ℙℝ𝕆𝕃𝕆𝔾𝕆

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Tutto va a fuoco.

La mia stanza è ormai incenerita.

Non so dove siano i miei genitori e mio fratello maggiore.
L'ultima volta che li ho visti eravamo in cucina a cenare.

Oggi andava tutto bene, fin troppo direi.
Per la prima volta i miei genitori hanno mostrato un briciolo di affetto verso di me e mio fratello.
Dopo cena ero andata in camera mia per sdraiarmi nel mio comodissimo letto a baldacchino per leggere un romanzo rosa e poi intorno a me tutto in fiamme.

Poveri libri oramai distrutti dal fuoco.

Esco dalla mia camera tossendo ed entro nel lungo  corridoio.
Cammino appoggiandomi alla parete.
Vedo delle figure nere sfocate non troppo lontane davanti a me che si girano nella mia direzione. Dall'ombra non sembrano molto raccomandabili,  infatti, prima che riescano a vedermi, con uno scatto veloce apro la prima porta che trovo e ci entro.

"Soledad?" Mi chiama una voce dietro di me, tossendo forte.
Mi giro e davanti a me si presenta un uomo di età avanzata, acciaccato in un angolo.
"Alvaro!" Esclamo.

Alvaro è un uomo sulla sessantina che si occupa della servitù della famiglia.

"Principessa, scappi!" ormai per il castello non c'è più speranza. Io sto morendo, vada prima che sia troppo tardi".

"Non posso far nulla per lei? Venga con me, non posso lasciarla da solo".

"Tesoro, ho una ferita grave all'addome, va'!" annaspa.
"Va'! Non si preoccupi per me" mi sorride.

Mi inginocchio verso di lui.
"Va bene, Alvaro, giustizia sarà fatta!".
"Grazie per tutto quello che ha fatto per me e per la mia famiglia". Gli accarezzo i capelli bianchi guardandolo nei suoi occhi azzurri.

Gli faccio un sorriso triste  ed esco dalla stanza per cercare i miei familiari.

"Lunga vita alla futura regina di Girona!" Sento gridare con orgoglio dal servo.

Sorrido con le lacrime agli occhi e un senso di rabbia mi pervade il corpo.

Chi può aver fatto tutto questo?

Cerco di coprirmi la bocca e il naso con la sottoveste perché non riesco più a respirare, ma è tutto inutile.

"Diego! Diego! Madre! Padre!". Li chiamo ad alta voce, cercandoli in ogni angolo del castello.

Arrivata nell'atrio del castello, scendo lungo la scalinata fatta di marmo ma all'ultimo scalino cado per la stanchezza.

Due braccia forti mi prendono letteralmente al volo.
"Soledad! Soledad!" Mi scuote.
"Sono Diego, andiamo, non chiudere gli occhi!".

L'ultima cosa che vedo sono gli occhi del mio fratellone  sgranati dalla preoccupazione e pieni di paura.
Nonostante mi preghi di non chiuderli, io non ce la faccio più.

"Soledad!". Sento in lontananza mentre penso ai miei genitori.

E se i miei genitori avessero saputo che sarebbe successo?

ꨄ︎ꨄ︎ꨄ︎

"Sorellina" Sento chiamarmi. "Avanti, svegliati!"

Apro le palpebre e con i mei occhi castani, sbircio cosa  mi circonda.

La stanza ha le pareti dipinte di bianco, all'interno ha solo un lettino da ospedale, che si trova di fronte alla porta e un comodino alla mia destra con sopra un vaso di margherite viole, i miei fiori preferiti. E sotto la finestra, a sinistra, si trova un canterano.

Giro la testa verso destra e vedo un volto a me sconosciuto.

É un uomo sulla cinquantina d'anni, abbastanza alto e tarchiato.
Il viso è ovale e un po' rugoso nel contorno occhio.
Dalla faccia sembra essere un uomo solare e simpatico.
I suoi capelli  sono corti ma folti e un po' brizzolati.
Ha gli occhi grigi e poco allungati che danno luminosità e serenità, il naso va verso il basso e ha la bocca leggermente sottile.

Volto il capo dall'altro lato e guardo mio fratello.
Io e lui ci assomigliamo molto. Abbiamo lo stesso lineamento spigoloso.
Diego ha 22 anni. É un uomo alto, molto snello e asciutto, ha i capelli corti e ondulati neri come
la pece, i suoi occhi sono castani e leggermente allungati.
Adoro guardarli perché mi danno senso di sicurezza.
Sia il suo naso che la sua bocca sono piccoli e sottili.

"Ciao Soledad" mi saluta lo sconosciuto "Sono Victor Morale".

Annuisco ancora stanca e assonnata "Dove mi trovo?".

"Sei nella tana del lupo ed è il tempo che smammi prima che io ti sbrani".
"Mi correggo, vi sbrani" dice con voce dura, guardando male sia me che mio fratello.

Un ragazzo alto, sulla ventina d'anni con dei capelli corti, bianchi e lucenti, ha gli occhi chiarissimi con sguardo duro, indagatore e accusatorio.
Ha un fisico snello ma muscoloso. Il viso liscio e smunto dimostra un carattere molto arcigno e misterioso. Le sue labbra sono carnose, imbronciate  e tirate.

"Tana? Mi trovo in un branco?" chiedo alzandomi a mezzo busto e cerco di sistemarmi i capelli marroni con delle piccole ciocche bionde, che per la velocità mi sono finiti davanti al viso.

"Esatto, pequeña plaga". Sorride arrogante

"Piccola peste, a chi?". Mio fratello mi lascia la mano e cammina verso il misterioso ragazzo, che ora si trova appoggiato alla porta di legno.

"Xavier" lo chiama una voce affannata.

Un ragazzo umile e muscoloso sbuca da dietro il biondo e si para davanti tra egli e mio fratello.

"Andiamo, nemmeno il tempo di incontrarvi e già vi scannate" sbuffa, rimproverandoli.

"Non vorrei interrompere questa bella conversazione, ma io mi sono appena svegliata e non so dove mi trovo, la mia casa l'ultima volta che l'ho vista andava a fuoco, non so chi cavolo siete e mi brucia la pancia. Perciò, invece di perdere tempo, qualcuno mi può dire cosa sta succedendo?!" urlo stanca di non sapere niente di quello che è successo.

Tutti si girano verso di me, mio fratello è a bocca aperta perché mi sente gridare solo quando vedo un ragno, il signor Morale mi fa un sorriso tirato e oserei dire impaurito, il ragazzo bassino mi guarda frastornato e il ragazzo biondo mi scruta con occhi scettici e mordendosi il labbro inferiore.

"Inizio io. Sono Santiago Maya. Ci troviamo nel branco Lobolunar e sono il migliore amico di questo bel visino arrabbiato che ho affianco. Ah, sono un lupo." "Avanti, presentati!" si mostra il ragazzo , spingendo l'amico a dire chi sia.

Egli sbuffa sonoramente e alza gli occhi fino a far diventare quasi tutto l'occhio bianco.
"Sono Xavier Blanco"

Lo guardo con le sopracciglia alzate - solo questo sai dire? - penso.

"Si, pequeña plaga, il mio nome ti basta e avanza".

Diego si muove scocciato per non dare un pugno al biondo.
Si rivolge a loro con tono seccato
"Sono Diego Herrera, sono un vampiro e sono suo fratello maggiore. Per quanto riguarda casa nostra, non so dirti nulla . Dopo che sei caduta ti ho portato qui. Siamo stati in viaggio tre notti e tre giorni ".

"Voi già mi conoscete, l'unica cosa che non sai, Soledad, è che sono un lupo" dice Victor.

" Lo avevo intuito" sorrido
"Io sono Soledad Herrera e sono una vampira".
Gemo di dolore toccandomi la pancia. 

"Che succede?" domanda Xavier mentre Santiago lo guarda scioccato.
"Stai zitto" gli sussurra duro.

Mio fratello mi alza la sottoveste azzurra fino sotto il seno - menomale che sotto ho dei pantaloncini di stoffa nera - ed estesa sulla superficie dell'addome si trova una grande macchia di bruciatura.

"Oh mio Dio" 

"Che avete da guardare?!" Dice il biondo.

Giuro che l'ho sentito ringhiare.

"Questo lo dovrei dire io" gli risponde mio fratello guardandolo male.

"Alpha!" grida una voce lontana "Alpha! Alpha!"

"Che c'è?" si gira Xavier verso il signorotto che l'ha appena chiamato.

"Alpha?!" gridiamo io e mio fratello mentre Victor si appoggia una mano in fronte, esasperato.

Cappuccetto nero e il lupo cattivoWhere stories live. Discover now