Capitolo 16

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Mercoledì ore 20:30

Il rumore delle onde accompagna i miei silenzi. Silenzi che urlano, come i pensieri e l'ansia che non fa altro che crescere.
Mi chiedo se finirà mai, se avrò mai un po' di pace.

È stata una giornata estenuante su tutti i fronti, sono quasi le nove e non ho cenato, ho salutato Ruth alla reception e sono corsa subito in stanza, ora sono qui seduta in terrazza che rimugino su quello che dovrò affrontare domani, su Stephanie e il suo comportamento.

Mi rendo conto che sia preoccupata per quello che potrebbe succedermi, ma non è solo questo, sa qualcosa che io non so?

Forse ha intuito qualcosa o forse è a conoscenza che suo cognato è coinvolto in qualcosa di più grosso.. e poi c'è lui, il ragazzo del parco...

Anche se non so chi sia, una cosa è certa, non voleva farmi del male, lo avrebbe già fatto nel vicolo la prima volta se avesse voluto, eppure non lo ha fatto ... anche oggi al parco si è limitato a guardarmi.

Devo ammettere però, che mi ha totalmente spiazzata, non riuscivo a muovere un muscolo, ero incatenata al suo sguardo di ghiaccio, freddo, calcolatore;uno sguardo che non lascia trasparire alcun tipo di emozione e non so se esserne terrorizzata o.....attratta...

Ma che cazzo mi dice la testa!!! Che vado a pensare...ahhhhhrrr Aileen...potrebbe essere uno degli uomini di Jay, oppure uno scagnozzo di Thomas!!!

Sarà meglio mi concentri sul piano di domani, devo ricontrollare e non dimenticare nulla ...un solo passo falso e va tutto in fumo.
Cerco di ripetermi che andrà tutto bene, quando improvvisamente mi arriva una notifica sul telefono e contemporaneamente bussano alla porta.

Chi sarà a quest'ora?

Nessuno sa che sono qui, inizio ad agitarmi e sono indecisa sul da farsi.
Faccio finta di nulla e vedo chi sia al telefono?
O vado a vedere chi sia alla porta?

Ho le mani che tremano e quando penso di ignorare entrambe le cose, alla porta bussano con ancora più insistenza.

Coraggio Aileen vai ad aprire !! Pensi che un malintenzionato bussi alla porta chiedendo il permesso di entrare? Scusa mi puoi aprire ? Sono passato un salto ad aggredirti...

Effettivamente ... la mia vocina, solitamente impertinente, non ha tutti i torti.
Mi avvicino lentamente, ma lascio comunque la catenella di sicurezza inserita non si sa mai,ma come appoggio la mano tremante sulla maniglia...

<<Aileen, sono io Opal>>

Un sospiro di sollievo lascia le mie labbra, mi affretto ad aprire e mi trovo davanti quell'armadio di Logan con un sorriso sornione...che diavolo ci fa lui qui.
Aggrappata al suo braccio Opal, che mi guarda con occhi da cucciolo, nella speranza che non mi arrabbi.

<<Opal, quale parte del nessuno deve sapere che sono qui non ti è chiara? Che ci fa lui qui!>> parlo in modo che mi sentano solo loro due.
Nel frattempo mi guardo intorno, spero nessuno li abbia seguiti, o sono finita.

<<Avanti Aileen, non prendertela con lei, nessuno sa che siamo qui, siamo stati attenti, ma è meglio se ne parliamo dentro non credi?>>

Mi sposto di lato e con un cenno della testa indico loro di entrare, richiudendo a doppia mandata la porta alle loro spalle.

Mi posiziono ai piedi del letto a braccia incrociate squadrandoli in attesa di una spiegazione, ed è Opal ad agire per prima, sporgendosi verso di me e avvolgendomi in un abbraccio carico di apprensione.

<<Mi dispiace, so che avevi detto niente contatti, ma è da giorni che non ti vedo e non ti sento, se non per quel misero messaggio dove mi avvertivi che ti saresti trasferita qui. Non c'è la facevo più, sono preoccupata Aileen, per tutto... - si stacca leggermente da me con occhi lucidi, così che anche l'ultima parvenza di fermezza da parte mia è andata completamente in frantumi, -... le minacce, quello che dovrai affrontare domani...Ryan.>>

To Breathe AgainWhere stories live. Discover now