ℂ𝔸ℙ𝕀𝕋𝕆𝕃𝕆 𝟟

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Ormai mi era più che chiaro.
I miei sentimenti mi erano chiari.
Eppure la parola sentimento per me risuonava strana.
Ero stato grande soggetto di bullismo a causa di questa parola, perché per gli altri io ero apatico, e di sentimenti ne ero privo.

Effettivamente erano rare le occasioni in cui mostravo le mie emozioni, le reprimevo sempre in passato. Mi vergognavo a mostrare le mie debolezze, e a quei tempi ritenevo debolezze qualsiasi cosa, dal mostrare un semplice sorriso, allo scoppiare a piangere davanti agli altri, oppure far fuoriuscire la rabbia che tenevo repressa.

Ora tutto ciò lo reputo da deboli, io ero debole proprio per quel modo di fare e di pensare.
I forti sono coloro che hanno il coraggio di esporsi in ogni lato di se.
Io non sono né forte né debole, non mi faccio più tanti problemi a tirare fuori il vero me davanti agli altri, ma non mi piacerà mai del tutto farlo.

Avevo paura.
Provavo un'ansia terribile.
Mi ero seriamente innamorato.
Era il sentimento più forte e complicato da gestire, e per me era la prima volta.

L'amore era colorato, lucente e armonioso. Io a suo contrario ero grigio, cupo e silenzioso.

«Buongiorno Akaashi!» La sua voce squillante mi fece sobbalzare.

«Buongiorno.» Gli regalai un sorriso caldo come la mattina in cui ci eravamo svegliati.

Mi analizzò, i suoi occhi mi bruciavano sulla pelle, sentivo il viso andare a fuoco.

«'Kaashi hai dormito stanotte?» Guardai la sua mano avvicinarsi al mio viso, per poi prendere ad accarezzarmi la parte poco sotto l'occhio con il pollice morbido.

«Sì, perchè?» A quel contatto e quella vicinanza sarei potuto esplodere.

«Hai delle occhiaie marcatissime.» Le sue dita continuavano a strusciarsi sulla mia pelle chiara.

«Le ho sempre, solo che le copro con il correttore.»

In realtà ho passato la notte in bianco per l'ansia dopo averti baciato ieri sera.

«Hm. Andiamo in cucina dai tuoi amici?» Si alzò stiracchiandosi.

«Tu comincia ad andare, io ti raggiungo.»

Così fece, lasciandomi solo sul piccolo divano.

Posai i polpastrelli della mia mano sul viso, nello stesso punto in cui Bokuto aveva messo la sua.
Mi guardai riflesso nello specchio di fronte a me: il mio viso era di un rosso porpora, incandescente.

Non esitai nemmeno un istante e mandai un messaggio d'aiuto a Kenma, che mi raggiunse di corsa.

«Che succed-...»
«Kenma mi sono innamorato.» Non gli diedi il tempo di finire la parola, la mia lingua precedette la mia mente.

«Di Bokuto?» I suoi occhi si aprirono più del solito.

«Sì.»

Era tutto troppo affrettato,  in teoria non avevo abbastanza prove per capire se ciò che provavo nei confronti del mio coinquilino fosse reale, però basandomi sulle mie esperienze di prove ce n'erano eccome.

«Ieri l'ho baciato.» Abbassai lo sguardo e anche la mia voce si fece meno udibile.
«Eh?!» Mi prese le spalle per poi cominciare a scuotermi avanti e indietro.
«Sì, ma era brillo quindi suppongo che non si ricordi niente.» Sospirai in modo profondo.

«Ke' tu sei pazzo.» Sospirò «Però sei come me.» Rise piano.
«No Ken, non è la stessa situazione, tu avevi già avuto delle relazioni.»

La sua faccia diventò improvvisamente seria e la voce cambiò di tono.

𖣥𝐀𝐧𝐠𝐞𝐥 𝐬𝐡𝐨𝐭𖣥 //𝐵𝑜𝑘𝑢𝑎𝑘𝑎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora