Una porta che si apre

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" Ciao...Darina"  Walter era entrato in casa dopo la valigetta del lavoro. La mostrava soddisfatto agitandola in aria. Aveva pronunciato il suo nome con tetro disprezzo. "Come dev'essere dura stare in casa" aggiunse sarcastico. Sbattendo le mani sulla cosce si sedette su uno sgabello della cucina. La fissava. Darina percepì il suo sguardo  pre-accusatorio e le passò un brivido timoroso lungo il collo. Lo sentì riempire il bicchiere. L'acre della solita bottiglia di vodka si diffuse velocemente nell'ambiente e la fece tossire. Il bicchiere sbatté di colpo sul tavolo. "Ancora non hai preparato il pranzo!" Darina chiuse gli occhi. Si sentì afferrare per i capelli e trascinare , poi il suo corpo venne sbattuto sul tavolo. Walter l'afferrò per la gola. "Ti prego" singhiozzò Darina con la poca voce che riuscì a emettere, gli occhi stretti  a due fessure per il dolore, il viso arrossato dalla mancanza di ossigeno. Non era la prima volta e forse nemmeno una delle peggiori. Walter rilassò il ghigno di odio che lo accecava. Si ricompose lisciandosi la giacca. Prese il bicchiere e  ingurgitò l'ultimo sorso. "Prepara subito il pranzo e apparecchia per tre" Darina lo fissò confusa mentre cercava di riprendersi e mettersi seduta. Lui guardava da un'altra parte. Posò rumorosamente il bicchiere sul tavolo "Abbiamo un ospite" e nel giro di qualche passo uscì dalla cucina.

Darina sapeva bene qual era il suo compito, avrebbe dovuto attendere per aprire la porta di casa ma allo stesso tempo non poteva esimersi dall'ascoltare i propri incessanti pensieri. Era l'ennesimo collega di lavoro? O magari un cliente importante, forse questo avrebbe potuto spiegare il nervosismo di suo marito. Darina trovava sempre qualcosa per giustificarlo, per sopportare silenziosamente tutti quei maltrattamenti. Persino la sua amica Vana abituata alla violenza degli uomini russi, già che anche suo padre l'aveva cresciuta  a frustate, le aveva intimato "Darina dovresti farti vedere quei lividi, insomma, ormai siamo donne adulte e tu, tu sei anche incinta". Darina in effetti aveva preso peso nel giro di qualche mese ma non aveva detto niente al marito.  Avrebbe tanto desiderato un bambino, ma quell'amore non era ricambiato. 

"Siamo ancora giovani", diceva "dovremmo divertirci prima di incatenarci con un figlio, c'è tempo". Per lui c'era sempre tempo, ma intanto il corpo di Darina, lasciato appassire, risentiva dei segni del tempo, che Walter rifiutava di vedere. " Sarebbe ora che andassi dal chirurgo estetico, o chessò, in palestra almeno" ma lei, distrutta, non le rimanevano forze per se stessa, ma solo per tenere in piedi  quel falso matrimonio. 

Il campanello trillò delicatamente. Darina aveva il presentimento che non si trattasse del solito omone alto e distinto o magari a volte sperava di incontrarne uno di suo gradimento che avesse potuto salvarla da quella vita ingabbiata d'oro. " Oh, Buonasera signora" Darina sentì il cuore fermarsi e fendersi contro una lama appuntita che dolcemente la faceva in pezzi. Walter la sorpassò senza garbo prendendo le mani della donna e invitandola ad entrare. Era bellissima. I capelli biondi e mossi fino a metà  schiena, un abito rosso attillato con le maniche arricciate incorniciavano le spalle  delicate e bianche, slanciata, i suoi passi risuonavano squillanti di tacco a spillo lucidato e schiacciavano rumorosamente quel che restava di Darina. Walter si avvicinò pericolosamente alla donna e le stampò un bacio appassionato sulle labbra carnose. Darina rimase di marmo. "Beh, direi che ora siamo diventati troppi" Darina non si rese conto di star parlando. Credeva di aver pensato in silenzio. "Hai ragione moglie mia" Darina attendeva il verdetto di quell'uomo crudele. Come aveva fatto ad innamorarsene?. "Dovresti trasferirti nella dependance della governante, ci servirà qualcuno a darci una mano"  Darina notò Walter posare delicatamente la mano sulla pancia della donna , che , cambiando posa, mise in mostra quello che Darina non avrebbe mai voluto vedere.  Il suo viso arrossì di stupore, rabbia, imbarazzo.           Di tutte quelle emozioni che aveva trattenuto per ben dieci anni. Darina perse il controllo e le mancò il respiro. Quel vortice di sensazioni era più potente di quanto si aspettasse e stava venendo a galla inaspettatamente contro il suo volere. D'improvviso, la marea salì, troppo in fretta e le catturò la vista, l'udito, il tatto, ogni cosa ormai era svanita.



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