Capitolo 23

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Enjoy!

--Alicia--

Appena la donna disse 'avanti', giuro che le mie gambe iniziarono a tremare.

Sapevo di essere esagerata, ma ero davvero spaventata. Non volevo parlare di lui e non volevo piangere per lei e provare compassione per me stessa. Volevo essere forte e tenere la testa ben alta.

Se vuoi tenere la testa alta è meglio che entri.

Ancora una volta presi un profondo respiro e proprio mentre entravo volli tornare immediatamente indietro. L'ufficio era freddo; c'era un grande divano dove le persone si sedevano e chiudevano i loro occhi. E poi il mio sguardo cadde sulla sedia dove una donna era seduta con i capelli ramati tirati in alto in una coda di cavallo.

"Ciao," parlò.

La fissai e notai che i suoi occhi erano di un verde smeraldo davvero luminoso. Sbattei le palpebre ed annuii per salutare. Il mio cervello si era spento, e non riuscivo a pensare come sempre. Sorrise e m'invitò a sedermi sul divano. Lo guardai incerta e poi quella donna rise, facendomi saltare.

"Giuro che non ti morderò."

Risi debolmente e presi posto. Studiai l'ambiente che avevo intorno; era tutto normale e non somigliava ad un ospedale. C'erano foto sui muri dei suoi diplomi e certificati, mentre le foto della sua famiglia erano intatte sulla scrivania. C'era anche un caminetto inutilizzato, che però dava un'aria rustica alla stanza.

"Bene Alicia, sono la Dott.ssa Greene ma puoi chiamarmi Emerald."

"Emerald," dissi il suo nome, per ricordarlo. "Aspetta, i tuoi occhi sono verde smeraldo..." Smisi di parlare quando lei sorrise, mostrando i suoi denti perfetti che avrebbero potuto fare la pubblicità della Colgate.
Arrossii e mormorai, "Hai un bel nome."

Annuì d'accordo e ridacchiò. "Mia madre era una donna davvero spiritosa."

Non potei fare a meno di notare il verbo al passato. Ero sicura avesse sbagliato, ma ero curiosa e in quel momento tutte le buone maniere che mia madre mi aveva insegnato se ne erano andate con lei. "Era?"

"Si," mi fece un piccolo sorriso. Stavo per dirle di fermarsi, conoscevo il dolore per la perdita di qualche caro, ma lei continuò con un pizzico di tristezza negli occhi. "Ebbe un attacco di cuore quando avevo 13 anni. Ero andata a svegliarla una mattina visto che era in ritardo per il lavoro, ma quando l'ho chiamata lei non ha risposto. Non si mosse quando la toccai e notai che il suo petto non si alzava ed abbassava come avrebbe dovuto." Prese un profondo respiro e batté le palpebre per scacciare la tristezza. "Morì nel sonno."

Mi sentii imbarazzata per averglielo chiesto, così guardai in basso imbarazzata. Non sapevo cosa dire. Nemmeno 'mi dispiace' perché cosa avrebbe fatto? Un 'mi dispiace' non riporta in vita chi è morto e nemmeno fa alleviare il dolore. perciò dissi l'ovvio. "Non immaginavo nulla di simile."

"Si," deglutì, e ciò mi fece sollevare il viso.
Sul suo grembo c'era un block-notes che lei mi colse a fissare; lo mise da parte ed incrociò le mani. "Non prenderò note. Non aiutano la vittima e starò ad ascoltare e darti consigli col cuore. E tuo fratello mi ha raccontato del tuo problema."

Risi sotto i baffi. "Non è più un problema; sto davvero bene."

"Okay allora, ma dimmi, Nick era così anche prima d'incontrarti?"

Battei le palpebre sorpresa. Era arrivata velocemente al punto. "Beh..." Mi agitai. Non volevo parlare di Nick perciò guardai fuori dalla finestra, e la pioggia martellava contro il vetro. Stavo cercando di prendere tempo; davvero non volevo parlare di lui.

Sex 101 With Harry Styles [Italian translation]Where stories live. Discover now