5. Yellow

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5.
Yellow


"Il giallo temerario della ginestra, che non ha paura di crescere tra le pietre e i sentieri aspri."
(Fabrizio Caramagna).


Hermione bussò piano alla porta dell'ufficio del professor Mauric Miracle, che a conti fatti non era altro che uno sgabuzzino dall'aria più tetra del peggior cubicolo dei Sotterranei. Strinse gli occhi, stranita dal fatto che la McGranitt avesse assegnato al titolare della cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure un ambiente così angusto.

«Signorina Granger, è un piacere vederla.» il professore era seduto su una sedia incastrata tra la scrivania e un imponente scaffale di libri, e le stava sorridendo.

«Emh... buon pomeriggio, professore.» disse lei, cercando di farsi spazio tra i diversi bauli per posizionarsi di fronte a lui «Scusi il disturbo.»

Le sarebbe piaciuto sedersi, ma non c'era spazio.

«Nessun disturbo, mi dica pure.» rispose cordialmente Miracle, accavallando elegantemente le caviglie sopra il tavolo.

Hermione fece un respiro profondo, ripassando mentalmente il discorso che si era preparata. Sapeva che non sarebbe stato facile convincerlo a concedere a lei e a Malfoy una prova con lo Ianus, e sicuramente avrebbe voluto essere presente per controllare che non si facessero sopraffare dal demone. Aveva programmato di non dirgli che il serpeverde era il suo compagno di lavoro, ma non appena menzionò il compito, fu la prima cosa che lui le chiese. Così fu costretta a rispondere che stava portando avanti quel compito con niente poco di meno che Draco Malfoy. Si aspettava un'occhiata delusa, o quantomeno sprezzante, come del resto il professore si mostrava in classe nei confronti del ragazzo, invece lui si limitò a scrollare le spalle.

«Capisco.» disse soltanto.

«Bene, ecco, noi ci chiedevamo se–

«Se è qui per chiedermi un suggerimento, posso dargliene senz'altro uno piuttosto utile.» si passò la lingua sulle labbra, poi piegò il capo da una parte e le rivolse uno sguardo intenso «Cambi compagno.»

Hermione si bloccò, incredula. Certo, si aspettava che Miracle non sarebbe stato d'accordo, o che non si sarebbe mostrato contento, ma non che sarebbe stato così diretto.

«Come ha detto, scusi?» gli chiese di ripetere, incerta.

Miralce si passò di nuovo la lingua sulle labbra.

«Sono certo che il signor Malfoy abbia altro per la testa, in questo momento.» disse «Non credo che potrebbe dedicare il giusto tempo a questo compito, o a lei.» fece una pausa significativa «Potrebbe farle prendere un voto basso, compromettere il suo giudizio di ammissione ai M.A.G.O... sa come vanno certe cose.»

«Sta dicendo che il solo scegliere Malfoy come compagno per questo progetto potrebbe compromettere la mia carriera?»

«Sto dicendo che è il tipo di persona da cui stare alla larga, signorina Granger.» la corresse lui «Non la pensa allo stesso modo?»

A volte bisogna avere il coraggio di dire quello che si pensa, di non lasciarsi irretire dal contesto e dalle insicurezze che ci assalgono quando ci sentiamo giudicati. Il coraggio, questo è il grande segreto della vita, viene sempre ripagato. Magari in una valuta diversa, per cui si crede di aver dato più di quanto si sia poi ottenuto, ma bisogna saper dare il giusto valore a tutto. Così Hermione si fece coraggio.

«Onestamente no, professore.» disse «Non credo che Malfoy possa influenzarmi. Al contrario, penso di poterlo aiutare. Se sta davvero attraversando un momento complicato, non è giusto che sia lasciato solo.»

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