We are gonna andle it together

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JJ prese a camminare per la spiaggia ed io con lui; aveva appena acceso una canna e senza neanche fare un tiro me la passò.
"Prima tu" si fermò davanti a me.
Presi lo spinello e dopo averne preso un bel tiro espirai e ripresi a camminare.
Passo qualche secondo di silenzio.
"Cosa pensa tuo padre?" Gli passai la canna.
"Pensa che io non debba frequentare persone come te, che voi siate sbagliati, quando in realtà quelli sbagliati siamo noi Kooks"
"Loro" mi corresse ripassandomi la sigaretta.
Gli sorrisi e presi un tiro.
"Tu sei diversa, sei sempre stata una Pogue dentro"
"Mh, sì, può darsi" risposi facendo una smorfia confusa.
Rise alla mia espressione, ma poi ritornò serio.
"E poi? Ti ha picchiata per caso?" Esitò un po' a farmi questa domando come se non volesse toccare quell'argomento.
"Per fortuna no, anche se aveva il pretesto buono per farlo, in ogni caso sono sicura che lo farà ancora e ancora"
"Denuncialo" risi.
"Come se fosse facile, JJ non ho speranze di vincere, é un avvocato e mia madre lo difende, a nessuno frega un cazzo di me"
Prese l'ultimo tiro e poi gettò la canna a terra.
"A me frega di te, molto e fidati se ti dico che avrei voluto essere più presente, cazzo lui ti menava ed io ero chissà dove a fumarmi canne o questo genere di cose" sbottò di colpo fermandosi e iniziando a camminare nervosamente in giro per la spiaggia.
"Oppure quando ti ho accompagnata a casa un po' di tempo fa, dove ti ha praticamente scaraventata per terra, ecco io ero lì e non ho fatto niente, non ho fatto NIENTE"
Da quel che capii si reputava colpevole della violenza che mio padre faceva su di me.
"JJ, fermati"
Mi avvicinai a lui con la voce tremolante, dispiaciuta di aver sentito i suoi sensi di colpa.
"Avrei dovuto difenderti" si tolse il cappello e iniziò a stringerlo dalla rabbia.
"JJ no, non fare così ti prego"
I suoi occhi guardavano per terra, lo chiamai ancora una volta, ma niente, così aspettai, dandogli un attimo di tempo per riprendersi.
Quando riportò la sua attenzione su di me, continuai.
"Ogni volta che dubitavo di me stessa e pensavo di meritarmi in qualche modo gli abusi di mio padre, mi bastava pensare a te, mi immaginavo quanto sarebbe stato diverso ogni momento se ci fossi stato tu lì con me a tenermi la mano o ad aspettarmi in camera mia per poi farmi sfogare tra le tue braccia, questo mi aiutava a ricordare che non avevo nessuna colpa perché tu non hai fatto niente, niente"
Una lacrima scese sul suo volto e successivamente anche sul mio.
"Pensando a questo gli schiaffi di mio padre facevano meno male"
Feci una piccola pausa.
"Quindi ti prego non pensare di essere stato inutile, di non aver fatto abbastanza o altre cazzate perché non é vero"
Rifletté in silenzio sulle mie parole per qualche secondo, poi colmò la distanza tra noi e mi baciò.

Finalmente.

Mi strinse cingendomi la vita con la mano destra, e la sua lingua calda scivolò dolcemente contro le mie labbra, schiudendole. La sua mano sinistra scorse tra i miei capelli, su fino alla nuca. Un filo di desiderio iniziò a farsi strada dentro di me.
Non mi baciò con trepidazione. La sua bocca incontrò la mia con disinvoltura e io risposi con sollievo. Lo attirai a me, desiderando che il suo calore mi invadesse.
Non avevo mai desiderato così tanto un bacio.
Si staccò rimanendo ad un centimetro da me e senza dire niente i nostri occhi viaggiavano dagli occhi alle labbra, occhi, labbra finché non si rifiondò su di me.
Stavolta, era un bacio pieno di desiderio, più passionale.
Adesso era la mia mano a vagare sui fra i suoi capelli, mentre le sue erano legate alla mia vita e sempre di più mi tiravano a sé.
Quel bacio era tutto tranne che calmo.
L'aria diminuiva e per questo fummo costretti ad allontanarci o meglio ad allontanare solo le nostre labbra.
"Non farmi più questo" mi disse con il respiro affannato e le labbra arrossate.
Gli diedi un bacio.
"Non mi hanno dato scelta"
Mi diede un altro bacio, come se fosse necessario per trovare le parole giuste da dire.
"É tutto finito" si accasciò sul mio collo e iniziò a lasciare una scia di baci.
"No J, sarà peggio" mi accasciai anche io su di lui.
Smise immediatamente di baciarmi, non so se lo avesse fatto per la sorpresa di come lo avevo chiamato o per il resto della frase o forse per entrambe le opzioni.
Seguì il silenzio, poi si ricompose e mi prese le mani.
Incatenai i miei occhi lucidi nei suoi.
"Ascolta Am, loro non possono vietarti di vedere i tuoi migliori amici" abbassai lo sguardo, JJ mi lasciò una mano per appoggiarla sulla mia guancia e delicatamente, come se avesse paura di farmi male, mi sollevò la testa per costringermi a guardarlo.
"Non ti porteranno via di qua hai capito? Non glielo permetterò e se dovessero per caso riuscirci, ti giuro su quello che vuoi che ti verrò a prendere" concluse, prendendo un bel respiro.
Senza dire nulla lo abbracciai, in quel momento, era l'unica cosa di cui avevo bisogno.
Con le sue braccia mi avvolse e mi strinse a sé.
Rimanemmo così per due minuti penso, in silenzio senza dire nulla.
C'era solo il rumore delle onde e poi c'eravamo noi, finalmente insieme.

My love for you would never die (AGGIUNTA DI DETTAGLI)Where stories live. Discover now