Prologo

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Londra, 19 dicembre 2009

Era una tarda sera d'inverno, quando Hermione sentì un lieve battito d'ali, provenire fuori dalla finestra del salotto di casa. Chiuse il libro che stava leggendo, un colorato bookmark che spuntava dalle pagine, e lo lasciò sul divano, per andare a vedere di cosa si trattasse.

Aprì la finestra, e il freddo la investì in pieno viso, lasciando entrare anche un po' di neve che stava candidamente venendo giù dal cielo grigio scuro. Rivolse lo sguardo fuori, e fu sorpresa di vedere una civetta che si avvicinava sempre di più nella sua direzione. Le ricordava vagamente Edvige, e tra le sue zampe, notò un pacco rivestito di carta rossa, molto natalizia.

Arrivata finalmente a destinazione, la civetta si posò delicatamente sul davanzale, e Hermione sorrise, accarezzandole la testa.
«Vediamo cosa mi hai portato...» disse lei, liberandola dal pacco.
Poi, le diede una nocciolina caramellata, per ringraziala; la civetta strillò contenta, e con uno scatto delle ali, riprese il suo volo.

Hermione chiuse la finestra, e si sedette di nuovo sul divano. Rigirò tra le mani quello strano oggetto che aveva ricevuto, per vedere chi lo avesse spedito, ma non vi era scritto nulla, così, stappò la carta in cui era avvolto.
Scoprì che era un diario: la copertina di pelle rossa, aveva incisa sopra una grande W dorata. Hermione scoppiò improvvisamente a ridere.

Poteva significare solo una cosa: Weasley.
Per quale motivo i gemelli le avevano mandato un diario? Natale si stava avvicinando, però le sembrava ancora presto per ricevere regali.
Lo aprì, e sfogliando le pagine vide che erano vuote; non una frase, sul perché avevano deciso di regalarglielo, o anche solo un "Buon Natale, Granger. Dai mitici, Fred e George!".

Rise ancora e, dopo aver preso una penna dal tavolino di legno lì vicino, scrisse sul frontespizio della prima pagina:
"19 dicembre 2009
Caro diario,
i gemelli Weasley sono due matti.
Hermione."

All'improvviso, sotto i suoi occhi attoniti, le parole appena scritte, scomparvero in una frazione di secondo.
Forse, per farle uno scherzo, le avevano mandato uno dei loro prodotti difettosi, e stranamente non ne fu sorpresa.

Hermione fissò il foglio davanti a sé, scuotendo la testa come fa una mamma quando i figli pestiferi ne combinano una delle loro, e tempestivamente, altre parole si formarono sulla pagina bianca.
"Credo tu voglia dire: i gemelli Weasley sono due geni super fichi!"
La riccia le guardò con un sopracciglio alzato, senza capire.
Che diavolo stava succedendo? Chi le aveva scritte? Decisa a scoprirlo, portò di nuovo la penna sul foglio.

"Chi sei?"
Le parole sparirono alla velocità con cui erano comparse.
Passarono alcuni minuti, prima che la risposta arrivasse.
"Così però mi deludi, Granger. Con il cervello che hai, avresti dovuto capirlo da un pezzo..."
La riccia rise, suo malgrado.

"A quale dei due ho l'onore di scrivere?"
"Al gemello più bello, ovviamente!"
"Ciao, Fred."
"Allora, lo ammetti anche tu che io sono il più bello! Beccata,Granger!"
Hermione alzò gli occhi a cielo.
"No, non sono io che l'ammetto, ma tu: e senza alcuna modestia!"
"Niente scuse, mia piccola so-tutto-io. So perfettamente che è quello che pensi anche tu."
"Sei sempre così sicuro di te, eh?"
"Certo. Comunque, cambiando argomento... ti piace il mio regalo?"
Ora poteva essere sincera.
"Sì, molto. Ma perché l'hai regalato proprio a me?"
Era davvero curiosa di sapere la risposta.

Passarono circa dieci minuti, prima che Fred desse segni di vita.
"Non l'abbiamo ancora messo in vendita, e volevo un parere da una persona intelligente, e importante..."
"Io sono importante per te?"
Senza accorgersene, Hermione diventò un fascio di nervi, e le mani avevano iniziato a sudare.

Non aveva idea del perché si sentisse così agitata.
"Ehi, non esagerare, Granger. Ho detto importante perché sei la scrittrice più famosa di tutto il mondo magico! E, non dire che non è vero!"
Hermione sentì qualcosa contorcersi nella pancia.

"Non c'è bisogno di trovare una scusa: so che tu lo pensi davvero. Puoi dirlo che sono importante per te,Weasley, sai... tanto l'ho sempre saputo!"
Decise di scherzare, non volendo fargli capire di essere stata presa alla sprovvista.
"Che fai mi copi, Granger? E, poi tutta questa modestia? Non è proprio da te... da me sì però, quindi sono fiero di te, Granger."
Quel qualcosa dentro di lei, fece una capriola. Perché si sentiva così felice?

"Comunque, la mamma ha detto di invitarti a cena da noi, domani sera. È da tanto che non ti vede, e vuole sapere che fine hai fatto. Sai, le manchi; manchi a tutti, a dire il vero. Manchi anche a me..."
Il cuore di Hermione perse un battito, la sua pancia si riempì di farfalle che svolazzavano agitate; le mani incominciarono a tremarle, mentre una strana sensazione le invadeva il petto.
Era molto confusa.
"Stai tranquillo, ci sarò. Grazie ancora per il regalo. Buonanotte, Fred."
"Non lo dire neanche. Buonanotte, Granger."

Hermione chiuse il diario con un scatto, e si alzò, per salire nella sua stanza al piano di sopra. Rimase a fissare il diario per un po', distesa sul letto, con un sorriso da ebete stampato in volto; poi lo ripose nel primo cassetto del comodino, accanto al letto.

Infilò il pigiama, andò in bagno a lavarsi i denti, e infine si rifugiò sotto le coperte.
Pensò un'ultima volta a quello che si erano detti, o meglio scritti, lei e Fred poco prima, e si ritrovò ancora a sorridere.
"Manchi anche a me..."

E con queste ultime parole impresse nella mente, si addormentò.

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