26. Andrew: non il Natale che mi sarei aspettato

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Il Natale era la mia festa preferita

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Il Natale era la mia festa preferita. Eppure, quando quel 25 dicembre mi svegliai, non riuscii ad essere felice.

Come potevo? Avevo passato l'intera notte a pensare a Liam, a immaginare come lui avrebbe trascorso quella giornata, e le ipotesi che mi ero posto non mi piacevano affatto. Avrei voluto andare da lui, ma temevo che i miei genitori si sarebbero insospettiti, oppure che rimanessero dispiaciuti, dato che era uno dei pochi giorni senza lavoro che si potevano permettere.

Mia madre venne a bussare alla mia porta, sorpresa che non mi fossi già catapultato di sotto a seguito del buon odore dei suoi pancakes o alla prospettiva dei regali.

«Tesoro, stai bene?» domandò entrando nella stanza.

«Sì... ora scendo, mamma» risposi.

Lei capì che era meglio non insistere e mi lasciò di nuovo da solo.

Presi il telefono, ma come c'era da aspettarsi Liam non mi aveva in alcun modo cercato. Sospirai, mi vestii e scesi.

I miei genitori mi abbracciarono teneramente, augurandomi Buon Natale. Sapevano di cannella, come i buonissimi biscotti di mamma che mangiavamo sempre la sera, dopo cena.

Dopo la colazione aprii i miei sette regali. Un telefono nuovo, un computer migliore, alcuni vestiti di marca. Ero felice, ma mentre osservavo i regali, i miei pensieri tornavano sempre a Liam.

Proprio mentre stavo per ringraziare i miei genitori e scacciare quei pensieri per provare a vivere tranquillamente quella giornata, il telefono di mia madre squillò. Dalla sua espressione capii fosse lavoro, e sospirai. Mio padre la seguì immediatamente in cucina. Rimasero a parlare per dieci minuti, a voce bassa per non permettermi di sentire, e alla fine tornarono in salotto.

«C'è un emergenza» mormorò dispiaciuta mia madre.

«Dobbiamo andare per forza» convenne dispiaciuto mio padre.

«Okay».

Sorrisi, come a dire che non importava, ma non era affatto così. Perfino a Natale il loro lavoro era più importante di me. Avevo sempre sopportato tutto, avevo sempre sorriso e ignorato il dolore che mi attanagliava il petto. Avevo sempre finto che la mia vita fosse perfetta, ma non era così e non lo sarebbe mai stato.

«Andate, vi staranno aspettando» aggiunsi quando vidi che esitavano.

Era inutile fingessero, o facessero quelle scene, tanto sarebbero andati in ogni caso.

Mio padre annuì, prese la mano di mia madre e se ne andarono.

In pochi secondi tutta l'atmosfera natalizia sembrò scomparire. L'enorme albero sembrava meno allegro e colorato, il profumo proveniente dal pranzo ancora in preparazione meno invitante; osservando i regali mi chiesi se potessi davvero esserne felice.

La risposta fu immediata: no.

A me non importava nulla dei regali. Io volevo stare con la mia famiglia. Questo era ciò che volevo dal Natale.

Voglio solo te |🌈|Where stories live. Discover now