45.🌙

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•La ragazza delle margherite•


«Appartieni a chi si prende cura delle tue debolezze.»



Mia madre non era in casa quando rientrai, giovedì mattina. Mi tornò in mente che avevo passato la notte fuori senza avvisarla. Certo, non l'avevo passata a divertirmi, ma noi due avevamo appena trovato un punto d'incontro.

Grandioso, Ari. Sperai di non aver accidentalmente rovinato tutto. 

Guardai l'orologio: erano le sei del mattino. Avevo giusto il tempo di farmi una doccia e prepararmi per la scuola. Ed ero sveglia da ventiquattro ore. Okay, una cosa alla volta. Prima tutto, per evitare di complicare le cose, scrissi un messaggio a mia madre.

Ari: Ho dormito da Kiran. Scusami se non ti ho avvisata, me ne sono dimenticata.

Lasciai il telefono sul lavandino ed entrai in doccia. Nei dieci minuti che trascorsi insaponata, in piedi sotto il getto d'acqua con i capelli bagnati attaccati alla schiena, ripercorsi con la mente gli ultimi due giorni e mi sentii sopraffatta. 

Prima Kiran con la sua bocca e le sue mani magiche, il suo corpo caldo e nudo legato al mio letto, poi l'arrivo di mia madre e lo scontro con Jordan. Avevo scoperto che Kiran aveva un fratello e che era morto. E poi l'avevano rapito. Sgranai gli occhi e gocce d'acqua mi colarono sul viso e tra le labbra. O, e c'erano possibilità che dietro il rapimento ci fosse Morgan St. Pierre. Certo, perché era assolutamente normale che un uomo facesse rapire suo nipote e lo facesse colpire con una mazza da baseball. 

Un velo di ansia e preoccupazione mi si posò sullo stomaco, già piuttosto fragile per le fitte di dolore che mi stavano massacrando il ventre da un paio d'ore. Quando uscii dalla doccia, avvolta nell'accappatoio, percepii qualcosa di strano. Abbassando lo sguardo, compresi l'origine di quelle fitte. 

Grandioso un'altra volta, Ari. 

Con la follia degli ultimi giorni, avevo completamente dimenticato che il mio ciclo sarebbe arrivato a momenti. Motivo per cui adesso il mio tappeto del bagno era puntellato di rosso. Imprecando un imbarazzante numero di volte, pulii quel pasticcio e lessi la risposta di mia madre. Avrei messo il tappeto in lavatrice più tardi.

Detective: Lo so. Ho tracciato il tuo telefono quando non ti ho vista rientrare.

Ari: Magari la prossima volta mi chiami, che ne dici? Tracciare il telefono della propria figlia mi sembra un po' da psicopatici.

Detective: Se la figlia in questione va via con un ragazzo e non torna a casa, tracciare il telefono piuttosto che andare alla polizia è un atto di gentilezza.

Ari: Sei tu la polizia.

Detective: Appunto.

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L'Oak High doveva essere appena diventato il nuovo luogo delle elezioni presidenziali, altrimenti non si spiegava tutta la propaganda che si stava svolgendo tra i corridoi. Era pieno di studenti che distribuivano volantini, che incitavano a votare qualcuno piuttosto che qualcun altro e offrivano ciambelle gratis per raccogliere voti e consensi. Mentre andavo incontro a Juni, accettai molto volentieri una ciambella da una ragazza e la ringraziai con un cenno della testa. Il fatto che sulla sua t-shirt ci fosse scritto #votaNovaDevin avrebbe dovuto farle capire l'ironia. 

𝐃𝐚𝐥𝐥'𝐚𝐥𝐭𝐫𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐦𝐚𝐫𝐞Where stories live. Discover now