7. Il Nostro Acchiappasogni

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Nessuno può essere
libero se costretto
ad essere simile
agli altri.

- Bella addormentata, se ci tieni alla cena ti conviene alzarti!- sento pronunciare da una voce ovattata.

Sbatto un paio di volte le palpebre, rendendomi conto di essere nella mia stanza e coricata a pancia in giù sul letto.

Metto a fuoco quello, o meglio chi, ho davanti e sobbalzo per lo spavento, rischiando di cadere dal letto.

- Cosa ci fai qui?- domando, cercando di riprendermi per l'attacco di paura.

- È ora di cena, sono le 19:30 e tu ha dormito per un'ora e mezza- risponde ridacchiando.

Mi alzo prontamente, sistemando il letto e infilandomi nei piedi le ciabatte ad infradito che mi ha comprato Annette, tra i mille vestiti.

Sistemo le pieghe del vestito, tutto stropicciato, e scendo di sotto, seguita da Alex.

- Eccoti tesoro! Ho visto che ti eri addormentata e ho preferito non svegliati!- mi accoglie sorridente Annette, impegnata ai fornelli.

Le rivolgo un sorriso di ringraziamento, sedendomi a tavola vicino ad Alex.

Quando lo guardo mi chiedo sempre cosa gli abbia fatto cambiare così velocemente opinione su di me: la prima sera mi odiava e il giorno dopo faceva l'amico.

Vorrei chiederglielo, vorrei chiedergli così tante cose che non mi basterebbe una vita.

Si accorge del mio sguardo, girandosi verso di me.

Distolgo immediatamente gli occhi, arrossendo su tutto il viso.

- Domani ragazzi c'è scuola, quindi alle dieci nel letto- ci informa Annette.

- Oooh! Ma dai!- ci lamentiamo io e Alex.

- Niente discussioni, ora mangiate e filate a letto- ordina, mettendoci davanti un piatto di pasta fumante.

- Si capo- annuiamo insieme io e lui, scoppiando a ridere.

Mangiamo in silenzio, mentre Alex smanetta sul cellulare.

- Cosa guardi?- chiedo sorridendo dalla curiosità, girandomi vero di lui.

- Fatti gli affari tuoi- risponde brusco.

Mi giro velocemente dall'altra parte, per nascondere gli occhi lucidi.

Finita cena salgo velocemente in camera, augurando la buonanotte ad Annette, e salendo di scorsa le scale con la scusa di dover preparare lo zaino.

Avvicino la porta della camera, mettendo l'astuccio, un paio di quaderni e un libro per la ricreazione.

Guardo l'orologio blu sulla parete destra e leggo le dieci meno cinque.

Vado tranquillamente in bagno per farmi una bella doccia calda.

Un paio di lacrime mi rigano le guance quando ripenso alla risposta di Alex.

Sono stanca di piangere sempre come una bambinetta, ma è davvero più forte di me: da piccola, all'orfanotrofio, mi sono presa talmente tanti schiaffi e rimproveri per cose che non avevo fatto, ecco perché ho sempre paura quando qualcuno mi alza la voce contro.

Ho paura dei brutti commenti, dopo aver passato diciotto anni della mia vita presa in giro dagli altri ragazzi.

Mi sale subito l'ansia a pensare che domani torno a scuola.

Ma stavolta è diverso.
Questa è la tua vita, non la loro.
Loro non ci sono più.

Esco dalla vasca, asciugandomi i capelli col phon e mettendo il pigiama con i fiori di ciliegio.

La Notte Delle FaleneWhere stories live. Discover now