Autodistruzione

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Sto ripulendo il sangue che ha schizzato per terra, nella vasca. Raccolgo con la mano i cocci di vetro, li avvolgo nella carta igienica e li butto nella spazzatura; cammino come un funambolo evitando le scaglie di vetro affinché non mi si conficchino nei piedi nudi. Apro il rubinetto della vasca, lo giro a sinistra, ho bisogno di acqua calda, bollente. Mi siedo sul bordo della vasca, uso la mano sinistra per tastare la temperatura dell'acqua. Mi immergo completamente, sprofondo nell'acqua bollente con tutto il corpo, i capelli fluttuano, danzano, rimangono in superficie e diventano dei serpenti, quasi a simulare Medusa, protettrice di me stessa. Le bolle escono dal mio naso, espiro piano tutta l'aria che ho nei polmoni, spalancò gli occhi e vedo delle ombre sfocate sul soffitto del mio bagno. Quasi come stessi mandando via i miei demoni, come se stessi scacciando il dolore, il tormento che mi porto dentro.

"Mia apri la porta!!"

Riemergo dall'acqua di soprassalto, come se qualcosa mi avesse punto. Ho i capelli in faccia grondanti, le ferite sanguinano ancora un po' e ho il respiro corto, affannato.

"Sto facendo un bagno mamma!"
Grido di rimando.

"Mia apri questa cazzo di porta!"
Esco dalla vasca in fretta e furia, acchiappo il mio accappatoio, mi vesto e mi stringo in vita la cinta. Strizzo i capelli come meglio posso e giro la chiave, aprendo la porta.
"Fammi entrare, voglio parlarti"
Mia madre mi spinge di lato, entra nel bagno con me e richiude la porta a chiave. Si siede nel bordo della vasca e mi fissa, come se non vedessi di fronte a lei sua figlia, ma un essere ripugnante, un qualcosa da debellare, da annientare.
"Tuo padre mi ha detto cosa è successo e abbiamo pensato ad una punizione per quello che hai fatto."
Già, penso, come se l'avermi fatto svenire a suon di colpi non fosse già abbastanza.
La osservo per cercare di capire dove vuole arrivare, come risolveranno questa situazione questa volta. Dentro di me un tumulto di emozioni, ma cerco di non fare trasparire nulla.

"Stanotte non dormirai in camera tua."
Non son sicura di aver capito bene cosa intenda, quindi chiedo:
"In che senso? Volete mandarmi via?"
Ignorando completamente la mia domanda e guardandomi come se fossi stupida, con una risata sardonica mi dice:
"Ma nooo non potremmo mai e poi, a pensarci bene, dove andresti? No, no, dormirai per terra, nella veranda. E non provare ad andare in camera di tue sorelle per riposare, perché dirò loro di chiudersi a chiave stanotte. Forse così imparerai cosa significa rispetto."
Senza nemmeno darmi la possibilità di contrabbattere, esce dal bagno e chiude la porta alle sue spalle come se nulla fosse.

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"Certo che hai una faccia orribile stamattina eh! Sembra ti sia passato un tram addosso"
Guardo Charlie e con lo sguardo cerco di fargli capire che non ho voglia di scherzare.
"A proposito, che è successo ieri? Perché non sei venuta?"
Lo prendo per un braccio e lo trascino sotto i portici della nostra scuola; mi guardo intorno e anche lui fa altrettanto, senza capire bene di cosa io abbia paura o chi stia cercando. Inizio a spogliarmi, tolgo il cappotto, alzo il mio maglione e mi giro. So con certezza che il livido è ben visibile, è dolorante e sicuramente è viola perché lui non emette fiato. Mi rivesto in silenzio e mi giro a guardalo...

"Io...io non capisco..."
Nel suo sguardo vedo dolore, paura e sgomento. Vorrei tanto spiegargli cosa si prova, cosa sto passando, ma non riesco; è difficile anche solo rispondere ad una delle milioni di domande che sento potrebbero arrivare.
Taglio corto:
"Senti, non so di cosa ho bisogno, forse un abbraccio, forse compassione, ma ancora non sono pronta a parlarne del tutto. Volevo solo che sapessi..."
Faccio per andarmene e mi tira a se, mi avvolge in un abbraccio caldo, fraterno. Sento il sollievo del mio corpo che negli ultimi anni non ha mai ricevuto premura di nessun tipo.
Si stacca da me e mi guarda con fare comprensivo, quasi come se i nostri corpi si siano uniti nel dolore.
"Senti, stasera dormirai da me. Farò chiamare tua madre dalla mia...e usciamo. Non voglio sentire no"
Entriamo in classe a braccetto e ad un tratto ho la consapevolezza di non essere poi così sola.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 22, 2022 ⏰

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