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<<e ti ha baciata quindi?>> chiese incredulo andrea uscendo da scuola.
<<già>> mi fermai ed accesi una sigaretta.
avevo una stampella così da essere più agile.
<<ma lo avrà fatto di sicuro per farmi calmare>> imitai con le mani le virgolette.
<<bah non so>> mi prese la sigaretta dalle mani e fece un tiro.
<<anche perché, guarda la, ce ne ha già un'altra>> intravidi la sua macchina nel parcheggio della scuola.
<<non dico niente perché hai già capito>> mi sorrise andrea.
<< che scemo>> scossi la testa.
<<andiamo a mangiare qualcosa?>> alzai le soppracciglia.
<<ovvio che si>> mi diede una pacca sul sedere.
mi voltai, risi e gli presi la sigaretta dalle mani.
per raggiungere dovemmo passare davanti alla macchina di mohamed.
<<dovresti smettere con quella roba, fai solo peggio>> parlò il moro.
mi fermai, feci un tiro, glielo sbuffai in faccia, risi senza umorismo e ricominciai a camminare.
<<non è buona educazione non rispondere, che è mamma non te l'ha insegnata?>>mi prese il braccio e fece combaciare i nostri petti.
gli stavo per dare uno schiaffo ma lui mi bloccò.
<<eddai, io cerco di essere gentile e tu fai così?>> corrugò la fronte.
<<andrea andiamo>> guardai il mio amico e ce ne andammo.
<<sta sera ti aspetto al bar>> fece il saluto del soldato.
<<bada alla tua tipa>> la indicai e salii in macchina.

<<ti ha mangiato o meglio scopato con gli occhi, lo sai vero?>> accese la vettura il mio amico.
<<no, non lo so, ma so che è un gran sbruffone, cosa pensa che gli cada ai piedi come tutte le altre?>> dissi mentre mi allacciavo la cintura.
rise sotto i baffi e si avviò verso il mc donald più vicino.

<<che hai fatto a torino?>>corrugai la fronte.
<<ho fatto un po' il giro della città, poi sono andato a fare a shopping>> fece una smorfia.
<<davvero? senza di me? fatico a crederci>> lo presi in giro.
rise<< e poi sono andato a vedere la partita della juve>> mi lanciò uno rapido sguardo.
<<beh questo dettaglio non mi interessava>> fingo un coniato di vomito.
<<che scema>> scosse la testa da destra a sinistra.
<<un giorno ti porto allo stadio, andiamo in curva>> ghignò.
<<eh no caro! io vado in tribuna>> gli feci la linguaccia.
<<guarda che è divertente>> socchiuse gli occhi.
<<mmh, ci penserò>> incrociai le braccia.

••••

<<gli assistenti sociali hanno detto che i tuoi genitori hanno chiesto di te>> parlò mio zio con il capo abbassato.

questo era uno degli argomenti più delicati, sa benissimo che io non ne voglio mai parlare, ma ogni tanto, quando gli gira si rifanno vivi, consapevoli che per me sono morti.

<<quindi?>> chiesi un po' infastidita inspirai un po' d'aria con l'inalatore.
<<nulla, ho detto che stai bene e basta>> mi accarezzò il braccio.
<<so che non vuoi dare informazioni sul tuo conto dunque mi sono limitato a dire questo>> mi guardò abbozzando un sorriso.
<<ti voglio bene zio>> mi tuffai tra le sue braccia.
<<così tanto maria>> mi baciò i capelli.
<<hai fisioterapia oggi?>> domandò.
<<emh, si verso le 20 devo andare in palestra>> pensai per qualche istante.
<<stai tranquillo, prenderò un tram che mi porterà fino a la>> lo rassicurai.
<<meglio un taxi maria>> mi porse delle banconote azzurre.
<<grazie!>> me le infilai in tasca ed andai a preparami dato che era quasi ora di andare.
<<basta che non li spendi in sigarette!>> alzò la voce rimproverandomi.
<<non preoccuparti zio>> mi infilai una gonna ed un dolce vita, per poi abbinarci le converse nere con la suola alta.
mi spruzzai del profumo e dopo aver chiamato il taxi uscii di casa.

<<ma è possibile che questo ogni volta che mi tocca, mi distrugge>> cercai di aprire la porta del bar ma non ci riuscii.
<<chi ti ha toccato?>> una voce maschile interruppe tutte le mie imprecazioni.
mi voltai ed era mohamed intento ad accendere a vuoto il suo clipper.
<<il mio fisioterapista>> mi appoggiai sulla stampella.
<<dimmi dove->> si agitò.
<<non in quel senso, mi ha fatto dei massaggi alla caviglia ed alla gamba solo che adesso mi fa male>> risi.
<<meglio per lui>> annuì restando in silenzio.
<<dai vieni qui>> fece cenno di andare verso di lui.
lo raggiunsi e mi sedetti affianco a lui.
<<vuoi?>> estrasse due sigarette.
<<no io le camel non le fumo>> presi il mio pacchetto e gli mostrai le mie malboro rosse.
<<per forza hai quella roba che ti manca il respiro>> rise appoggiando una mano sulla mia coscia.
<<in realtà è colpa di mamma che fumava mentre era incinta di me>> sorrisi amaramente guardando a terra.
<<sai non avrei dovuto urlarti in quella maniera, poi tutte quelle cose non le penso veramente>> scosse la testa.
<<tranquillo ero già agitata di mio, è una cosa normale, ormai ci convivo>> cercai i suoi occhi ma erano occupati a fissare il mozzicone della sigaretta.
calò un silenzio religioso, così lo interruppi.
<<a che pensi?>> mi voltai completamente verso di lui.
<<che sei bella, tanto bella>> allungò la a di tanto.
abbassai il capo per l'imbarazzo.
<<e c'è una roba che desidero fare adesso, più di qualsiasi altra cosa>> si leccò le labbra.
<<che cosa?>> domandai ingenuamente.
mi sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio si avvicinò facendo combaciare le nostre labbra.
mi prese i fianchi e mi mise a cavalcioni su di lui.
<<aia>> borbottai dati che avvertii un dolore alla caviglia.
<<scusami>> colse l'occasione per infilare anche la lingua.
<<perdonato?>> domandò ironicamente.
<<dai scemo>> gli diedi un pugno sul pettorale.
<<andiamo dentro>> si alzò, mi passò la stampella e mi abbassò la gonna.
<<così va meglio>> mi strinse l'occhiolino.
<<così di più>> mi prese il mento e mi baciò ripetutamente.

e tu te lo aspettavi? io no

dopo di noi che succede?// simba la rueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora