🌷- Capitolo 2.

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Quella sera tornato in hotel si sentiva sfinito come non mai. Era felice, perché era riuscito ancora una volta a ballare lì, a mettersi alla prova non solo con sé stesso ma anche con i professori stessi ricevendo comunque un riscontro parecchio positivo.
Poteva decisamente ritenersi soddisfatto!

Nel pomeriggio aveva girato un pó per Roma-facendo il turista visto che ne aveva la possibilità- e poi in serata tornò il hotel dopo aver cenato, con tutta la calma del mondo e tutta la voglia di mettersi finalmente a dormire.
Fu un pó quel che fece quando arrivò in camera- dopo aver ovviamente fatto una doccia rigenerante- quando si buttò sul letto a peso morto e dove si addormentò nel giro di pochi secondi.

Ma nonostante la stanchezza di quel giorno riuscì a dormire solo per qualche ora. Alle 4:00 in punto infatti si ritrovò a fissare il soffitto della sua camera, a ripensare al giorno prima, completamente incapace di ributtarsi tra le braccia di Morfeo. Era stato tutto un circolo di emozioni, indescrivibili per chi non le prova davvero sulla sua pelle, e la curiosità di sapere se quell'anno ce l'avesse fatta, se fosse andato bene o se avesse fatto un altro buco nell'acqua era talmente tanta da tenerlo sveglio. Non aveva ricevuto nessuna chiamata, il che gli fece dedurre che o non avevano ancora deciso o che anche quell'anno gli toccava sperare di farcela l'anno prossimo, ma cercò di convincersi che fosse troppo presto. Non erano passate nemmeno 24 ore infondo!
L'adrenalina era troppa, l'ansia pure. Fu quando sentì che la testa gli stava per scoppiare che decise di alzarsi e scendere a prendere una boccata d'aria.

Indossò la sua solita giacca rossa, un paio di scarpe- perché scendere in ciabatte forse era esagerato visto il freddo di Novembre che ti entrava nelle ossa gelandoti l'anima- ed uscì correndo verso la Hall con il cellulare e la chiave della stanza in tasca e un cubo di Rubik tra le mani, usato rigorosamente come anti stress.

Uscì dalla porta d'ingresso e come aveva già immaginato venne investito dall'aria fredda. Per fortuna non c'era tanto vento, ma comunque sentì la necessità di incrociare le braccia al petto, stringendosi in un piccolo abbraccio con l'intento di scaldarsi un pó.


E poi non sentì più nulla. Era letteralmente nella pace dei sensi più totale.

Nessun rumore fastidioso, oltre che al via vai di macchine ogni tanto, nessuna persona nei paraggi a distrarlo da quel piccolo momento di pace. C'erano solo lui, il suo respiro ed il battito lento del suo cuore sul quale si stava totalmente concentrando eliminando ogni altro pensiero.
Chiuse gli occhi per un secondo beandosi completamente di quel momento di solitudine, prima che il cigolio della porta lo riportasse alla realtà.
Si girò di scatto e guardò sorpreso la ragazza che a sua volta se ne stava lì a fissarlo quasi come fosse sconvolta. Come se non si aspettasse di trovarlo proprio lì, in quel momento.
Ed in effetti era così.
Aurora che non riusciva a dormire a sua volta aveva deciso di scendere a fumarsi una sigaretta. Certo non si aspettava di ritrovare proprio lui li.

Anche se forse avrebbe dovuto immaginarlo, visto che letteralmente erano lì per lo stesso motivo e l'hotel in cui soggiornavano era lo stesso per tutti gli aspiranti al banco.
"Ciao!" gli sorrise lei con fare contento, togliendo la sigaretta dalle labbra per poter parlare meglio. "Che bella coincidenza! Era proprio destino ci rivedessimo evidentemente." disse riferendosi a quando aveva espresso il desiderio di rivederlo in sala relax il giorno prima. "Ne sono contenta!"
"Anche io sono contento." mormorò lui, quasi timidamente. La ragazza che aveva davanti sembrava decisamente più sicura di lui, che invece era timido di natura. Sapeva di solito nasconderlo bene, ma in quel momento forse non era riuscito troppo nell'intento. Però era tutta una questione di adattamento, sapeva bene che una volta messo a suo agio sarebbe diventato un fiume in piena di parole. "Non riuscivi a dormire?"
"No, speravo di potermi distrarre un pó dai miei mille pensieri venendo qui." gli rispose, sedendosi su un muretto li vicino in tutta tranquillità. Anche lei indossava un giubbotto bello imbottito, sembrava anche abbastanza caldo, e poi c'era quell'enorme sciarpa a circondarle il collo nella quale ogni tanto nascondeva il volto per potersi riscaldare un pó di più. Alessio la trovò carina e tenera allo stesso tempo.
"

Straordinario ||Alessio Cavaliere||Where stories live. Discover now