Chapter 6

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[America's pov]

Mi risveglio con un forte mal di testa, non ho la più pallida idea di dove sono ho la vista abbastanza sfocata e non capisco bene cosa stia succedendo. Piano piano riesco a svegliarmi del tutto, sono in un prato, pieno di fiori margherite per la precisione vedo un'ombra, non è proprio un ombra è una figura, un'altro countryhumans, non capisco, non ricordo, mi avvicino a lui piano quasi per non voler'attirare la sua attenzione.

"oh ti sei svegliato, seguimi"

"non riesco neanche a vederti, perchè dovrei seguirti?"

"devi fidarti di me, io so chi sei, non puoi vedermi, ma sai chi sono, non ti fidi?"

Stavo per rispondere di no, ma una foragine mi si apre sotto i piedi e poi tutto nero con la parola "fidati" che ancora mi rimbomba nelle orecchie. Mi risveglio nel mio letto più confuso di prima. Decido di andare a prendermi un bicchiere d'acqua per cercare di riflettere su quel sogno e quello che mi sta succerendo in questo periodo.

Sento UK e Francia parlare in cucina. "sicuro è una grande decisione questa" "non lo so tu che ne dici? poi servirebbero degli anelli e come lo diciamo ai ragazzi?" sono molto confuso su questa cosa, di cosa stiano parlando... ho qualche idea, ma non voglio pensarci, questo significherebbe che... no. no. no. non ci penso neppure.

Torno semplicemente in camera più confuso di prima e decido di uscire dalla finestra, non voglio parlarne con qualcuno voglio semplicemente riflettere, andrò "all'albero" è uno dei posti più importanti per me: è lì che ho conosciuto Italia, uno dei miei "amici" più cari e importanti per me... non so come mi mfaccia sentire il fatto che potremmo diventare parenti, probablimente non è proprio così che speravo, ma che potrei fare io? non posso neanche uccidere Francia perchè finirei in galera e Italia non si fiderebbe più di me. Inizio a prendere a calci le rocce che trovo nella mia strada riflettendo un po' su quelle parole... non è per forza un matrimonio, giusto? forse dovrei confrontarli, ma non voglio che pensano che mi metto a origliare le conversazioni, anche se effettivamente è capitato per sbaglio.

Arrivato all'albero noto una persona di mia conoscenza, non è Italia, è l'unica persona oltre a lui a conoscenza di questo posto: Russia. Questa proprio non ci voleva visto che la nostra "amicizia" esiste proprio per via di Italia, fosse stato per noi non credo ci saremmo mai parlati. Effettivamente la maggior parte della gente che conosco che non sia del nord america l'ho conosciuta grazie a lui.
Russia sembra notarmi, ma credo mi stia ignorando, mi siedo su uno dei rami più bassi, lui è in piedi appoggiato al tronco.

"sigaretta?" mi chiede dopo un po'

"no, grazie"

alzò le spalle e si rimise la sua in bocca tornando a fumare e io tornai semplicemente a ignorarlo, speravo sinceramente di essere solo

"perchè quì a quest'ora?" gli chiedo dopo un po' che siamo entrambi in silenzio, se non posso stare da solo tanto vale che ci sia una conversazione

"perchè t'interessa?"

"perchè no? siamo già qua, tanto vale parlare un po'"

il russo buttò a terra la sigaretta per poi spegnerla col piede e scrutare lo statunitense

"e parlare sia"

"non mi hai risposto"

"non dovrebbe importarti, ma visto che proprio ti interessa tanto per qualche motivo ho litigato con mio fratello Ucraina, credo tu conosca visto che stava con tuo fratello. tu?"

"mi andava" non voglio raccontargli i problemi della mia vita.

"sei uscito di casa alle 3 di mattina e ti sei allontanato anche abbastanza... solo perchè ti andava?"

"yeah why not?" (si perchè no?)

"perchè... lascia stare certe volte mi dimentico con chi sto parlando"

"e perchè avete litigato?"

"perchè continui a chiedermi cose a cui, se ti facessi la stassa domanda, non mi risponderesti?

"why not?"

"..lascia perdere"

"quindi?"

"non voglio parlarne."

"mmh.. okay allora perchè continui a rispondermi?"

"perchè mi stai parlando"

"no, intendo: perchè mi rispondi quando dovremmo essere nemici. Siamo nemici. se Italy non ci avesse fatto parlare adesso staremmo probabilmente lottando. perchè parliamo"

"sai?"

"cosa?"

"sai Ame?" il russo prese una pausa prima di parlare "ci sono sentimenti indescrivibili nei mondo quello che c'è nei tuoi contronti è fin troppo strano da descrivere."

lo statunitense guardò il russo abbastanza male visto che non capiva cosa intendeva e il russo se ne accorse

"che schifo no non intendo che mi piaci intendevo che anche nella nostra ostilità abbastanza reciproca siamo riusciti a creare un rapporto amichevole. niente di più"

"lo fai suonare come se faccia schifo"

"non lo faccio suonare come se tu faccia schifo, fai schifo. è diverso"

"ecco il russo che conosco"

"ora vado. ci si rivedrà" appena finite di pronunciare quelle parole prese e andò probabilmente a casa sua, o da qualche altra parte non ne ho idea.

Volevo solo pensare. Anche se è stato piacevole parlare un po' anche se è durato solo una decina di minuti, probabilmente meno, ma non importa.

Sono le ultime parole che pensò Ame prima di addormentarsi sull'ramo dell'albero.

[non chiedetemi perchè ci ho messo così tanto, non lo so neanche io. Non mi piace molto il fatto che sia principalmente in dialoghi, ma me lo farò andare bene perchè si.]

Nella vita ci sono contrattempi -AmeIta-Where stories live. Discover now