0.2

3.4K 128 30
                                    

"Date ad un bambino un foglio di carta, dei colori e chiedetegli di disegnare un'automobile, sicuramente la farà rossa"

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

"Date ad un bambino un foglio di carta, dei colori e chiedetegli di disegnare un'automobile, sicuramente la farà rossa".

Rossa come una macchina che oggi e stata in grado di far appassionare il mondo intero.

Enzo Ferrari: pilota, genio, visionario. Un uomo che ha dato un senso al suo essere ineguagliabile fondando una scuderia che ha nel rosso il simbolo della passione e nel cavallino il simbolo dell'esuberanza, della forza e dalla voglia di correre liberi.

Libertà che forse in questo tipo di mondo può essere ricevuta solo con la pazzia e la dote di sognare. Quella dote di sognare in grande, anche oltre i più impossibili dei sogni e incrociare le dita così forte fin quando non si avverino.

Il cavallino scalpita prendendosi tutto ciò che può, tutto ciò che vuole, facendolo anche con animalesco egoismo. Forse è proprio questo a renderlo così desiderabile.

Se qualcuno dovesse chiedevi: cos'è la Ferrari, voi come rispondereste? Facile, semplice, scontato ma vero: passione.

Tutti risponderebbero così, proprio perché quel colore rosso lucente è caldo come la passione che lega tutti i tifosi. Compresa Jada, perfettamente al corrente che quella passione non l'avrebbe mai compresa con delle parole, perché una semplice descrizione non le avrebbe mai reso la meritata giustizia. Quella passione la si poteva soltanto vivere.

Eppure le sembrava folle pensare quello in quel momento, le sembrava persino folle camminare di fianco all'ultima persona con cui si sarebbe aspettata di stingere un contratto, al fianco di chi ne passione ne ha provata ma con un colore estremamente diverso dal rosso.

Il suo nuovo team principal, Christian Horner, avanzava a passo sicuro per il corridoio lussuoso dell'hotel in cui avrebbero alloggiato per il weekend, mentre tra le mani stingeva il suo baglio, dopo che si era calorosamente offerto di portarglielo in stanza. Era esattamente l'uomo che si aspettava di incontrare: un lupo cattivo dal cuore d'oro. Anche se forse era decisamente presto per giudicare.

Per Jada la Redbull era sempre stata paragonabile ad una figura antagonista nel mondo della Formula1, per lei erano quel gruppo di banditi che la facevano sempre franca. Non avrebbe mai potuto dimenticare tutti i pomeriggi passati a piangere per i loro trionfi, un po' perché li considerava ingiusti e un po' perché li considerava troppo perfetti.

Eppure eccola li, difronte alla camera 405, la sua camera. Quella sua e del suo nuovo compagno di squadra, Max Verstappen. Aveva già avuto l'occasione di conoscerlo ma soltanto tramite uno schermo elettronico, alla fine della stagione passata, quando era ad un passo dal raggiungere il secondo titolo mondiale. Un campione del mondo, lei avrebbe corso con un campione del mondo, con un team altrettanto potente e tutto questo le sembrava davvero fantastico, ma non riusciva a togliersi dal petto quel senso di colpa che non faceva altro che oppressarla.

Lei era cresciuta in una valanga rossa e il contratto firmato qualche mese prima non le consentiva di certo rendere la vita facile a Charles Leclerc e Carlos Sainz. Anzi, firmando quel contratto aveva messo in chiaro e accettato il suo ruolo. Lei era lo scudo di Max, il secondo pilota, e il suo compito era quello di aiutare Max a vincere il suo terzo mondiale consecutivo, anche se tutti nel loro profondo erano consapevoli che Max era fin troppo forte per essere eguagliato da qualcuno, soprattutto se quel qualcuno fosse una donna. Non pensavano questo perché fossero sessisti o altro, era Max il problema. Max era troppo forte. Non Charles o Carlos, ma Max. Non la Ferrari, ma la Redbull.

Run with the enemy || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora