21 ~ Lezioni per tutti

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La testa del Basilisco, nonostante il continuo sbattere contro quella di Sabato, assisteva in prima fila alle ripetute bastonate di Stella. «Ehi, Capo! La Pupa pare un po' irritata!»

«È inutile che scappi!»

Sabato, zigzagando tra le colonne seminate nella grotta delle feste, ora semivuota, inarcava la schiena a ogni bacchettata, trattenendosi i glutei tutte le volte. «E piantala, donna!»

«La pianterò quando mi avrai spiegato cosa hai fatto durante tutto questo tempo!»

«A-abbiamo organizzato gare di ballo,» rivelò la testa del Basilisco. «Gruppi di ripetizione di ancheggiamento...»

«Ah! Ve la siete spassata, eh!» Giù altre bacchettate ai polpacci scoperti dal chitone porporato.

«E poi abbiamo reintrodotto l'uso del reggicalze.»

«PURE, TIÈ!» fece un cenno e due serpenti blu metallo scattarono dalla chioma e affondarono le zanne nelle chiappe del fuggitivo.

«Ooooo!» diede una gomitata sotto il mento del rettile. «Chiudi il becco, non sei d'aiuto!»

La testa iridata si accigliò. «Su Pupa, domani c'è la gara di bocce. Puoi partecipare anche tu, Pupa.»

Stella rallentò la corsa, e Sabato tirò fiato. Lei, col respiro sostenuto, guardò il Basilisco. Lui si aggiustò gli occhiali di onice e sgonfiò le guance, che tornarono a cascare.

«Sono stato d'aiuto, Capo?»

«Eh, ci hai allungato la vita di un giorno... forse.» Fece un passo indietro. Le spalle di Stella avrebbero dovuto rilassarsi, i lati degli occhi distendersi, le rughe appianarsi e, se avesse ancora il caschetto mogano Tiziano, l'avrebbe scosso frustando gli zigomi con le ciocche tinte, come amava fare. E invece...

«Gare di bocce? Ma quali bocce?» In vero aveva capito che non si trattava dello sport da spiaggia più praticato dagli âgée di tutto il mondo. «Da quando sei diventato così maschilista?!»

Sabato giurò d'aver intravisto uno sbuffo di fuoco uscirle dalla bocca, e anche se sembrava calmata, la sua pelle si accapponò. "Brutto segno," scattò e si rimise a correre, «n-no, no, non è come credi!»

«È esattamente come immagino invece!» Stella lo seguì con lo sguardo, attese che si fosse allontanato un po', fece roteare l'asta serpente delle rocce come fosse una ninja e la lanciò tipo stella rotante alle gambe facendolo inciampare.

«La Medusa è vostra amica?» Calipso fece un cenno a una ninfa indaffarata con le pulizie.

Darlina gorgogliò qualcosa d'incomprensibile, indecisa se dare attenzione a Calipso o al bisticcio dei suoi amici. «Sì, sicuro... a volte si litiga tra noi, ma comunque... oh, grazie cara,» disse a una giovane ninfa che le aveva offerto un bicchiere di limonata e succo di fragola. «Ci sarà un motivo perché Stella fa così... non è che è sotto un incantesimo...»

«No no, da quando mi avete liberato dall'influenza della dea Acli, tutto dovrebbe essere tornato a suo posto.»

«Allora è bene che controlli. Soprattutto quella tipa delle ragnatele.»

«Chi, Aracne? Vi riferite a lei, signora Chimera?»

«Quella. Quella ha tenuto in ostaggio una bimba innocente... Rosalia. Le aveva tolto la possibilità di rivedere suo padre in un campo... non so, di fiori? Uh, non ricordo. È Stella che sa di queste faccende,» sospirò vinta dalla propria inettitudine.

«Oh, sì, è proprio lei. Dovrò scambiare due parole. Il mio regno ospita le creature ingiustamente perseguitate, a patto che non abbiano causato di proposito del male a nessuno.»

ANTIEROI ANTICHI COME NONNI Where stories live. Discover now