3° Capitolo:

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Siamo a Milano ed abbiamo appena preso le chiavi delle nostre camere. Io ed Ernesto la divideremo, non è affatto un problema. Chiacchiereremo e scherzeremo fino a tardi. Ora non vedo l'ora di mollare il trolley per correre ad abbracciare il mio fratello maggiore preferito. 

Spalanco la porta della stanza, abbandono il trolley e la borsa poi mi appresto ad uscire. 

<< vado da Gian, vieni? >>

<< no Eli, fai tu. Vado con calma >> dichiara Ernesto mentre sistema la playstation. Non vede l'ora di giocare con Gian. Mi dispiace, queste cose con me non le può fare e gli mancano. Abbiamo un rapporto fantastico ma sente molto la mancanza del fratello, del suo amatissimo fratello. 

Chiudo la porta della nostra stanza alle mie spalle e vado a bussare a quella di mio fratello maggiore. 

Breve attesa e poi è proprio lui ad aprire la porta. Sulle sue labbra compare un sorriso immenso ed in mezzo secondo mi travolge in uno dei suoi bellissimi abbracci spacca costole che tanto amo e mi sono mancati. 

<< piccola mia >>  mi stringe sempre più forte. 

<< mi sei mancato immensamente >>

<< anche tu, Ernesto? >>

<< sta preparando la play, mi ha lasciato venire da sola così poi potete stare insieme >>

 Sorride al solo pensiero. Mi accarezza il viso, più di una volta.

<< sei bellissima, ogni giorno sempre di più >>

<< come te >> rispondo e mi lascia entrare. 

C'è un caos infernale, il letto è pieno di vestiti. 

<< che facevi? >> domando cercando un posticino sul letto per accomodarmi. 

<< consigliavo il Barone, su cosa indossare al concerto di stasera >>

<< ah ... >> qualunque cosa stavo per dire mi resta in gola dato che dal bagno compare proprio lui, camicia bianca, calzini, occhiali e...solo boxer. 

<< Eliiiiiiiii, e finalmente >> dichiara. Era, come al solito, impaziente di rivedermi. Mi alzo e mi dirigo verso di lui, per abbracciarlo. Mio fratello mette le mani avanti. 

<< se vuoi abbracciare mia sorella ti rimetti i pantaloni >> impone Gianluca. 

<< ma quali pantaloni, figurati. Neanche fosse la prima volta che lo vedo in boxer >> dichiaro torva e vado a stringerlo. 

<< come non è la prima volta? >>

Resto tra le braccia del narese. 

<< lo conosco da 6 anni, è stato a casa nostra tonnellate di volte >> gli ricordo. 

<< sono contentissimo che sei venuta >>

<< anche io >> confermo e poi rispondo al suo sorriso. 

<< ti va un caffè? >>

<< sì volentieri >> confermo. 

Sorride. S'infila un paio di pantaloni e poi le scarpe. 

<< noi andiamo al bar, vai da tuo fratello >> ordina il ragazzo autoritario. 

<< ok, Piè mi raccomando. Vola basso, non provarci troppo >>

<< non te lo prometto >> risponde Piero avvolgendomi il collo con un braccio mentre usciamo. Appena entriamo in ascensore sposto la mano. 

<< siamo solo amici >> gli ricordo per la milionesima volta. 

<< lo so ma mi piaci lo stesso molto, come la mettiamo? >> domanda appoggiandosi con le spalle alla parete dell'ascensore. Assume un espressione accattivante, affascinante. È bellissimo e ne è consapevole. 

<< no so, proposte?, idee? >> domando a mia volta imitando la sua espressione. 

<< io rispetto la tua scelta di essere amici però tu devi concedermi di corteggiarti, come ho sempre avuto intenzione di fare >>

<< e perché vuoi corteggiarmi ugualmente? >>

<< perché non puoi rifiutare qualcosa che non sai com'è. Concedimi di mostrarti come potrebbe essere se stessimo insieme e poi deciderai cosa fare >>

<< credo che ... >>

<< che? >> domanda poi sentiamo il tic dell'ascensore. Siamo al pianterreno. 

<< sia impossibile impedirti di far qualcosa, avanti Barone sorprendimi! >> lancio la sfida. 

Annuisce con un malizioso sorriso disegnato sulle labbra poi rimette il braccio attorno al mio collo, lo imito avvolgendo la sua schiena con il mio braccio. 

Ce ne andiamo così al bar e prendiamo posto su uno dei divanetti. Il cameriere ci raggiunge subito. 

<< buongiorno, cosa vi porto? >>

<< un succo d'ananas  ed un cornetto semplice caldo per la mia principessa e per me un espresso e cornetto alla crema >>

<< sì signore >> conferma il cameriere lasciandoci di nuovo da soli. Resto nel suo abbraccio e gli lancio un sorriso. 

<< sei meravigliosa, mi sei mancata molto >> confessa sfiorandomi il naso con l'indice. 

<< ti sorprenderò ma mi sei mancato anche tu, devo confessare che ultimamente ti ho pensato molto >>

<< e allora perché non mi telefoni mai?, devo sempre farlo io >>

<< ma se ti messaggio ogni giorno >> ribatto. 

<< ma io voglio anche sentire la tua voce >> ammette per poi accarezzarmi il viso. 

<< scusate >> ci interrompe il cameriere con la nostra colazione. Ci serve e si congeda. 

E chi lo faceva così dolce il Barone?!, lo credevo affascinante, sicuro di sé, autoritario ma non dolce e romantico a tal punto...beh non avevo ancora avuto il piacere. Però, sì, sono abbastanza matura da ammettere quando sbaglio. Avrei dovuto concedergli il permesso di corteggiarmi molto prima. 


Nota autrice: buonasera. Come va?. Manca davvero pochissimo alla finale dell'Eurovision. Non vedo l'ora di assistere alla loro performance.

Questo era il 3° capitolo, ora sta voi. Più commenti però o pubblicherò il 4° quando finirà la storia "Il volo shore ". =)

Un amore, così grande:Where stories live. Discover now