Ritrovarsi

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FLASHBACK

Louis stava osservando Harry come se volesse trapassargli il cranio con una dannata freccia, la stessa che stava intagliando proprio in quel momento, seduto su un tronco caduto.
Aveva faticato a vedere quel bocciolo trasformarsi lentamente in una splendida rosa: Harry durante la sua pubertà era letteralmente esploso in tutta la sua bellezza e, a quanto pareva, non era l'unico a essersi reso conto del suo cambiamento, della sua crescita. Era da settimane che ormai Beta e Alpha gli ronzavano attorno e Harry accettava volentieri le sviolinate, con risolini divertiti e dolci mentre riservava occhiate di sbieco a Louis che, come ogni volta, lo sorvegliava a distanza, pronto a intervenire quando quei cretini oltrepassavano il limite.

E il giovane Alpha osserva l'ormai sedicenne salutare i suoi ammiratori con un sorriso tutto fossette, prima di puntare lo sguardo in quegli occhi glaciali per raggiungerlo e Louis odia il modo in cui il suo cuore si esibisce in una capriola quando quel viso delicato è a un passo dal suo e sospira pesantemente contro le labbra del più piccolo, lasciando che questo si sieda su una delle sue cosce, prendendogli il volto fra le mani e stampagli un lento bacio sulle labbra, prima di sfregare il naso contro la sua mascella e fare dei mugolii misti a fusa.

"A breve ti terrò con un dannato guinzaglio, Styles." Louis mormora, ma la sua voce è dolce come il miele, un delizioso contrasto con lo sguardo burbero che aveva indosso fino a pochi secondi fa e avvolge un braccio attorno alla vita stretta del minore, lasciando che dalla sua gola fuoriesca un verso di soddisfazione nel percepire l'Omega rilassarsi totalmente nella sua presa.

"Non è un collare a tenermi al sicuro..." Harry gli sussurra lascivamente contro la conchiglia del suo orecchio, godendo per il modo in cui il maggiore rabbrividisca e serri la presa contro i suoi fianchi. Incontra quelle gemme blu, le sue preferite, premendo la fronte sulla sua e lasciando che i loro nasi si sfiorino lentamente.

"E non serve un marchio a far capire agli altri quanto tu mi appartenga." Louis lo guarda, spostandogli dolcemente un riccio dietro al suo orecchio. "Hai il mio profumo addosso, piccolo moccioso." Mormora, toccandogli poi il naso con l'indice per farlo ridacchiare e arrossire, felice e sereno come ogni volta che era fra le sue braccia.

"E' l'unica cosa che voglio, appartenerti." Chiarisce il minore, ammirando i suoi occhi diventare scarlatti per un breve istante. "Oltre al fatto che tu mi appartieni, Louis. Da quando i nostri occhi si sono incontrati il primo giorno." Gli confida come se fosse un segreto e ride contro le sue labbra quando il maggiore si alza velocemente tenendolo fra le braccia, baciandolo senza curarsi di attirare gli sguardi dolci e divertiti dei membri del villaggio presenti.

Erano felici.











Harry geme sottovoce, miagolando quasi nel percepire il proprio corpo bollente a causa della febbre e neanche si rende conto di Louis che lo trasporta delicatamente in una stanza, pregna dell'odore dell'Alpha che lo avvolge appena viene posizionato sul letto. Il Delta, a quel profumo così totalizzante, guaisce di piacere, non riuscendo a distaccare lo sguardo dal bellissimo uomo che si posiziona davanti a lui, subito dopo aver chiuso la porta a chiave, e che guarda il più piccolo steso sul materasso in attesa. Non che avessero realmente timore che qualcuno potesse interrompere quel momento: il profumo che aveva investito il riccio all'arrivo del calore bastava ad avvertire chiunque che quella stanza sarebbe stata off limits per almeno quattro giorni.
Louis lo raggiunge e occupa il posto lasciato libero dalle gambe divaricate del minore, percependo quest'ultimo assalire il suo collo con baci languidi e carezze bollenti. Non perde tempo a spogliare il più piccolo che fa fatica a far tornare i propri occhi verdi, dato che in quel momento il lupo aveva quasi il totale controllo su di lui. 

The last one with violet eyesWhere stories live. Discover now