Capitolo 2 - Patrick

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Patrick afferrò la tazzina leggendo le ultime notizie di finanza internazionale, ovviamente in Italiano. Lo parlava alla perfezione.

Charlotte si decise, attraversò e si fermò sulla porta del Bar Unità sospirando. Lui alzò di nuovo lo sguardo e incontrò il suo. Si alzò, invitandola a sedersi con un gesto della mano.
Fu lì che lei si rese conto che ormai era arrivata, doveva sedersi con lui, parlare con lui, guardarlo negli occhi. Non gli avrebbe sorriso, quello non era certo un incontro piacevole. Si fece forza e camminò verso il tavolino.

«Ciao.» La voce di Patrick era roca, vibrante. Gli occhi nocciola la fissavano aspettando una reazione.
Si sistemò i capelli che gli incorniciavano leggeri il viso, bruni e mossi da onde scomposte come dopo un viaggio in barca. Sembrava nervoso, ma Charlotte sapeva che non era possibile. Patrick non era mai nervoso.
«Ciao Patrick» disse il più freddamente possibile. Si guardarono in silenzio per un po', poi lui sorrise.

«Non pensavo proprio che saresti venuta. Ma ora sono felice che tu sia qui.»
«Ascolta Pat...Patrick» cercò di aggiustare il tono e restare calma. «Sono qui solo perché mio padre mi ha tempestata di telefonate, mi ha detto che dovevo venirci e che dovevo parlare con te. Ma non penso abbiamo molto di cui discutere, abitiamo solo nella stessa città e di fatto non ci conosciamo. Non puoi coinvolgerlo per parlare con me» fece una pausa per guardarlo negli occhi. «Credo che tu sia malvagio, e so cosa hai fatto. Ti ricordo che quella notte c'ero anche io!»
Neri scattò in piedi facendo oscillare il tavolo e tintinnare le tazzine da caffè, innervosito dal tono di voce di Charlotte. Lei lo accarezzò per farlo calmare, ancora immersa nel fiume di parole che le era appena uscito dalla bocca.

«Hey, ascolta so che puoi pensare che...»
«Io non penso, io so» continuò. «Patrick... tu non capisci, non hai idea di cosa abbia passato per colpa tua.» Charlotte aveva gli occhi umidi e la voce spezzata.
«Aspetta, calma, calma...abbassa la voce!» disse Patrick a mezza voce mentre guardava con un sorriso imbarazzato le persone intorno a loro che avevano preso a fissarli.
Si era alzato in piedi chinandosi sul tavolo per raggiungere la mano di Charlotte. La prese con entrambe le sue, ma lei fu svelta a farla scivolare via. «Sono sicuro che tu abbia una tua versione della storia a cui credi e che ti sembra plausibile.»
Charlotte aprì la bocca per ribattere, ma non ne ebbe il tempo.
«Certo, tu c'eri quella notte, me lo ricordo bene, - continuò lui - ma ci sono moltissime altre cose che non sai, che hanno portato alla morte di Josh, e io voglio raccontartele.»
La guardava negli occhi e lei per un attimo si perse nel suo sguardo. Era trasparente e profondo.

«Ho fatto molti errori nella mia vita, spesso l'ho scampata per un pelo e non sono stato sempre onesto, anzi» strinse di nuovo la mano di Charlotte e le sorrise. «Ma dammi la possibilità di spiegarti e poi, se proprio vorrai, non ci parleremo mai più. Anche se - assunse un'espressione maliziosa - Trieste è davvero piccola e sono sicuro che ci incontreremmo di nuovo.»
«Lasciami la mano, e non toccarmi» Charlotte si rinvenne come da un sogno. Erano i suoi maledetti occhi a farla sentire così? O le sue mani che si erano prese la libertà di sfiorarla?
Fece per alzarsi e fischiò a Neri per andare. Anche Patrick si alzò di scatto.
«Dove vai?»
«A casa. Ho da fare e non ho voglia di sentire queste stupidaggini. Tu non sei in cerca di redenzione Patrick, tu non vuoi essere una persona migliore e non esiste un modo su questa terra per cui io possa credere a una sola parola di quello che dici.»
«Chiedi a Charles allora» tentò Patrick prendendo una sigaretta dal pacchetto sul tavolino. Alzò lo sguardo verso di lei, per controllare la sua reazione senza dare nell'occhio. Sapeva di aver fatto centro.

Charlotte si raggelò. «Chiedi a tuo padre come sono andate davvero le cose quella notte. Se a me non credi, almeno crederai a lui?» Patrick si sedette con tranquillità, sistemandosi di nuovo i capelli e fissando la tazzina vuota di caffè. Aveva cambiato espressione e i suoi occhi erano diventati freddi.

Lei si sedette di nuovo, colpita da quella trasformazione.
«Non capisco perché lo fai» gli chiese. «Perché ti interessa tanto che io non ti odi?»
Lui la guardò di nuovo negli occhi e di nuovo lei si sentì penetrare da quello sguardo sicuro, ma molto triste. Patrick sembrava non appartenere a quel luogo.
«Ci sono cose complesse che devi sapere, Charlotte. Cose che non si possono raccontare davanti a un caffè, mentre il mondo intorno continua e la gente chiacchiera e ride. Sono avvenimenti drammatici e scelte che io e tuo fratello abbiamo dovuto fare, senza mai poter dubitare di noi stessi, neanche una volta. Non posso parlarne così con te» fece una pausa. «Non finché non riesco a convincerti che di me ti puoi fidare» sussurrò avvicinandosi a lei.

Le sorrise. Stavolta fu lei a prendergli la mano, anche se subito se ne pentì e la ritrasse.
Lui rise sommessamente. «Ho come l'impressione che non sarà affatto facile» disse mentre si alzava. Si infilò il cappotto nero, prese la sciarpa e la appoggiò sulle spalle.
Patrick aveva trentacinque anni, ma ne dimostrava meno. Era molto alto, sottile, ma scolpito da anni di atletica leggera. La sua figura elegante attirò l'attenzione di alcune ragazze nel bar che iniziarono a parlare tra loro lanciandosi occhiate.

Anche Charlotte lo guardò, mentre era ancora seduta e teneva il guinzaglio di Neri. Osservò i Levi's scuri di Patrick, le sue Clarks verde muschio. Le dita affusolate che poggiavano delicatamente le banconote sul tavolino, il riflesso del vetro del suo massiccio orologio.
Il suo profumo la sfiorò: legnoso, marino e virile, rispecchiava in pieno l'impressione che aveva di Patrick.
Ne era sicura, era un bastardo.

«Pensaci su, Charlotte. Ho davvero voglia di passare del tempo con te a parlare di questo, una volta per tutte» le sorrise di nuovo. E di nuovo lei dubitò di riuscire a togliersi la sensazione che le davano quegli occhi scuri quando si posavano su di lei.

Lo guardò allontanarsi, mentre Neri emetteva un flebile guaito fissando la schiena di Patrick a sua volta, le orecchie appuntite tese e il naso all'insù.
«Non pensarci neanche» gli disse Charlotte chinandosi per accarezzargli il muso. «Non usciremo di nuovo con Patrick Grant.»

Il profumo del cardigan bluHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin