Capitolo 30 - Come?

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Altri cinque giorni erano passati e un altro incontro era stato terminato. I due stavano tornando giusto in quel momento a casa dopo essersi fatti un giro fuori città.  Si erano appena salutati e avevano preso strade opposte, uno a piedi e l'altro in moto.

Dazai stava percorrendo i marciappiedi di Yokohama cercando di raggiungere quanto prima il suo appartamento. Era sera, visto che potevano vedersi solo dopo il lavoro, e il buio stava cominciando a farsi sempre più pronunciato. Più si allontanava dalla moto di Chuuya, più una sensazione di vuoto si faceva spazio dentro di lui. Era da giorni che provava ad ignorare i suoi sentimenti, qualunque essi fossero, ma stava diventando sempre più difficile. Prima aveva dovuto ammettere di non odiare il rosso, poi di avere una strana sensazione piacevole con lui intorno, dopo che gli piacesse molto passare del tempo con lui e ora gli toccava pure ammettere di sentire la sua mancanza durante il giorno. Non capiva come, ma le cose stavano iniziando a sfuggire al suo controllo molto in fretta e la cosa non gli piaceva affatto. C'erano ancora molte cose di cui si doveva occupare e non era il caso di aggiungerne un'altra.

"Non è il momento né il luogo per perdere la testa Osamu. Aspetta ancora un po'."

Nonostante avesse cercato di evitarlo con tutto sé stesso, qualcosa era successo e ora gli toccava capire se fosse qualcosa di grave o meno. Il suo istinto gli stava dicendo di fermarsi a riflettere, la sua mente, invece, gli stava dicendo di ignorare il tutto almeno per un po'.
Arrivato di fronte al condominio, si affrettò verso la porta ed entrò subito in casa sua. Si tolse scarpe e cappotto per poi andarsi a stendere sul divano.

"Va tutto bene, sono solo un po' stressato per l'altra cosa. Calmati Osamu, non è nulla di che."

Per lui tutte quelle emozioni vorticose erano una cosa del tutto nuova. Non era abituato ad avvicinarsi tanto ad una persona, era normale che provasse quel disorientamento. Tuttavia aveva anche intuito che quelle emozioni erano un po' troppo forti anche per una persona normale. Sapeva perfettamente cosa volessero dire solo che non voleva ammetterlo, anche perché avrebbe voluto dire che la loro amicizia era diventata davvero una cosa pericolosa. Quei sentimenti in quel momento erano solo un'arma che avrebbe dovuto nascondere e dimenticare, ma ormai avevano già inciso il suo animo come lui aveva fatto più volte con la sua carne. Non sapeva cosa fare e una marea di domande aveva cominciato a farsi spazio nella sua mente.

-Quando cazzo è successo?-

Non aveva idea di come il tutto fosse cominciato, non se ne era nemmeno accorto, ma ricordava perfettamente che il suo affetto aveva cominciato a farsi insistente ormai da un paio di settimane circa. Già subito dopo la loro discussione qualcosa si era smosso, ma non sapeva che avrebbe potuto causare una catastrofe del genere. Non riusciva a comprendere come una cosa del genere potesse essergli capitata, ma di sicuro ora doveva fare qualcosa a riguardo. Non voleva cambiare nulla, ma non poteva nemmeno lasciare tutto com'era.

-Come? Insomma, era tutto uguale a prima fino a ieri...-

Gli venne subito in mente un momento di una delle uscite precedenti, come se gli fosse caduto un fulmine in testa: loro due sulla moto, prima del Bar Lupin. Lì per lì non ci aveva fatto caso, ma qualcosa era successo anche in quel momento: una sensazione gli aveva messo in subbuglio lo stomaco, come se una colonia di farfalle si fosse trasferita lì dentro. Si diede dell'idiota per non essersene accorto prima e cominciò a cercare altri momenti del genere: si ricordò di come aveva cominciato a desiderare di passare più tempo con l'altro, come una gioia immensa lo avesse pervaso soltanto sentendo la sua voce, di come non potesse evitare di passare del tempo con lui. Erano tutte piccole cose che, una volta messe insieme, creavano un disastro di dimensioni catastrofiche.

"...Dopo il litigio, anzi, già dal litigio le cose sono cambiate..."

Non credeva che una cosa del genere potesse accadere a lui, ma gli era capitata. In quel momento di realizzazione provò per un istante a capire cosa provasse esattamente per il rosso, ma smise immediatamente quando, pensando solamente al suo nome, una forte emozione lo rese quasi impotente contro il suo stesso cervello. Capendo che non poteva assolutamente ignorare il problema come aveva già fatto in precedenza, restò quasi paralizzato su quel sofà tanto comodo a pensare.

.

Chuuya aveva appena parcheggiato la moto dopo aver passato tutto il viaggio a pensare a Dazai. Era proprio un gran dilemma quell'uomo, peccato che era un dilemma molto interessante ed era impossibile per lui stargli lontano. Nemmeno quattro anni di lontananza e un litigio molto pesante erano riusciti a separarli. Cosa avrebbe fatto a riguardo? Nulla.
Non è che non volesse fare niente, solo che non ci sarebbe riuscito neanche volendo. Nessuno più di lui voleva riuscire a tagliare quel filo che li legava, solo che non aveva abbastanza forza di volontà per farlo. Era da un po' che si era accorto che qualcosa fra loro due era cambiato: ora si vedevano giornalmente, si mandavano messaggi stupidi in tutti i momenti della giornata, si davano sia il buongiorno che la buonanotte e il tutto non li disturbava affatto. Il rosso sapeva perfettamente che, ironicamente, una scintilla era scattata fra i due. Era da un paio di giorni che stava aspettando che se ne rendesse conto anche il moro. Aveva capito la direzione della loro amicizia dal loro primo "appuntamento", solo che aveva anche capito come lui non fosse in grado di cambiarla. Anche se non era il tipo, si era arreso a quel destino già da un po'.

-C'est la vie.-

Era appena rientrato in casa e, tolti tutti gli indumenti in eccesso, si era subito buttato sul letto.
Non aveva bisogno di pensarci ulteriormente, solo che, realizzando come il tutto si fosse evoluto in fretta, gli prese un attimo di amarezza. Si era ripromesso più volte che quell'uomo non sarebbe più stato intrecciato alla sua anima dopo la prima delusione, quindi perché aveva permesso tutto ciò? Sapeva perfettamente che tra loro c'erano state delle dinamiche particolari, ma non si sarebbe comunque perdonato l'averlo fatto rientrare in un posto speciale dentro di lui.
Scosse la testa, cercando di scacciare tutti i pensieri: sapeva perfettamente che, se avesse scavato più in profondita rispetto a quei sentimenti, avrebbe trovato tutto il rancore che ancora non era riuscito a spazzare via. Ora si trovava in una situazione strana per aver ignorato la sua stessa rabbia: aveva accantonato tutte le questioni irrisolte tra di loro e si era innamorato della stessa persona per il quale provava tanto disprezzo. Non pensava nemmeno che una cosa del genere fosse possibile, tuttavia sapeva che non aveva solo bypassato l'elaborazione di tutto quel rancore ma, almeno in minima parte, per certi aspetti era anche passato oltre alla cosa. Fatto sta che, ad ogni modo, lui sentiva ancora tutta quella rabbia viva dentro di lui almeno quanto quei sentimenti tanto scomodi che erano appena comparsi.
Si rigirò nel letto, pensando che lo avrebbe aiutato a distrarsi. Capendo che non sarebbe servito a niente, decise di dormirci su e aspettare il giorno dopo per fare qualsiasi cosa. Chiuse gli occhi e, improvvisamente, tutto divenne buio e silenzioso.

|| Come mi hai fottuto la vita | Soukoku ||Where stories live. Discover now