La decisione

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Quel pomeriggio vagai per la scuola.
Era un edificio grande e antico, ma ormai ogni cosa mi sembrava piccola davanti a quella proposta.
Persino quella libreria tanto acclamata in cui avevo passato giornate intere, ora era poco più che uno sgabuzzino di idee consumate e nozioni che conoscevo a memoria.
Fuori però c'era l'ignoto, una valanga di misteri in cui ogni fiocco di neve poteva uccidermi o salvarmi.
In un mondo come questo basta percorrere la strada sbagliata per scontrarsi con un masso di Bombirdier che cade dal cielo o finire nella tempesta di sabbia di un Tyranitar.
Alla fine io non sapevo neanche come facessi ad essere vivo, no?
Raggiunsi l'aula di Lingue, lì una donna giovane dai capelli biondi stava sfogliando dei libri.
-Professoressa Sara, posso entrare?
-Certo- mi sorrise -Mattia, ho saputo che ti sei diplomato, complimenti. Sai, sei sempre stato il mio alunno preferito, te lo devo ammettere. Allora a cosa devo questa visita? Hai domande sul linguaggio Unown? Sui Regi?
-No, non è questo. Sono domande più... etiche e personali.
-Beh, dimmi tutto.
-Prof, lei per conoscere le lingue ha viaggiato molto, no? Ha visitato altre regioni?
-Certo, tutte e nove le regioni per conoscere ogni traccia di eredità linguistica.
-E perché ha deciso di fermarsi ed insegnare?
-Beh sai... penso di aver fatto la mia parte per la società. Ho studiato ed ora conosco ciò che c'è da conoscere. Penso di essere più utile qui a trasmettere le mie conoscenze a voi, inoltre ho anche il mio secondo lavoro come poliziotta.
-Se ci fosse altro... altro a cui aspirare, altro per cui partire e viaggiare, accetterebbe?
-Sarei curiosa, ma non penso che accetterei. Se devo essere sincera penso che noi uomini siamo molto pigri, ci basiamo sempre sui pokemon e non ci piace cambiare. Le poche persone che cambiano però sono quelle che arrivano più in alto, se ci pensi anche i grandi campioni delle più famose regioni, proprio come tua mamma, non stanno mai fermi e vivono sempre nuove esperienze. Possiamo dire che è come se si continuino ad evolvere come un Pokémon, no? Se mi chiedessi un consiglio, ti direi di tentare qualsiasi cosa ti frulli per la mente, tu sei giovane e la tua vita è appena iniziata, sei ancora in tempo. Non rimanere tutta la vita fermo ad insegnare le stesse cose o ad affrontare ogni allenatore che entri nella tua palestra. Non sei un "NPC", solo tu puoi decidere quali sono le regole della tua avventura.
-La ringrazio- sorrisi mentre accarezzavo la sua Eevee -Mi ha fatto molto piacere ascoltarla, è stata un'ottima insegnante.
-Buona fortuna per qualsiasi cosa tu voglia fare.

Andai a casa, presi il giro largo e quando arrivai era ormai sera.
Alice era già a tavola come se non fosse successo niente e mia zia non sembrava particolarmente sconvolta, aveva semplicemente fatto una porzione in più di cibo.
Dopo una doccia e la cena andai in camera mia e tirai fuori tutti i pokémon.
Heracross era agitato, probabilmente voleva rifarsi della sconfitta subita.
Wimpod correva in cerchio intorno a Dottler, quei due erano i più piccoli e fragili, avevano bisogno di crescere ed evolversi per confrontarsi col mondo.
Larvesta era immobile, non mi era facile comprendere i suoi sentimenti, un pokemon così antico e raro era pressoché indecifrabile.
Charjabug non si era ancora evoluto, avevano ragione, un buon specialista dovrebbe conoscere come far evolvere i pokémon di un certo tipo.
Whirlipede mi guardava triste, lui era forte ed intelligente ma io non ero un allenatore abbastanza in gamba da sfruttare il suo potenziale.
In un modo o nell'altro dovevo diventare più forte per loro.

La mattina dopo mi alzai come ogni giorno nonostante la mia vita fosse stata praticamente sconvolta.
Nella stanza accanto alla mia si sentiva russare quella dormigliona di mia sorella, probabilmente in questo lungo periodo lontana le era mancato il letto di casa.
Raggiunsi scuola affrontando qualche piccolo Skiddo o Fidough selvatici, ma una volta là mi chiesi "cosa ci faccio qui?".
Le lezioni erano finite e sicuramente non avrei trovato delle palestre in classe.
Mi sedetti in mensa da solo, senza sapere cosa fare.
La mia compagna di vita Ansia bussò alla porta del mio cervello, il suo arrivo fu segnalato dai versi inumani che infestavano il mio sonno.
Paura. È pericoloso. Tanto possono farlo senza di me, no? Sono un buono a nulla, un codardo. I miei pokémon sono sfortunati ad avermi come allenatore, qualcun altro li avrebbe cresciuti più forti. Christian e Greta andranno e mi lasceranno solo. Alice partirà di nuovo. Perché sono debole? Perché non sono normale? Potrei fare una tranquilla vita da insegnante e non tutti fanno evolvere i pokémon no? Magari là fuori c'è un campione del mondo che lotta con chennesò... un Pikachu!
Dentro di me però qualcosa si muoveva.
Sentivo un senso di curiosità e determinazione.
Le parole della professoressa rimbombavano nella mia mente e mi spronavano ad andare avanti.
Quali sono i motivi per non andare? I miei problemi sono nati lì, forse devo tornarci per stare meglio. Ho paura di farmi del male? Non sono solo e poi basta diventare più forte. Mi sto autosabotando per proteggermi ma ci tengo così tanto alla mia vita? Non ha senso essere ossessionati dal perdere qualcosa che non ha valore.
Il battito del mio cuore rallentò tornando al normale ritmo, tolsi le mani da sopra la mia testa e smisi di dondolare.
Aprii gli occhi e presi un cerotto per coprire le ferite sulle mie mani.

-Ehi- una persona mi mise la mano sulla spalla, era Christian con Greta affianco a lui -Spero tu non te la sia presa per ieri. Sei il mio migliore amico, ma ognuno deve pensare a sè quando valuta cosa fare nella vita. Noi non vogliamo né che tu ci segua solo per stare con noi se non sei convinto né che tu pensi che ti vogliamo abbandonare. Faremo questo viaggio e mal che vada potrai raggiungerci in un altro momento quando te la sentirai.
-Devi decidere tu stesso cosa fare nella tua vita, non può deciderlo nessun altro- concluse Greta.

Mezzogiorno arrivò in fretta e raggiungemmo l'ingresso della scuola dove ci aspettavano tre persone.
Sulla destra c'era Ale, il ragazzo alto con i capelli lunghi dagli occhi saggi e in cerca di sfide ma il sorriso gentile, a sinistra c'era Luca, il ragazzo magro e serio dal viso imperscrutabile ed in mezzo... una ragazza alta poco più della metà di loro con le braccia incrociate, un berretto al contrario e lo sguardo sicuro.
-Allora miei prodi- disse lei con un tono falsamente solenne -Siete pronti per un viaggio che potrebbe portarvi alla morte o alla vera vita?
-Sì- disse Greta sicura.
-Sono pronto- la seguì Christian.
-E tu, Mattia?
-Sì.

Pokémon: Benvenuto a LeoniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora