Parte prima

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Dei, avevo veramente voglia di farmi una bevuta. Spinsi la doppia porta cigolante e mi diressi al bancone. Tutti mi guardavano come fossi un cazzo di mostro indemoniato. Quanto mi piaceva. « Il solito », dissi al Taverniere, un uomo dai bicipiti grossi e dal ventre pronunciato. Dall'aspetto si sarebbe detto che fosse solo un fottuto bifolco da quattro soldi, ma era l'unico uomo decente che conoscevo.

« Ecco a te. » Mi versò in un bicchiere del liquore molto prezioso di nome Sabbia Nera, il mio preferito. Non era altro che un miscuglio di varie bevande alcoliche del posto di colore nero, cosparso di polvere arcana azzurrina che galleggiava. Lo sorseggiai, sentendo un miscuglio di whisky e altri sapori che si mescolavano, con quel tono zuccherino magico che rendeva il tutto assolutamente unico. Come descriverlo? Era come la menta, ma con uno strano retrogusto di anice unito ad un'accozzaglia di sensazioni, dando forma ad un sapore nuovo che non sarei mai riuscita a descrivere accuratamente. Quanto mi piaceva. « Un altro? » mi chiese.

« Ovviamente », risposi. Facevo sempre il bis, odio i numeri dispari. « Che si dice in giro? » gli domandai mentre giocherellavo con il manico della mia pistola a pietra focaia. Terrorizzava sempre tutti i presenti nella taverna. Chi mi conosceva sapeva benissimo che lo facevo apposta. Potei sentire una donna dalla voce flebile gemere impaurita ed un ragazzo mormorare scemenze tra sé e sé. Buttai giù la bevanda dentro il mio stomaco ormai rovinato dall'alcol da anni di bevute, e posai il bicchiere sul bancone.

« Hanno fatto irruzione dai Fratelli Korstel e rubato tutte le loro ricchezze. », cominciò lui. Lo vidi passare un panno dentro un boccale, il che significava che la lista sarebbe stata piuttosto lunga. « Poi una ragazza è stata rapita, un bambino è stato sventrato perché figlio di una famiglia criminale rivale, un uomo è stato decapitato in pubblica piazza, una mamma ha sputato addosso alla statua di Alyana beccandosi la punizione dei sacerdoti, un ragazzino si è impiccato e... »

« Va bene, va bene. Sai cosa voglio fare adesso, no? »

« Andare a bucare qualche testa? »

« Ben detto. Sono tanti, il che significa che devo andare da quello più stronzo. O quello più vicino. »

« "Odio gli uomini, li ucciderei tutti, gli strapperei le loro cazzo di palle e glie le farei mangiare" », mi ripeté lui, con un ghigno da idiota. Gli piaceva ogni tanto prendermi in giro, con le ingiurie che di solito uscivano dalla mia bocca ormai corrotta dalla vita nel Distretto dei Foruncoli Fritti, il più malfamato della città di Eladunn. Era anche lui un uomo ed il fatto che ci scherzasse su mi faceva... sorridere. « Il rapitore della ragazza. Insomma, i tuoi preferiti, quelli che le rapiscono per... »

« Certo, certo, quelli dalle palle flosce e dal cazzo microscopico. Deboli e pure stronzi. »

« Poi ci sono quelli che non hanno un bel niente da fare e combinano casini: quelli dagli occhi strabici e la barba sporca di merda. E come poter dimenticare i ladruncoli di quartiere: spalle strette ma col culo di marmo. »

Scoppiai dal ridere. « Starai qui a farmi tutta la lista? Quante descrizioni ti ho dato in tutta la mia carriera? »

« Centocinquantasette. E ieri con quello della barba sporca sei arrivata a centocinquantotto. »

« Ottimo. » Il mio compare mi lasciò una bottiglia di comunissimo vino. Mi guardò negli occhi e non disse nulla: si limitò solo a darmi un leggero cenno con la testa. Compresi. Prima di darmi il resto dei dettagli, e quindi andare a lavoro, avrei dovuto aspettarmi delle botte lì fuori. « Quanti? » chiesi a bassa voce.

« Tesoro, hai preso una bottiglia di vino e due bicchieri belli colmi. Fanno centocinquanta di argento. »

Bene, erano in quindici lì fuori: bastava prendere le cifre delle centinaia e delle decine. « Sono al verde. Posso lasciarti un pagherò? »

La Signora dalle Dita RosseOnde histórias criam vida. Descubra agora