Capitolo 3

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Niente Veritaserum.

Hermione aggrottò le sopracciglia al messaggio. Chi stava prendendo in giro? Il fatto di essere stato Cruciato aveva forse compromesso il cervello di Malfoy? Scosse la testa incredula e rimise in tasca il galeone, tornando al problema su cui stava ragionando.

Hermione era seduta con Ron e Harry nella loro camera da letto nel rifugio di Paddington, rimuginando su ciò che sapevano degli Horcrux. Come da istruzioni di Tonks, li aveva Obliati dopo aver chiesto il loro permesso. Nessuno dei due ne era stato felice, ma a malincuore le avevano permesso di fare ciò che era necessario. Ron era persino riuscito a vedere un lato positivo nella cosa, nel modo tipico di Ronald Bilius Weasley.

«Se uccido quel cretino in battaglia, non dovrò sentirmi in colpa per questo, no? Obliviami pure.»

Abbassò lo sguardo sui suoi appunti. Con l'aiuto dei ricordi di Silente e dei libri che Minerva aveva trafugato per loro dalla biblioteca di Hogwarts, ora erano un po' più consapevoli sull'argomento rispetto a qualche mese prima. Il trio non sapeva ancora chi fosse R.A.B. né quale fosse il vero Horcrux in cui avevano trovato il suo biglietto. Ma avevano identificato la coppa di Hufflepuff e il diadema di Ravenclaw, il che era piuttosto incoraggiante.

Restava da stabilire dove si trovassero.

«Penso che dovremmo fare un'incursione negli archivi del Ministero», disse Harry, rompendo il silenzio. «R.A.B. è la nostra unica pista per quel medaglione.»

«Non hai nessuna idea, Hermione?» Chiese Ron.

Si aspettava sempre che fosse lei a fornire la soluzione. Di solito ne aveva una. Questa volta, però, era a corto di idee.

«Silente ha suggerito che gli Horcrux siano nascosti in posti significativi per Tu-Sai-Chi.» rispose Hermione. «Hogwarts è un luogo ovvio, ma dove? E dubito che abbia messo lì tutti gli Horcrux.»

«Dobbiamo comunque andare a Hogwarts per prendere le zanne di basilisco», le ricordò Ron.

«Sì, ma non dovremmo andarci finché non sappiamo dove cercare. Non possiamo muoverci alla cieca, anche se Minerva è ancora lì», ribatté lei. «È troppo rischioso.»

«Si è fidato di Lucius Malfoy per uno di loro», le ricordò Harry. «Di chi altro si potrebbe fidare?»

«Peter Minus?» Rispose lei. Dopotutto, aveva riportato in vita Voldemort.

Harry scosse la testa. «No, non ho avuto l'impressione che Volde...»

«HARRY!» Ron gridò.

«Che Tu-Sai-Chi», continuò Harry con uno sguardo. «Avesse una grande considerazione di lui, dal modo in cui lo ha trattato al cimitero.»

«Piton?» Chiese Hermione. «Yaxley? Bellatrix?»

Ron gemette e si strofinò gli occhi. «Ci sono troppi Mangiamorte tra cui scegliere. Sono come funghi. Se li lasci in pace per troppo tempo si diffondono.»

Harry sbuffò.

Emise un sospiro esasperato e guardò il soffitto. Forse questo era un qualcosa che poteva cercare di capire con Malfoy. Di chi si fidava di più di Voldemort. Almeno lui stava comunicando con lei, per quanto insensate potessero essere le sue parole.

«Vado in cucina a fare del tè. Ne volete un po'?»

Harry alzò lo sguardo. «Sì, non sarebbe male. Manderà via il sapore dei fagioli.»

Le risorse erano limitate. Da quando erano arrivate tante nuove reclute da sfamare e avevano da poco acquistato il rifugio di Paddington per i tanto necessari alloggi, la qualità del cibo era scesa drasticamente.

From Wiltshire with Love | TRADUZIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora