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Sono atterrata in Azerbaijan ieri sera carica di stanchezza e di chili in più a causa di Pasqua.

Mia nonna non mi lascia in pace se non prendo almeno due chili ogni anno.
Inutile dirti Diario che non appena ho messo piede in aeroporto non ho fatto altro che pensare al mio bellissimo letto d'hotel che mi stava aspettando. Sono corsa letteralmente da lui rimanendoci per le 10 ore successive, a volte mi stupisco di me stessa da quante ore riesco a dormire senza alcuno sforzo.

E Dato che oggi non avevo nessun programma in mente, ho deciso di pranzare in Hotel con Angela per poi fare una bella passeggiata in città nel pomeriggio.

Adoro passare del tempo da sola in città a me sconosciute.
Adoro fare foto, come già sai, degli angoli più nascosti che sono i più belli secondo me.
Ogni volta che vado in giro così a zonzo, perdo sempre la cognizione del tempo tant'è che mi accorsi di aver fatto tardi solamente perché il sole stava iniziando a non illuminare più la giornata ed a cadere lentamente.

Non sapevo bene dove mi trovassi a quel punto, in qualche vicoletto, avevo inseguito il rumore di una strana musica che mi aveva portata fin lì. Fortunatamente siamo nel 2023 e Google maps è stata la mia salvezza più totale, non oso immaginare cosa avrei fatto senza di lui.
Un giorno di questi mi perderò in giro per il mondo, se non ti scriverò più sappi che sarà quel il motivo.

Tornata nella civiltà, chiamai un Uber che mi portò sana e salva nella mia stanzetta d'hotel che mi era tanto mancata, soprattutto nell'ultima parte della mia lunga camminata quando i miei piedi hanno iniziato a chiedere pietà rifiutandosi di camminare. Lanciai via le scarpe e con poca eleganza mi buttai a peso morto sul letto sprofondando tra le morbide lenzuola, chiusi gli occhi per un solo istante perché poi la luce fioca della luna che stava entrando dalla finestra, finì direttamente sul mio viso facendomi svegliare immediatamente dal mio sonnellino.

Sbattei le palpebre velocemente guardando incredula il piccolo balcone.
Non mi ero accorta di averne uno, credevo lì ci fosse solamente una finestra.
Gasata dalla nuova scoperta, mi alzai dal letto fiondandomi fuori. 

L'aria era calda, ma non troppo, si stava veramente da dio e la vista, Bhe, la vista era mozzafiato.
Notai una sedia ed un piccolo tavolino e presa da un colpo di genio ho deciso di iniziare a raccontarti qualcosa.
Così sono corsa dentro, ti ho tirato fuori dalla mia borsa e mi sono posizionata su quella comoda sedia, sfogliando con calma le pagine che ho già scritto e dando un occhiata qui e lì ai ricordi che già ti ho raccontato.

Arrivai alla pagina nuova ed impugnai la penna, ma mi bloccai.
La finestra della stanza accanto alla mia si era appena aperta di scatto facendomi sobbalzare per la paura.
Ti chiusi subito per non farti vedere allo sconosciuto che stava per uscire sul balcone accanto al mio.

Diario, si, era ovviamente Charles.

Il destino mi fa dei bellissimi regali a volte.

Scrutò velocemente il paesaggio per poi far cadere il suo sguardo sulla mia esile figura.
Mi ricordai allora di essere in pigiama, fortunatamente mia madre ad inizio anno mi ha buttato ogni tipo di pigiama infantile che io, gelosamente, ancora custodivo della mia infanzia, sostituendoli tutti con pigiami in raso, camice da notte ed un abbigliamento più consono ad una ragazza della mia età, almeno secondo lei.
Grazie mamma, ti devo un caffè!

"Dovremmo smetterla di incontrarci così per caso"
Sorrise avvicinandosi al bordo del bancone ed a me.
Annuii sorridendo a mia volta.
"Ormai sono così abituata che mi farebbe strano se la cosa fosse pianificata"
Gli diedi corda divertita quanto lui dalle diverse casualità in cui ci siamo incontrati.

Milano, una settimana fa, è una di quelle.

"Già hai ragione, forse è più bello così"
Strinse tra le mani la ringhiera del balcone dondolandosi giocosamente sui piedi.

Oh dear DiaryWhere stories live. Discover now