| Capitolo V | - Spiragli di verità

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Cinque chiamate perse di "Madre" mi fissavano minacciose nella barra delle notifiche ignorate. Raccolsi il coraggio per sbirciare i 20 messaggi allegati. Come prevedibile, Monica era più preoccupata che arrabbiata per la mia notte brava.
Era ben cosciente di che giorno fosse... lei e papà non sarebbero neppure partiti, se io non avessi insistito. Non aveva senso che rimanessero a casa soltanto per tenermi il fiato sul collo tutto il giorno e accrescere il mio disagio. Per quanto fossero i genitori più amorevoli del mondo... talvolta una figlia aveva bisogno di spazio.

L'ultimo messaggio riportava: "Ah, papà ti ricorda che il caffè ha un potere limitato e di non prendere la bici per tornare. Abbiamo spedito tuo fratello ad aspettarti fuori da scuola: ti darà un passaggio. Puoi fare un'eccezione alla regola, tesoro."

Il mio lieve sogghigno si attenuò un poco. I miei non comprendevano proprio il concetto di trasporto sostenibile! Oltretutto, come si aspettavano che portassi a casa la bicicletta? Mettendola in equilibrio sopra la testa, sperando non piovesse sopra Lore alla prima frenata?

Non avevo avuto il tempo di processare, che Ange si pietrificò al mio fianco, indicando un'auto famigliare nel cortile della scuola. Le inconfondibili figure dei miei fratelli adottivi chiacchieravano appoggiate sul cofano, controsole.

"Ehi, ma che ci fa lui lì?" iniziò, con sorpresa pari alla mia: con "tuo fratello", mamma non aveva affatto inteso Lorenzo.

"Ti sarei grata se non sbavassi alla vista del mio passaggio forzato, Ange..."

Lei roteò gli occhi, lanciandosi una gomma da masticare in bocca. "Mhmm? Non mi azzarderei mai! Se devo scegliere, mi prendo Lore, quello carino e gentile! Sappiamo entrambe che Diego è tutto tuo!"

Per quanto sapessi bene che non diceva sul serio, mi ritrovai a ringraziare il mio incarnato scuro, che aveva il pregio di nascondere le guance in fiamme. Ero certa che da un momento all'altro le sarebbe comparso un rivolo di bava.

Claudio ci si affiancò, realizzando cosa stavamo guardando e pietrificandosi a metà del passo.
"Quella è il tuo passaggio!? Quando pensavi di dirci che avete una Audi R8 Spyder in garage!?"

 "Quella è il tuo passaggio!? Quando pensavi di dirci che avete una Audi R8 Spyder in garage!?"

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[Foto: Bram Cymet, Flickr, CC, BY-NC]

Tanto valeva che usasse un megafono. Così facendo ottenne l'attenzione della mia fratellanza, della fiumana di studenti in uscita e dei piccioni nell'arco di un chilometro. Diego mi individuò mentre liberavo la bici dal legaccio e mi indirizzò l'inequivocabile cenno del "muoviti".

Mi schiarii la gola, desiderando di teletrasportarmi in qualsiasi altra località su Google Maps.

"Grazie, Claudio. Sì... te lo avrei certamente detto, un giorno molto lontano." replicai, sorridendo tra i denti e agitando la mano.
Avrei lasciato cadere il discorso ma il mio amico non era sulla stessa lunghezza d'onda.
Claudio tornò subito alla carica: "E quando ti fai la patente per farmi fare un giro, Landi?"
Ad Ange scappò una risatina. "Il giorno molto lontano in cui Giove e Saturno collideranno e la pizza con l'ananas diventerà socialmente accettabile in madrepatria! Mi sa che fai prima a pagartela a rate!"

Dal profondoWhere stories live. Discover now