Capitolo 16

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Il mirino del cecchino si muoveva lentamente, così da permettere all'occhio di vedere qualsiasi tipo di movimento, che fosse animale od umano

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Il mirino del cecchino si muoveva lentamente, così da permettere all'occhio di vedere qualsiasi tipo di movimento, che fosse animale od umano.

Le pupille scrutavano ogni centimetro di quella vastità bianca e candida, sembrava totalmente intoccata dalla mano umana. Troppo selvaggia, troppo lontana da ogni tipo di conoscenza.

Le vette delle montagne raggiungevano il cielo, la montagna per lui era sinonimo di potenza, di inarrestabilità.

"Midoriya, visto niente...?".

La voce calma e distaccata di Tokoyami gli fece riattivare l'attenzione, battendo qualche volta le palpebre mentre il ragazzo di fianco a sé perlustrava le foreste con il binocolo.

"No, solamente qualche Wapiti che va alla ricerca di cibo, di cervi se ne vedono meno. Però... - Esitò leggermente, strizzando le palpebre nel vedere del movimento ambiguo - Lupi".

"Non daranno fastidio, se li lasciamo in pace, poi...?".

"No, sono strani...Guarda, laggiù, c'è quella radura senza alberi, di fianco alla diramazione del fiume...".

"Sì, li vedo... - Il ragazzo li osservò attentamente, seguendo con lo sguardo i loro movimenti e leggendo il linguaggio del loro corpo - Stanno scappando".

"E loro in genere non scappano, se non spaventati... - Mormorò Izuku, riponendo il fucile sulla propria spalla ed alzandosi di scatto, mentre il cuore iniziava a battere con prepotenza dentro al proprio petto - Sono arrivati".

Iniziò a correre in discesa, sotto ai richiami di Tokoyami che cercava di farlo rallentare per evitare di essere visto.

"Fermo! Come noi ci siamo accorti di loro, loro possono aver visto noi!". 

"No! Dobbiamo avvertire gli alt-".

Uno sparo.

Uno sparo che rimbombò nella grande vallata bianca ed intoccata.

Uno sparo che fece bloccare il cuore del verdino che stava battendo così forte, da far quasi male.

Uno sparo che gli fece gelare il sangue.

Uno sparo che lo fece sbilanciare, facendolo ruzzolare giù dalla discesa, sporcando la candida neve di un colore scarlatto.
Provava a rallentare la discesa con le braccia o con le gambe, ma il terreno scivoloso non aiutava, anzi, lo mandava sempre più giù.

Fu un tragitto infinito, mentre il suo cuore riprese a battere come un forsennato nella paura di aver fatto qualcosa di sbagliato. La sua irruenza era rimasta la medesima, obbligandolo quindi a non pensare troppo prima di agire.

Quando la discesa finì, totalmente bianco per colpa della neve, una forte fitta alla gamba lo iniziò a trapassare, obbligandolo a stringere i denti e arpionare le mani alla sua coscia, cercando di attenuare il dolore.

𝙶𝚞𝚗𝚜 & 𝙻𝚘𝚟𝚎 - 𝚁𝚎𝚟𝚎𝚗𝚐𝚎Where stories live. Discover now