Capitolo 3
Arrivo in ufficio, il mio cliente mi sta aspettando dobbiamo decidere dei tendaggi per il suo albergo, nel giro di tre ore abbiamo concluso lo vedo andare via davvero orgoglioso per il lavoro svolto. Mi siedo dando uno sguardo a dei progetti che dovrei finire ma non mi vengo idee, non trovo niente che mi piaccia e l'unico mio pensiero che mi viene in mente è quella "meravigliosa creatura " che ho rivisto ieri sera, Andrea. È finita la giornata ho lasciato perdere tutto e già sto a casa, voglio parlare con Emma non so cosa gli chiederò in particolare, ma di sicuro voglio scoprire qualcosa su suo figlio. Entro in cucina e la sorprendo ai fornelli "Carlotta mi sono spaventata non ti avevo sentita, come mai sei già a casa?" Di solito alle sei sto ancora in ufficio, invento una scusa, la più banale "ho una forte emicrania e non riuscivo a stare in mezzo alle persone" "vieni ti preparo una buona tisana ti passerà presto" "ok Emma vado a mettermi qualcosa di più comodo." Sorseggio la tisana, guardo Emma e trovo che Andrea somiglia tanto alla mamma "Cara ti sei rilassata un po'?" "si" gli rispondo "allora lo trovi cambiato il mio Andrea?" "sono passati dieci anni dall'ultima volta che l'ho visto, è diventato un uomo" "Carlotta il 5aprile è il suo compleanno, ho invitato i suoi amici amalfitani mi farebbe piacere se venissi anche tu preparerò delle pizze e una torta al cioccolato che gli piace tanto" la guardo un istante prima di rispondere, dovrei stare faccia a faccia con gli amici di Andrea e sentirmi in colpa per la sua partenza forzata non so se me la sento."Va bene Emma se finisco presto in ufficio verrò" "no Carlotta ci devi venire,Andrea mi ha chiesto lui di invitarti" ora l'emicrania mi è venuta per davvero, come mai quella "meravigliosa creatura" mi vuole al suo compleanno, mi vorrà far vedere i suoi amici per farmi ricordare che sono stata io a separarli?Di sicuro inventerò una scusa per non andarci.I giorni in ufficio sono molto intesi sopratutto in questo periodo che si sta avvicinando l'estate, faccio di tutto per non pensare Andrea e sopratutto che scusa inventare per domani che è il suo compleanno. Mi preparo come ogni mattina sto in perfetto orario quando sento Emma che mi chiama "Carlotta buongiorno mi sono anticipata un po' in modo che oggi vado via prima per preparare la festa a mio figlio""va bene non ci sono problemi io vado" vedo Emma che mi viene incontro "spero che stasera verrai è giusto che stai un po' con persone diverse da quelle che vedi tutto il giorno in ufficio e poi Andrea non c'è l'ha più con te ha capito quando sei stata umana nei nostri confronti" mi prende una mano"a stasera" "Emma non mancherò te lo prometto." Non so neanche cosa potrei regalargli, non conosco niente di lui. Arrivo in ufficio e mi consulto con Adriana lei ha una vita frenetica rispetto la mia, magari mi può dare un consiglio. È già la seconda volta che mi cambio com'è possibile io che ho sempre le idee chiare su tutto. Alla fine metto dei jeans e una camicia che evidenzia il seno con un giubbotto in pelle, mi trucco mi spazzolo i capelli un tocco del mio profumo preferito e sono pronta, penso che è una follia ma ho promesso ad Emma che sarei andata. Decido di andare a piedi è una bella serata e mi va di camminare, tutto il percorso mi ritornano le parole di Emma "Andrea non è più arrabbiato con te" forse davvero non dovevo venire, ma ormai sono qua. Suono e Emma mi fa accomodare, Andrea mi viene incontro e lo bacio sulla guancia per gli auguri, ha un odore meraviglioso che mi fa venire la pelle d'oca, gli porgo la bottiglia di champagne che ho preso per lui come regalo di compleanno. Ci avviamo nel salone, ci sono tante persone "vi presento Carlotta "Andrea mi fa conoscere i suoi amici, sono tutti molto gentili e cordiali così mi rilasso un po' e mi godo la festa, mi sto divertendo aveva ragione Emma. Bevo qualche bicchiere di troppo mi sento così rilassata che riesco ancora a sentire il profumo di Andrea su di me, forse è perché ho bevuto. Stanno andando quasi tutti via quando mi si avvicina una ragazza, l'avevo già notata che mi fissava ma non gli avevo dato tanta importanza "allora sei tu la signora che si è portata via il mio Andrea" la guardo non so davvero cosa rispondere, quando sento una mano che si appoggia al mio fianco, un calore che mi sale alla testa ma poi quel profumo come potrei non capire chi è."Simona lei è Carlotta pensavo di avertela presentata prima, lei è la persona che ci ha aiutato quando ne avevamo bisogno non ci ha costretto ha trasferirci ma è stata una nostra scelta e ora che ti ho schiarito le idee buonanotte." Andrea mi difende, la saluta e decide di accompagnarmi a casa.