Capitolo 1 { REVISIONATO }

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CAPITOLO 1

JASON JENSEN

Sono davanti al cancello del Centro delle forze operative di Roma, nella mia Jeep. Il sorvegliante all'ingresso quando si accorge che alla guida ci sono io strabuzza gli occhi sorpreso. Io di rimando gli sorrido. Immagino la sua sorpresa ma

«Può aprirmi per cortesia?» dico tranquillo abbassando la testa.

«Certo mi-mi scusi Caporale Jensen, la apro subito...» scusandosi e balbettando sentendosi in colpa per il suo comportamento. È tornato l'incorruttibile Caporale, quello che con un solo cipiglio glaciale spaventa tutti.

Entro dirigendomi verso il parcheggio. Parcheggio gremito, più di quanto potessi ricordarmi. Comincio a far saettare il mio sguardo in cerca di un posto. Due posti sono liberi, guardo meglio. E si, è proprio il mio posto, "sarà rimasto vuoto per tutto questo tempo?" mi domando dirigendomi in quella direzione per parcheggiare la mia macchina. L'altro posto auto vuoto, quello proprio di fronte al mio è quello di Alex, lì vuoto come se qualcuno all'improvviso dovesse occuparlo.

Continuo a guardarmi intorno freddo come se stessi registrando di nuovo tutto ciò che è presente in questo luogo che conosco più di me stesso. Il mio sguardo si dirige prima all'auto posizionata alla destra del posto vuoto, la Jeep rossa fiammante di mia sorella, che scatena un sorriso, il primo ed unico sorriso vero e sentito della giornata. Lei è qui, questo mi tranquillizza e poi alla sinistra. "Questa è nuova..." penso ma non ci faccio molta attenzione. Quì c'è sempre qualcuno nuovo, tra le nuove reclute e i nuovi arrivi nei vari plotoni che magari vengono trasferiti è la normalità.

Mi scuoto, lo so che a volte sono esagerato, una delle cose che è rimasta è la mia mania di tenere tutto e tutti sotto controllo. Comincio a dirigermi verso l'ufficio dei miei superiori, sarà una lunga mattinata, ma la mia attenzione viene catturata da una voce sicura, severa e fredda,

«Reclute, attenti!» dice una voce femminile che riconosco subito. Eccola la mia sorellina. Mi avvicino con passo felpato,

«Buongiorno, Caporal Maggiore Jensen!» dico con voce sicura e tranquilla, lei si volta e mi guarda, non le do il tempo di rispondere

«Buongiorno Reclute. Siete molto fortunati ad avere il Caporal Maggiore come addestratrice. Seguitela con attenzione!» concludo dirigendo il mio sguardo su di lei. Cerca di darsi un contegno e di non lasciarsi andare ma i suoi occhi lucidi mostrano altro.

«Attenti, reclute! Saluto!» ordina con voce ferma.

«Bentornato, Caporale Jensen! Siamo felici di riaverla qui, finalmente.» sottolinea quell'ultima parola. Sul suo viso si forma un ghigno a cui rispondo immediatamente. Ricambio il saluto e aggiungo un

«Riposo, reclute!». Resto un po' lì a parlare con lei, mentre le reclute si avviano in mensa per la colazione. Jessica mi accompagna verso l'ufficio. Devo ammettere che averla incontrata mi ha tranquillizzato. Busso alla porta,

«Avanti» sento dire dall'interno della stanza. Entro avvicinandomi alla scrivania, il mio superiore con piglio serio si alza, effettuiamo entrambi il saluto militare e mi fa accomodare.

«Bentornato, caporale Jensen è bello riaverla qui. Abbiamo tante cose da dirci.» afferma guardandomi dritto negli occhi.

«Grazie, è bello tornare qui. Questa è e sarà sempre Casa Mia.» dico con una sicurezza che credevo di aver perso e aggiungo

<<Vuole iniziare lei o inizio io dicendogli perchè sono qui?» concludo.

«Inizi pure lei, Caporale! E poi le dirò alcune cose io» continua, guardandomi fisso, come se già sapesse che qualcosa non mi sarebbe piaciuta.

Comincio allora a parlare

«Sono pronto a tornare ad adempiere al mio dovere. Tornerei anche oggi a disposizione.» dico e affrettandomi prima di qualunque tipo di domanda

«Sono a disposizione anche in caso vogliate mandarmi in missione.» concludo fiero della mia affermazione. Un sorriso si forma sul volto del mio superiore e

«Bene, è proprio quello che volevo sentire. Per me può ritenersi già reintegrato. Sarà sua sorella, il Caporal Maggiore Jensen ad aggiornarla su tutto ciò che deve sapere.» afferma e io felice ma sempre trattenendomi

«Ottimo, non vedo l'ora di rientrare. L'unica cosa che le chiedo, è di poter stare ancora qualche tempo al di fuori del Centro, è possibile?» domando. Lui semplicemente muove la testa in segno di assenso. Il nostro incontro continua, non so perchè ma ho una strana sensazione, cos'altro dovrà dirmi? penso tra me e me. Comincia porgendomi un flyer che mi affretto a leggere

"Domenica 23 Ottobre 2022 Cerimonia in ricordo del Primo Caporal Alessandro Mancino e conferimento delle medaglie al Valor Civile ai soldati che hanno valorosamente combattuto in Libano nel 2019".

Un brivido mi percorre la schiena, la mia faccia è tutta un programma. Non so cosa dire, non che io possa lamentarmi o essere contrario, questo tipo di manifestazioni vengono spesso organizzate. Per me sarà come tornare indietro di due anni. Sarà come rivivere quel maledetto giorno, ma non posso esimermi da ciò.

Continuo a leggere quel volantino,

"In coda alla manifestazione saranno presentati i nuovi arruolati e confermati i nuovi avanzamenti in grado".

Termino così la lettura e aggiungo

«Anche questo è adempiere ai miei doveri. Ci sarò.» con piglio serio. Prima di congedarmi il mio superiore mi blocca,

«Jason» mi volto di scatto verso di lui, perché mi ha chiamato per nome? Cosa sta succedendo? mi chiedo tra me e me.

«In questo plico trovi le informazioni di uno dei nuovi arrivi nel tuo plotone... Il nuovo Caporale che ti affiancherà nelle prossime missioni.» conclude quasi preoccupato, porgendomi il plico sigillato.

«Bene, vuole che lo veda prima di persona e poi legga quello che è scritto qui dentro o posso già farmi un'idea leggendo?» domando.

«Vorrei che lo conoscessi prima, sarà presentato domenica, ma è già qui. Si sta ambientando.» conclude serio. Rispondo con un semplice cenno del capo e lo saluto.

Mentre cammino per il Centro cercando di ritrovare familiarità con il mio ambiente naturale, penso alle parole appena dette dal mio superiore. Sembrava teso, non credo di averlo mai visto così. Questo nuovo Caporale avrà fatto qualcosa che non va? Sarà stato trasferito per qualcosa che non avrebbe dovuto fare? Mentre nella mia mente aleggiano tutte queste domande, qualcuno mi viene addosso. Io resto immobile come se nulla mi avesse scalfito, lo guardo squadrandolo dalla testa ai piedi. Non è più alto di 1,80 cm, ma fisicamente non è male.

«Mi scusi, non volevo, ero distratto. Mi scusi ancora, Signore.» si affretta a dire.

«Caporale, Ragazzo. Sono il Caporal Jason Jensen!» dico con un ghigno che mi si disegna sul volto, continuando a fissarlo. Lui si affretta a mettersi sull'attenti,

«Mi scusi ancora, Caporale Jensen. Non volevo. Sono qui da poco.» afferma continuando a scusarsi.

«Riposo, ragazzo. Non si preoccupi. Quindi è appena arrivato?» chiedo, incuriosendomi.

«Sì, sono arrivato una settimana fa. Trasferito dal Comando delle forze operative del Nord, Comando divisione di "Vittorio Veneto".» mi dice.

«Bene. Avremo modo di conoscerci.» rispondo con distacco, aggiungendo

«Un appunto, cerca di stare più attento, così non ti farai molti amici.» concludo salutandolo.

LegàmiWhere stories live. Discover now