5.

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Giorno 12

"Abbiamo dovuto toglierli la camicia di forza, a quanto pare il tessuto gli dà allergia alla pelle." mi spiegò la guardia quella mattina.
Sospirai annuendo, preparandomi mentalmente a quella giornata.
"A dopo, dottore." camminai lungo il corridoio arrivando davanti alla porta della sua cella, entrando successivamente.

"Buongiorno." accesi la luce trovandolo nella solita posizione che stava quando aveva la camicia di forza, a gambe incrociate sulle sue coperte.
"Dottore, fa male." alzò lo sguardo e mi sorpresi vedendolo piangere, con gli occhi rossi e il naso leggermente più scuro.
"Cosa?" mi avvicinai subito a lui, ma mi fermai a pochi passi da lui.
"Per favore...fa male." piagnucolò guardandomi dal basso, tirando su col naso.
Non mi importai se ci fossero state delle conseguenze, dovevo avvicinarmi a lui il più possibile.
Mi sedetti di fronte a lui notando solo in quel momento che le sue braccia erano tutte rosse, così come le mani e i piedi.
"Non ti hanno medicato?" delicatamente presi un suo braccio scrutandolo.
"...No." alzai lo sguardo verso il suo viso, aveva smesso di piangere. Ora mi stava fissando con i suoi occhi azzurri, facendomi rabbrividire leggermente.

"Dottore..." sorrise avvicinando il viso al mio.
"Non mi mangerai vero?" sussurrai incantato dai suoi occhi, non muovendomi di un millimetro.
"Mangerò la sua purezza..." sfiorò con un dito le mie labbra abbassando il labbro inferiore.
"Non farmi del male..." ridacchiò prendendo il mio viso tra le sue mani gelide.
"Se lei non me ne vuole fare, io non gliene farò, dottore."
"Felix. Chiamami Felix."
"Nome stupendo come il proprietario..." sorrise contro le mie labbra, stringendo le mie guance con le dita.
"Fammi uscire da qui." sibilò fissandomi con occhi spalancati.
"Non posso..." il suo sorriso sparì e apparì il suo tic all'occhio, segno di nervosismo.
"Devo prima curarti." si fermò guardandomi, come se stesse elaborando le mie parole.
"E poi...uscirò da qui?" sorrise stringendo ancora il mio viso.
"Sì. Ma andrai sicuramente in prigione poi."
"Allora tu lo impedirai, piccolo pulcino" sorrise ridendo.
"Sarai il mio angelo custode, e io sarò sotto la sua ala protetto da tutti i mali" lo guardai immobile, ragionando sulle sue parole.

Mi aveva preso per una mamma oca?
Sì, proprio così. Non mi lascerà più andare.
In che guaio mi sono cacciato?

My psychopath-HyunlixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora