Quella mattina Naomi non scese. Aveva intenzione di rimanere chiusa in camera fino al pomeriggio, per ridurre al minimo le probabilità di incontrare Sharp dato che in giornata tutti i ragazzi sarebbero tornati a casa.
Nessuno la disturbò e lei poté perdersi nei suoi pensieri nel silenzio. Sentiva ancora lo stomaco in subbuglio al pensiero di quello che era successo. Non immaginava fosse così baciare qualcuno. Pensava che tutto in libri o fiction fosse semplicemente esagerato, che ci fosse una narrazione distorta, ma la realtà aveva superato qualunque cosa avesse mai letto.
Si era sentita libera, accesa, viva. Si era sentita viva.
La vera lei era al settimo cielo come una ragazzina e continuava a rivivere quel momento in maniera vivida. L'altra era ammaliata dalla lussuria e dall'eccitazione che aveva provato, sentendosi potente per l'effetto che faceva al ragazzo, e ne voleva ancora.
Ma entrambe concordarono sul fatto che sarebbe stato meglio per tutti fare finta di niente, fino a che non fosse stato lui a dire o fare qualcosa, nel frattempo lei avrebbe fatto quello che le riusciva meglio: dissimulare.
Si rese conto di stare parlando da sola, o meglio, che le due Naomi stavano dialogando tra loro. Anche questo capitava per la prima volta, fino ad allora si erano limitate a inframezzarsi senza interagire.
«Non ci comporteremo come delle disperate.» si disse camminando per la stanza.
«Certo che no, per questo devi lasciarmi fare.» si rispose fermandosi e fissando il pavimento con sguardo serio.
«Hai avuto i tuoi anni di controllo, ora decido io quando ho bisogno di te.»
«Non farti strane idee. La squadra vuole me e anche papà.» si disse acidamente.
Passò una mano tra i capelli. «E il resto del tempo sei solo d'intralcio.»
«Staremo a vedere.», si ritirò lasciando la ragazza immaginarsi per l'ennesima volta le mani del regista sui suoi fianchi, sul suo collo e sulle sue cosce, arrossendo. Si buttò sul letto e sospirò contenta.
Nel pomeriggio, non sentendo movimenti nel corridoio, decise di scendere per smangiucchiare qualcosa dalla cucina e poi andare a correre. Uscì indisturbata.
Rimase in giro giusto un paio d'ore. Quando tornò, si trovò davanti alcuni dei ragazzi che si allenavano e non riuscì a passare inosservata, Mark la stava chiamando a gran voce, attirando l'attenzione di tutti, in particolare del rasta.
"Tu che confidavi nel loro approfittarsi del giorno libero." Si rimproverò.
«Naomi, vieni! Guarda come sono migliorati Axel e Austin!» Si stava sbracciando per farle cenno di avvicinarsi.
Si portò a bordo campo con indifferenza, scese i gradini e raggiunse il capitano senza mai voltare lo sguardo. Era seria, composta, distaccata. Superba, altezzosa. Jude si leccò le labbra pensando alla ragazza ansimante, con le labbra schiuse e arrossate della notte scorsa, e ghignò perché intuì che la sua compostezza fosse solo una maschera.
«Dai ragazzi, tirate!» urlò Mark mettendosi in posizione per parare. I due ragazzi eseguirono il Ruggito di Fuoco con una tecnica eccellente e la palla entrò diretta in porta. «Visto!?», era esaltato come un bambino.
«Niente male, c'è ancora da lavorare ma è un buon tiro.» commentò monocorde, incrociando le braccia al petto. Evans le rispose con un sorriso a trentadue denti e il pollice alzato, mentre i due attaccanti si pavoneggiavano divertiti.
«Naomi.» la chiamò Celia, facendo voltare tutti verso di lei. «L'allenatore Travis ti vuole nel suo ufficio.»
La ragazza annuì, assottigliando lo sguardo e riflettendo su cosa dovesse dirle.
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The Two of Us ~ Jude Sharp
Teen FictionNaomi è una ragazza dall'indole vivace, caratterizzata da una genuina spontaneità e un sincero altruismo, qualità solitamente ben viste e apprezzate da tutti tranne che da colui che l'ha cresciuta. Quindi mi correggo, Naomi è una persona taciturna...
