chapter 15 - "you don't know me"

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passai il resto della giornata a diagon alley con draco
e mi divertii un mondo, non so cosa farei senza di lui, mi ha fatto dimenticare tutto ciò che è successo in questo mese.
prima di rientrare ad hogwarts ci fermammo a prendere una burrobirra.
<<ei>> gli diedi una gomitata <<guarda ti stanno guardando da un po'>> indicai delle ragazze nell'angolo davanti a noi e lui diede uno sguardo per poi alzare le spalle e bere un sorso della burrobirra con fare disinteressato
<<da quando draco malfoy rifiuta un qualsiasi flirt? tu non sei il mio migliore amico>> dissi ridacchiando <<non mi piacciono, tutto qui>> iniziò lui quasi mettendosi sulla difensiva <<nel senso non mi piacciono loro, non che non mi piacciono le ragazze, insomma si le ragazze mi piacciono ma loro non sono il mio tipo ok?>> rispose frettolosamente, wow.
<<ok>> conclusi confusa tornando a bere la mia burrobirra.

~~~

mattheo's pov

era tutto un fottuto casino. lei era un casino.
non mi sarei dovuto avvicinare, non avrei dovuto baciarla e non avrei dovuto aiutarla nel momento del bisogno. dovevo rimanere il mattheo riddle cattivo con il brutto carattere di sempre.

porca puttana

sospirai e andai a farmi una doccia rinfrescante ma appena chiusi gli occhi sotto il getto freddo l'immagine di y/n di oggi con solo l'asciugamano addosso mi apparve nella mente.
era così dannatamente sexy.
quando aprii gli occhi vidi con precisione quanto potere questa ragazza avesse su di me, non solo nella mia mente in cui passava ormai tutte le ore del giorno e della notte, ma aveva il controllo anche su qualcos'altro.

merda, fa anche male

raffreddai il getto dell'acqua ancora di più in modo tale da togliermi l'erezione e funzionò come sempre, non era la prima volta che mi capitava ma non avevo intenzione di segarmi su di lei.

il vecchio mattheo lo avrebbe fatto

chiusi il getto e uscii dalla doccia mettendomi un asciugamano in vita e sfregandomi i capelli con un altro asciugamano.

quando fui pronto decisi di uscire e andare sulla torre d'astronomia, era ormai pomeriggio inoltrato così decisi di leggere il libro che avevo preso in prestito da y/n prima di andare a cena.

bel libro white

accorto dell'ora mi diressi verso la sala comune per andare a cenare. mi sedetti al tavolo di fianco a draco che aveva a sua volta di fianco blaise, di fronte a lui c'era pansy e di fianco a lei c'era y/n.
iniziarono a chiacchierare ma non presi parte della conversazione perché immerso nei miei pensieri, fin quando non sentii dei bisbiglii dall'altre parte del tavolo, erano due ragazzi che stavano parlando di me guardandomi.
<<non capisco cosa ci faccia qui, è passato un mese e ancora non l'hanno espulso>> disse uno
<<concordo, è un mostro non merita di stare qua>>rispose l'altro
<<chissà quante persone avrà ucciso... è uguale a suo padre e silente ancora non se ne è accorto>> d'impulso mi alzai andando verso i due ragazzi e sbattei il pugno sul tavolo facendoli sussultare dalla paura.
<<non mi sembra di avervi dato il permesso di esprimere la vostra opinione su di me>> strinsi il pugno serrando la mascella.
non mi interessava se la gente parlava male di me o meno, la cosa che non sopportavo è che facessero commenti in pubblico paragonando me a mio padre.

io e lui non siamo la stessa persona.

uno dei due era visibilmente in imbarazzo e tremava di paura mentre l'altro ebbe pure il coraggio di rispondermi.
<<non abbiamo detto nulla di falso>> girai lo sguardo verso di lui, lo ammazzo.
tutti i serpeverde ci stavano guardando mentre delle altre casate poche si erano accorti della situazione.
lo presi per il colletto della camicia della divisa e lo alzai spingendolo contro il muro. ora tutti ci guardavano.
<<signorini!>> ci richiamò la mcgranit <<a posto entrambi, immediatamente o ci saranno provvedimenti seri!>>
<<forza, ripetilo>> continuai io
<<pensi di farmi paura?>> mi rise in faccia sputandomi <<sei solo uno stupido assassino>>
non ci vidi più.
gli tirai un pugno in pieno viso per poi tirarne un altro in pancia in modo tale da accasciarlo per terra.
ma lui si rialzò e mi tirò un pugno sul labbro facendomelo sanguinare, stessa cosa accadde al naso, ma arrivarono subito draco e blaise insieme ad altri ragazzi che ci divisero.
<<amico basta>> mi disse draco cercandomi di calmare, ma mi liberai dalla presa uscendo dalla sala grande sotto i richiami dei vari professori e del preside.
<<mattheo>> era y/n, non volevo vederla, non in questo momento, era irascibile e nervoso e avrei potuto farle del male e non sono come mio padre.
<<mattheo aspetta!>> mi raggiunse prendendomi per la mano e mi girai a guardarla.
aveva la bocca leggermente aperta per il fiato e i capelli che le ricadevano sul viso mentre i suoi occhi finirono sulle nostre mani unite, un attimo dopo, quasi come se si fosse scottata, eliminò il contatto.

<<mi spieghi che ti è preso?>> esclama lei
<<nulla>>
<<mattheo dimmi la verità>> cercai di evitare il contatto visivo
<<lasciami stare white, non sono affari tuoi>> risposi continuando ad avviarmi verso camera mia ma lei continuava a seguirmi e, dopo avermi seguito fino alla camera, chiuse la porta alle sue spalle.
era in silenzio, davanti alla porta e mi fissava in cerca di spiegazioni.
<<non devo darti nessuna spiegazione>> inizia io accendendomi una sigaretta
<<smettila di leggermi la mente>> si avvicinò a me e mi sfilò la sigaretta dalle dita lanciandola dalla finestra
<<ma che fai?!>> esordii innervosito
<<mi vuoi dare qualche risposta?>> insisteva, non ho idea del perché ma sembrava davvero che gli importasse...
non risposi guardando altrove e lei sbuffò andando nel mio bagno e tornando con il kit d'emergenza.
la guardai stortamente quando si avvicinò decisamente troppo con una disinfettante in mano
<<ti voglio semplicemente curare le ferite>> disse guardandomi con quei suoi occhi verdi smeraldo <<almeno questo me lo permetti?>> affermai con un cenno del capo e lei prese a disinfettarmi il taglio sul labbro. ci scambiavamo spesso delle occhiate perché sapevamo che quella vicinanza sarebbe costata troppo.
<<perché vuoi farti odiare a tutti i costi?>> ad un certo punto se ne uscì con questa frase mentre ancora mi stava disinfettando il labbro
<<non mi faccio odiare, sono semplicemente io>> risposi poco dopo sinceramente
<<mattheo io ti conosco, ho avuto modo di conoscere il vero te e so che non sei così, non mostrare agli altri ciò che non sei>> il mio cuore perde un battito, nessuno mi aveva detto una cosa tanto bella, ma crederci era per me impossibile.
<<tu non mi conosci, pensi di conoscermi ma non è così e non conoscerai mai la persona che sono, non l'ho mai permesso a nessuno>> risposi indifferente
<<perché no?>> mi chiese lei con fare innocente, aveva smesso di medicarmi ma la nostra vicinanza era ancora molta, fosse stata cinque centimetri più verso di me in questo momento non staremmo parlando di sicuro.
<<perché a nessuno è mai importato>> risposi io mantenendo il suo sguardo, era così bella da far male
<<e se a me importasse?>> spostava lo sguardo dai miei occhi alle mie labbra e la stessa cosa facevo io
<<beh...>> azzerai la distanza avvicinandomi ancora di più a lei, il suo petto faceva su e giù irregolarmente e i suoi occhi continuavano a guardare le mie labbra <<non dovresti farlo>>

boom.

le avevo appena dato il secondo bacio della mia vita, ma questa volta era diverso dal primo, questo era voluto, entrambi lo desideravamo e lo aspettavamo.
la sua mano destra finí sulla mia guancia sinistra, mentre la mia lingua chiedeva accesso alla sua bocca, che non venne rifiutato, e mi aggrappai alla sua vita con le mani stringendola con foga facendole scappare un piccolo gemito tra lo schiocco dei nostri baci. non era un bacio dolce, per niente, entrambi ormai eravamo presi dalla foga ed era diventato un bacio rovente e aggressivo, ma quasi disperato.

per fortuna o sfortuna, qualcuno aprí di scatto la porta, altrimenti non so come avremmo continuato.
ci staccammo nell'immediato momento con il fiatone guardandoci di sfuggita, era piton.
ci guardava in silenzio senza dire una parola e notai la tensione tra loro, ancora non si erano parlati.
lei uscì sorpassandolo rivolgendo uno sguardo a dir poco freddo e indifferente e lui mi guardò.
<<da silente, ora.>>

Quei dannati occhi verdi | Mattheo Riddle Donde viven las historias. Descúbrelo ahora