.

Dopo qualche minuto ho già fatto un bel po' di foto, sia coi ragazzi singoli che in gruppo. Le riguardo sul piccolo schermo della fotocamera e sembrano venuto proprio bene.
Ad un tratto, mentre i piloti stanno facendo una piccola pausa Callum spunta dalla porta e dietro gli altri ragazzi.
«Ottimo Callum. Venite, riprendiamo sub-»
Ma non riesco a finire la frase perché degli occhi azzurri compaiono dietro la schiena di Zhou. Si alzano incontrando i miei e poi mi superano piazzandosi al centro dei ragazzi, pronti per la foto.

~ ☆ ~
Nuovo capitolo. Nuova vita.
In realtà non so che scrivere, quindi vi lascio<3
°•Liv

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