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La pioggia scendeva ininterrotta, colpendo con le sue gocce d'acqua rugiada il vetro della finestra di camera mia, mentre il calore della mia coperta mi avvolgeva da capo a piedi e mi teneva al sicuro.

La neve che tanto amavo era stata spazzata via, non ne era rimasta nessuna traccia. Né sugli alberi, sul prato, tra le colline di tutto il quartiere. Né per le strade, per i marciapiedi, sui tetti delle case e sui tettucci delle macchine parcheggiate.

A vedere il quartiere dove abitavo, mi sentì per un certo senso nuda. Spoglia di tutto. Di emozioni, di sensazioni, di felicità... di qualsiasi cosa che mi faceva stare veramente bene.

Mi sentivo le guance ancora rigate dalle lacrime versate un momento fa, il cuore che pian piano stava ritornando a battere in maniera tranquilla, e la sensazione di vuoto che continuava a crescere.

Sempre di più.
Senza fermarsi.

Non mi curai dei passi che si stavano avvicinando alla porta della mia stanza, della figura di mia madre. Mi sporsi almeno un pochino quando mi richiamò con tono gentile e materno, scrutando il suo abbigliamento che, a quanto pare, aveva evitato di cambiare. Portava ancora la camicia e i pantaloni neri, gli stivaletti marroni, e i capelli raccolti in uno chignon ordinato; si adagiò con la spalla allo stipite della porta, incrociando le braccia e guardandomi mortificata.

"Tesoro... Posso entrare?"

Mi sedetti sul posto, tenendomi sempre la coperta addosso.

Mi asciugai una lacrima solitaria, mentre osservai la donna ancora in attesa di una mia risposta.
Le lacrime ricominciarono a scendere silenziosamente dai miei occhi color ghiaccio, privi di luce, e questo bastò a mia madre come risposta. Si avvicinò a me, sedendosi sulla sedia della mia scrivania proprio difronte a me, mentre portò le mani sul mio viso e asciugò le piccole goccioline salate che non ne volevano sapere di scendere; singhiozzai, mentre un velo di delusione e disperazione prese possesso della mia anima.

"Tesoro... piccola mia..." la voce di mia madre mi fece alzare lo sguardo verso di lei. "So cosa stai provando, lo so bene... lo sappiamo entrambe. Voglio solo che tu sappia che io ci sono, che ti starò accanto e che tutto questo dolore svanirà per sempre."

Mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, mentre continuai a piangere senza trovare le parole giuste. In quel momento ero concentrata sul discorso di mia madre, sul suo incoraggiamento.

"Papà, Nancy... volevano solo il bene per te, per noi. Nessuno aveva previsto una cosa del genere. Ma se c'è una cosa che so, è che ti volevano bene e che avrebbero fatto di tutto per renderti una persona meravigliosa. Perché lo sei. Sei forte, sei decisa, tenace, straordinaria; loro non vorrebbero che tu rimanessi qui a piangerti addosso per i tremendi ricordi del passato, lo sai perfettamente. Perciò Chloe, angelo mio, io sono sicura che potrai rialzarti e che riuscirai ad oltrepassare questa barriera di emozioni. Ne sono sicura."

Le sue braccia mi avvolsero, tenendomi stretta a sé e donandomi tutto il suo amore. Un amore che solo una mamma era capace di donare alla propria figlia. Ripresi a respirare tranquillamente, cercando di trattenere a stento le lacrime, mentre il dolore e la tristezza continuarono a prendere possesso del mio corpo; mia madre mi osservò stranita, perplessa, in pensiero, ed io non riuscì a trovare il modo di confessarle tutti i sentimenti che provavo in quel momento così difficile.

"Voglio solo... che tutto questo... non fosse mai successo."

Mi asciugai una lacrima.

"Che avessimo passato il compleanno a casa..." Un'altra lacrima. "Che ci fosse stato un modo per salvarli entrambi. Ma non è stato così. Abbiamo perso Nancy, abbiamo perso papà..."

Scoppiai di nuovo in lacrime, mentre mia madre mi strinse ancora una volta cercando di non piangere ancora una volta, e l'oscurità della mia anima riprese a circolare dentro di me... con la consapevolezza quel giorno avevo perso le persone che amavo, che avevo custodito nel mio cuore, che mi avevano insegnato ad andare avanti, ad amarmi e ad accettarmi.

Da quel giorno la mia vita cambiò.

Da quel giorno avevo perso mio padre...

Da quel giorno avevo perso Nancy...

E soprattutto... me stessa.

E speravo in cuor mio che, una disgrazia del genere, non si ripetesse di nuovo.

Lo speravo tanto. Tantissimo. Con tutto il cuore.


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OUR LITTLE INFINITY (In Revisione)Where stories live. Discover now