5. Il Vestito

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Abbiamo tutti
le nostre macchine del tempo.
Alcune ci riportano indietro,
e si chiamano ricordi.
Alcune ci portano avanti,
e si chiamano sogni.

I will always remember
The day you kissed my lips
Light as a feather
And it went just like this
No, it's never been better
Than the summer of 2002 (ooh)
Uh, we were only eleven
But acting like grown-ups
Like we are in the present
Drinking from plastic cups
Singing, "Love is forever and ever"
Well, I guess that was true ...

La sveglia di Anne Marie mette fine al mio stato di dormiveglia.

Apro lentamente gli occhi, cercando di spegnere la canzone che mi risuona sul comodino.

Trovo il telefono, se così si può chiamare, e la spengo.

Ho un telefono apparentemente carino, che era di una mia compagna di stanza all'orfanotrofio e, quando ne ha comprato uno nuovo, me l'ha lasciato, senza la SIM.
Non che me ne faccia un problema, va benissimo così.

- Buongiorno, tesoro!- entra Annette, sorridente e già piena di vitalità alle nove del mattino.

- Buongiorno- rispondo con voce assonnata.

- Cosa ti va di fare oggi?- domanda, sedendosi su fondo del letto.

- Ehm... non saprei...- faccio spallucce.

Non conosco ancora per niente la città, quindi non ho idea di cosa si possa fare.

- Okay, chiedo anche ad Alex per sapere se vuole fare qualcosa in particolare- annuisce, uscendo dalla stanza e bussando alla porta di fronte alla mia.

Alex.

Sono stata sveglia a pensare tutta la notte a lui, una cosa che non mi succedeva da quando avevo tredici anni perché, sebbene lui se ne fosse andato, ho continuato a pensargli per i due anni seguenti.
E questa cosa non mi piace.

Ieri pomeriggio, una volta tornati dal mare, continuava a scherzare con me e a farmi i dispetti, una cosa che faceva da bambino.

Quando, appena arrivata in questa casa, mi ha praticamente detto che sono grassa.

Mi chiedo sempre se quella volta stesse scherzando.

Forse potrei chiederlo di persona, ma probabilmente arrossirei dalla vergogna fino a farmi diventare le orecchie viola.

No, decisamente no.

- Mamma, sto dormendo!- si lamenta una voce all'interno.

Mamma... l'ha chiamata mamma.
Ma come fa?

- Forza Alex svegliati che dobbiamo decidere cosa fare oggi che Norman è a lavoro!- lo riprende lei.

- Uhm... sì sì, mi sveglio- borbotta, aprendo la porta e facendo cadere lo sguardo nella mia camera, o meglio su di me, mentre fingo di cercare qualcosa nell'armadio.

- Scendete poi a fare colazione- ci sorride Annette, scendendo al piano di sotto.

- Cosa cerchi?- chiede dopo un po' guardandomi.

- Uhm... una cosa- mento.

- Vuoi una mano?- continua.

- No- rispondo fin troppo in fretta, arrossendo dalla punta dei capelli fino alla punta dei piedi.

- Scappi ancora?- si avvicina.

Ci siamo già trovati in questa situazione, quando avevamo sette anni.

La Notte Delle FaleneWhere stories live. Discover now