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È il 1 Marzo del 2023

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È il 1 Marzo del 2023. Mercoledì, per l'esattezza. Poi sarebbe arrivato il giovedì, e in seguito il venerdì, il sabato e poi la domenica. Domenica 5 Marzo del 2023. Ultimate a Jada era capito di vedere molte volte il modo in cui i fan della Formula1 avevano ribattezzato quel giorno: "L'alba".

Ed infondo, per Jada era proprio così. L'alba della sua carriera automobilistica in Formula1. Il suo sogno stava per diventare realtà. Le sarebbe bastata una leggera spinta sull'acceleratore per sprigionare circa 700 cavalli in un auto che pesa più o meno 700 chili. Roba da matti. Ma lei era ben che consapevole di quello che sarebbe potuto succedere rilasciando una tale energia sull'asfalto.

Devi essere un uomo per dominare e controllare tanta potenza. Un torero. Ma lei non era un uomo, era una ragazza. É Jada ... Ed ha bisogno di mettere su più muscoli di quanti ne abbia già.

Dopo i test pre-stagionali il suo unico obbiettivo era stato solo e soltanto quello di allenarsi. Alex, il suo nuovo preparatore atletico, si era rivelato essere fondamentale per lei, aiutandola così nel suo obbiettivo. Eppure Jada non sembrava mai soddisfatta del suo allenamento. Se poteva dare di più, lei dava di più.

Ed era proprio con questo intento che si ritrovò a spalancare l'imponente vetrata della palestra dell'hotel in cui stava alloggiando insieme ai sui diciannove "colleghi di lavoro". Ad essere sincera non ne rimase sorpresa quando ne intravide uno in particolare a pochi metri da lei, intento a correre sul tappeto rullante.

Non aveva più parlato con lui da quella sera. Nemmeno durante i test pre-stagionali. Ma dopotutto Jada non aveva bisogno di fare delle ricerche su di lui, sapeva già l'essenziale. E grazie a Max, aveva capito che il soprannome che gli aveva dato - Anthony Bridgerton - gli si addiceva divinamente.

«Si è incantata signorina Sharma?» la voce di Charles rimbombò nella stanza quasi vuota, se solo non fosse stato per loro due. A quanto pare, a lui sembrava essere piaciuto il loro strano modo di giocare ad essere nella lontana Londra del 1800. Jada incrociò il suo sguardo chiaro, grazie al vetro che si trovava disposto dinanzi alla parete.

«Lei si da arie inutilmente signore, ero appena arrivata, non stavo guardando niente». Si giustificò, rendendogli impossibile fantasticare o arrivare a strane allusioni. L'ultima cosa che voleva era dargli un valido motivo per darsi arie, molto più di quanto non se le desse già.

Rimase lì, imbambolata al centro della stanza, senza una meta ben precisa. Senza dubbio era scesa in palestra per potersi allenare il più possibile, anche al di fuori delle ore che non comprendevano l'allenamento, eppure, la presenza del suo collega la metteva in qualche modo a disagio. Quasi le spegneva il cervello.

Lo osservò dal riflesso dello specchio schiacciare qualche bottoncino e andare pian piano sempre meno veloce, fino a quando il tappeto non si fermò sotto i suoi piedi e la sua corsa si concluse. Si voltò nella sua direzione, avanzò, ma non si fermò. Il monegasco le passò di fianco, ed incuriosita dai suoi gesti, Jada lo osservò come se fosse una bambina.

Run with the enemy || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora